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La pace, impossibile?

Il pacifismo inglese e non solo attinse forza dal ricordo degli orrori della prima guerra mondiale

La pace, impossibile?

“Mai più guerre” fu lo slogan con il quale molti si identificarono per lo stretto rapporto intrattenuto di persona con la sofferenza e la morte provocata dalla guerra

La pace, impossibile?

Il pacifismo inglese e non solo attinse forza dal ricordo degli orrori della prima guerra mondiale

 

Negli anni fra le due guerre, il pacifismo inglese e non solo attinse indubbiamente forza dal ricordo degli orrori della prima guerra mondiale. A ricordo dei morti e delle vittime furono eretti monumenti in tutto il paese, ma gli invalidi costituirono, almeno per tutti gli anni ‘20 del Novecento, un ricordo ancora più impressionante delle conseguenze della guerra.

Lo slogan “Mai più guerre”

“Mai più guerre” fu lo slogan con il quale molti si identificarono per lo stretto rapporto intrattenuto di persona con la sofferenza e la morte provocata dalla guerra.

Per molto tempo prevalse la convinzione che una nuova guerra sarebbe stata una mera ripetizione dell’ultima, con l’aggiunta assai temuta dei bombardamenti aerei. Ma l’origine dei sentimenti pacifisti non va ricercata solo nei ricordi del passato.

La crescita del pensiero pacifista fu strettamente connessa e correlata con i mutamenti sociali e politici verificatisi in Gran Bretagna e con gli sviluppi esterni.

Il contesto nel quale il pacifismo emerse e con il quale esso fu intimamente legato fu costituito dal declino industriale, dalla disoccupazione di massa, dalla povertà e dalla fame, all’interno, e dai problemi connessi con il perdurare, all’esterno, del dominio coloniale, prima che fossero tutti messi in ombra dalla grande minaccia del fascismo.

Il decennio dell’illusione e della delusione

Le opinioni riguardo la guerra cominciarono a cambiare in modo significativo nel corso degli anni ‘20, un periodo che potrebbe essere definito il decennio dell’illusione e della delusione.

Gli anni immediatamente seguenti al conflitto avevano visto poco trionfalismo militarista e non erano sorte battagliere e violenti organizzazioni di ex combattenti, come ce ne erano in altre parti d’Europa.

Lo stato d’animo diffuso era la stanchezza e l’idea comune fra la gente vedeva nella guerra una tragedia terribile, ma necessaria per salvare la democrazia e che quella appena combattuta poteva essere la guerra per mettere fine a tutte le altre guerre.

Il radicalismo sociale

Tali sentimenti si combinavano con nuove speranze per il futuro, in parte legate alle promesse fatte alle truppe, in parte a un nuovo radicalismo sociale che si era sviluppato fra i soldati nel corso della guerra.

Ma la realtà venne subito a disingannare la gente da queste aspettative: disoccupazione, carenza di case e di cibo, l’insuccesso del governo laburista, il fallimento dello sciopero generale, tutto contribuì ad accentuare le divisioni sociali e servì a rivelare la distanza profonda che ancora separava i ricchi dai poveri e il governo dