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Riflessioni per un Trattato su Johan Galtung

di Laura Tussi (sito)

Salvatore Deiana, Trasformare i conflitti, promuovere la pace. Per una lettura pedagogica della proposta nonviolenta di Johan Galtung, con un contributo di Erika Degortes, Edizioni ETS, Pisa 2025.

di Laura Tussi su FARO DI ROMA

Per una prospettiva pedagogica sui conflitti, la violenza, la pace.

Johan Galtung era un sociologo e matematico noto per i suoi studi sulla pace e la risoluzione dei conflitti. È considerato uno dei fondatori della ricerca sulla pace e ha sviluppato la teoria della “trasformazione dei conflitti”. Fece il carcere come obiettore di coscienza e fu molto importante per lui il contatto con il noto pedagogista Danilo Dolci.

Questo valido e significativo trattato di Salvatore Deiana, con lo specifico e puntuale contributo di Erika Degortes, è volto prevalentemente a rendere fruibile il pensiero del grande sociologo Johan Galtung in termini e in aspetti pedagogici del sapere.

La Risoluzione e il Trascendimento e la Trasformazione dei conflitti e delle controversie per riuscire a costruire la pace in ogni contesto comunitario e sociale e a livello planetario.

La proposta teorica e pratica elaborata da Galtung si costituisce esplicitamente entro un campo di studi di azione e di educazione avente come oggetto la pace ed è volta ad affrontare i conflitti in un’ottica di trascendimento e trasformazione nonviolenta e a cercare di costruire la pace prima di tutto con mezzi pacifici.

Nel senso comune, la problematica dei conflitti è associata all’idea di una loro connotazione violenta, tanto da essere considerati espressamente come sinonimo della guerra. È un’operazione opinabile, che sollecita un più attento e qualificato approfondimento della questione.

L’importanza di un approccio nonviolento per travalicare le illogiche dinamiche belliciste e militaresche.

Questo approccio può rivelarsi perciò utile ed efficace, proprio per affrontare e superare le dinamiche della violenza, confrontarsi con concezioni diverse, come le proposte di matrice nonviolenta e cercare di comprendere come queste si pongano rispetto alla violenza e alla guerra e la loro alternativa positiva, ossia la pace.

Johan Galtung, noto sociologo e studioso norvegese che ha dedicato la sua intera vita ai temi della pace, ha sviluppato una teoria sulla risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace che enfatizza l’importanza di trascendere i conflitti piuttosto che semplicemente risolverli. Secondo Galtung, la pace non è solo l’assenza di violenza, ma anche la presenza di relazioni positive e di giustizia sociale.

La gestione costruttiva e con dinamiche di nonviolenza di tutti i conflitti, tramite approcci di creatività, attraverso l’empatia, per costruire e creare la pace a ogni livello della società e in ogni contesto mondiale.

Nella Teoria dei conflitti, Galtung sostiene che i contrasti e le controversie sono inevitabili e possono essere positivi se gestiti in modo costruttivo. Tuttavia, se non gestiti bene, possono degenerare in violenza e odio e distruzione.

I Tipi di violenza per Galtung si identificano in tre modalità.

Violenza diretta: violenza fisica o verbale volta contro individui o gruppi.

Violenza strutturale: violenza incorporata nelle strutture sociali ed economiche che causano ingiustizia e disuguaglianza.

Violenza culturale: violenza che si manifesta attraverso la cultura, come ad esempio attraverso stereotipi, pregiudizi e miti che legittimano la violenza.

Trascendere i conflitti significa per Galtung che, per creare la pace, è necessario superare e oltrepassare i conflitti stessi, ovvero andare oltre la semplice risoluzione della controversia e del dissidio e del contrasto e lavorare per creare relazioni positive e di giustizia sociale in ogni parte del mondo e della società a partire dalle singole individualità e dai vari e molteplici ambiti comunitari.

Tutto questo portato di idee e ideali richiede empatia ossia comprendere le prospettive e le esigenze di tutte le parti coinvolte, con creatività per trovare soluzioni innovative che soddisfino le esigenze di tutte le parti e i soggetti in questione, tramite nonviolenza al fine di utilizzare metodi nonviolenti per risolvere i conflitti.

La Costruzione della pace secondo Galtung enfatizza l’importanza di costruire l’accordo attraverso la creazione di relazioni positive e di giustizia sociale.

Tutto questo apparato di ideali e di contenuti sociologici e educativi richiede varie componenti pedagogiche.

Il dialogo al fine di promuovere l’interscambio dialogico e la comunicazione tra le parti coinvolte e favorire la cooperazione e la collaborazione tra le parti tramite il potenziamento, ossia il rafforzare le capacità e le competenze dei soggetti coinvolti.

In sintesi, la teoria di Galtung sulla risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace enfatizza l’importanza di trascendere i conflitti e lavorare per creare relazioni positive e di giustizia sociale.

Teoria della trasformazione dei conflitti di Galtung. Come trascendere il disappunto e il dissidio e il contrasto che possono condurre all’odio e trasformarsi in varie tipologie di violenza.

Questa teoria comporta il conflitto come opportunità. Galtung vede i conflitti come opportunità per il cambiamento e la crescita, piuttosto che come problemi da risolvere.

Secondo Giovanni Salio, noto collaboratore di Galtung, possiamo distinguere principalmente che esistono tre approcci ai conflitti come la gestione dei conflitti stessi, ossia gestire le controversie per ridurre la violenza e i danni e la risoluzione dei conflitti e contrasti e controversie finalizzata a risolvere i conflitti eliminando le cause sottostanti. La Trasformazione dei conflitti consiste invece nel trasformare i conflitti, i contrasti e le controversie in opportunità per il cambiamento positivo e la crescita.

E molto importante per il suo assetto teorico e pratico la Pace positiva. Galtung distingue tra “pace negativa” (assenza di violenza) e “pace positiva” (presenza di giustizia, uguaglianza e benessere).

Creare la pace secondo Galtung tramite l’empatia e l’approccio creativo tra tutti i soggetti e le parti in disaccordo e in contrasto.

Risulta necessario capire le cause dei conflitti e identificare le cause sottostanti dei contrasti per poterle affrontare, inoltre sviluppando l’empatia, promuovendo la comprensione e l’accordo tra le parti in disaccordo.

Tutto questo con la creazione di soluzioni appunto creative al fine di trovare soluzioni innovative e trasformative e creative per risolvere i conflitti.

Per Galtung è precipuo costruire la pace, ossia lavorare per costruire una pace duratura e sostenibile, basata sulla giustizia e sulla cooperazione.

La teoria di Galtung sulla trasformazione dei conflitti e la creazione della pace è stata influente nel campo della ricerca sulla pace e della risoluzione dei conflitti a ogni livello della società e delle istituzioni.

Per una lettura pedagogica della proposta nonviolenta di Johan Galtung, possiamo considerare i seguenti punti chiave.

Per esempio l’Educazione alla pace, ossia l’approccio di Galtung può essere visto come un modello educativo per promuovere la pace e la risoluzione nonviolenta dei conflitti, attraverso lo Sviluppo di competenze e l’enfasi sulla creatività, l’empatia e la nonviolenza che può essere utilizzata per sviluppare competenze sociali ed emotive negli studenti, con il tramite dell’Analisi critica dei conflitti, perchè l’approccio di Galtung può essere utilizzato per analizzare criticamente i conflitti stessi e comprendere le loro cause profonde.

Promozione della giustizia sociale oltre le dinamiche di guerra e di violenza e di odio.

L’enfasi sulla giustizia sociale e sulla costruzione della pace può essere utilizzata per promuovere la consapevolezza e l’impegno per la giustizia sociale e la cooperazione tra persone e genti e popoli e minoranze.

Attività pedagogiche possibili. Tramite la cooperazione e la progettualità di empatia e di contesti di creatività.

Role-playing: utilizzare il role-playing per simulare conflitti e praticare la risoluzione nonviolenta.

Discussione e dibattito: organizzare discussioni e dibattiti su temi come la nonviolenza, la giustizia sociale e la costruzione della pace.

Analisi di casi: analizzare casi di conflitti reali e discutere possibili soluzioni nonviolente.

Progetti di gruppo: lavorare su progetti di gruppo che promuovano la cooperazione e la risoluzione nonviolenta dei conflitti.

Obiettivi pedagogici. Per rendere la pace fruibile e auspicabile attraverso il sapere formativo e educativo e in buona sostanza pedagogico.

Gli obiettivi pedagogici consistono in questi aspetti tra cui sviluppare competenze sociali ed emotive e promuovere l’empatia, la creatività e la nonviolenza, per agevolare la consapevolezza critica per analizzare criticamente i conflitti e comprendere le loro cause profonde e favorendo l’impegno per la giustizia sociale e così promuovere la consapevolezza e l’impegno per l’equità a tutti i livelli della società e la costruzione della pace in ogni contesto.

In sintesi, l’approccio di Galtung può essere utilizzato per promuovere l’educazione alla pace e la risoluzione nonviolenta dei conflitti, sviluppando competenze sociali ed emotive e promuovendo la consapevolezza critica e l’impegno e la cooperazione tra popoli e genti e minoranze e per una risoluzione delle guerre e dei genocidi in atto nel mondo. Questo articolo è stato pubblicato qui

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Mobilità tutta elettrica in 10 anni é possibile.

Quanta energia serve?

Per stimare l’energia elettrica necessaria per far circolare tutte le automobili in Italia, dobbiamo considerare diversi fattori, tra cui il numero di automobili, il consumo medio di energia per chilometro e la distanza media percorsa annualmente.

-1. Numero di automobili in Italia secondo dati recenti, in Italia ci sono circa **40 milioni di automobili**.

-2. Distanza media percorsa annualmenteLa distanza media percorsa da un’automobile in Italia è di circa **12.000 km all’anno**.

-3. Consumo medio di energia elettrica per chilometroUn’auto elettrica moderna consuma in media **0,15-0,20 kWh per chilometro**. Prendiamo un valore medio di **0,18 kWh/km**.-

4. Calcolo dell’energia totale Necessaria moltiplichiamo il numero di automobili per la distanza media percorsa e per il consumo medio di energia:\[\text{Energia totale} = \text{Numero di automobili} \times \text{Distanza media} \times \text{Consumo medio}\]\[\text{Energia totale} = 40.000.000 \times 12.000 \, \text{km} \times 0,18 \, \text{kWh/km}\]\[\text{Energia totale} = 86.400.000.000 \, \text{kWh} = 86,4 \, \text{TWh}\]### 5. Confronto con il consumo elettrico italianoIl consumo elettrico totale in Italia è di circa **320 TWh all’anno**. Quindi, l’energia necessaria per far circolare tutte le automobili elettriche rappresenterebbe circa **27%** del consumo elettrico nazionale.### Considerazioni aggiuntive- **Efficienza energetica**: Le auto elettriche sono più efficienti di quelle a combustione interna, quindi il passaggio all’elettrico ridurrebbe il consumo energetico complessivo.- **Infrastruttura di ricarica**: La transizione richiederebbe un potenziamento della rete elettrica e delle infrastrutture di ricarica.- **Fonti energetiche**: Per massimizzare i benefici ambientali, l’energia dovrebbe provenire da fonti rinnovabili.

In sintesi, servirebbero circa **86,4 TWh all’anno** per far circolare tutte le automobili in Italia con veicoli elettrici.

E SI POTREBBE PRODURRE TUTTA L’ENERGIA NECESSARIA CON LE RINNOVABILI!

L’Italia è chiamata a un significativo incremento delle energie rinnovabili nei prossimi 10 anni per rispettare gli obiettivi climatici dell’UE (riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e neutralità carbonica entro il 2050) e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, soprattutto dopo la crisi energetica legata alla guerra in Ucraina. Ecco una panoramica delle previsioni e delle sfide:

—Obiettivi e Scenario Attuale**

– **Attuale produzione da rinnovabili**: Nel 2023, le rinnovabili coprivano circa **35-40%** del consumo elettrico italiano (idroelettrico dominante, seguito da solare ed eolico).

– **Target 2030**: Il **PNIEC** (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) aggiornato prevede di raggiungere **65-70% di elettricità da rinnovabili** entro il 2030, con un incremento di **70 GW di capacità installata** (soprattutto solare ed eolico).—

Fattori Chiave per la Crescita

-1. **Solare Fotovoltaico** – **Obiettivo**: Aggiungere **40-50 GW** entro il 2030 (oggi: circa 25 GW). – **Strategie**: – Sviluppo di **agrovoltaico** (pannelli integrati in terreni agricoli). – Incentivi per l’autoconsumo e le **comunità energetiche**. – Semplificazione delle autorizzazioni per impianti su tetti e aree industriali.2. **Eolico** – **Obiettivo**: Raggiungere **20-25 GW** (oggi: circa 12 GW). – **Focus**: – Eolico **offshore** nel Mediterraneo (primi progetti pilota in Sicilia e Sardegna). – Repowering degli impianti onshore esistenti per aumentare l’efficienza.3. **Idrogeno Verde** – **Piano Italiano**: Produrre **2-3 GW di idrogeno verde** entro il 2030, legato a settori come l’industria pesante e i trasporti. – Progetti come l’**Hydrogen Valley** in Puglia.4. **Bioenergie e Geotermia** – Valorizzazione di biomasse sostenibili e geotermia in Toscana.5. **Riqualificazione della Rete Elettrica** – Investimenti in **smart grid** e accumuli (batterie) per gestire l’intermittenza delle rinnovabili.—### **Sfide Principali**1. **Burocrazia e Autorizzazioni** – Tempi lunghi per le approvazioni (fino a 5 anni per l’eolico offshore). – Il decreto **Semplificazioni Bis** (2024) cerca di accelerare i processi, ma l’implementazione è ancora lenta.2. **Opposizioni Locali (NIMBY)** – Contrasti su eolico e grandi impianti solari per impatto paesaggistico.3. **Infrastrutture Inadeguate** – Rete elettrica obsoleta, soprattutto al Sud, dove si concentrano sole e vento.4. **Finanziamenti e Competitività** – Necessità di attrarre **70-100 miliardi di €** di investimenti entro il 2030. – Il PNRR stanzia **59 miliardi** per la transizione verde, ma servono anche capitali privati.—### **Opportunità Economiche e Sociali**- **Lavoro**: Si stima la creazione di **300.000 nuovi posti** nel settore delle rinnovabili entro il 2030 (fonte: IRENA). – **Indipendenza Energetica**: Riduzione delle importazioni di gas (oggi ~40% del mix energetico). – **Innovazione**: Leadership in settori come l’agrovoltaico, l’idrogeno e le tecnologie per l’accumulo.—### **Progetti Iconici in Cantiere**1. **Sicilia e Sardegna**: Hub per eolico offshore e idrogeno verde. 2. **Puglia e Basilicata**: Mega-parco solare da 3 GW (tra i più grandi d’Europa). 3. **Toscana**: Ampliamento della geotermia e progetti di biogas. 4. **Piemonte e Lombardia**: Comunità energetiche rurali e industriali.—### **Conclusioni**L’Italia ha il potenziale per diventare un leader europeo nelle rinnovabili, ma deve superare **burocrazia, resistenze locali e gap infrastrutturali**. Con politiche chiare, semplificazioni e investimenti mirati, l’obiettivo del 65-70% di elettricità verde entro il 2030 è raggiungibile. Il successo dipenderà dalla collaborazione tra governo, imprese e cittadini, trasformando la transizione energetica in un motore di crescita sostenibile.

INCREMENTARE AL 70% LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI SIGNIFICA AUMENTARE LA PRODUZIONE DELLA STESSA QUANTITÀ NECESSARIA PER ALIMENTARE TUTTE LE AUTO.

Mobilità tutta elettrica in 10 anni é possibile!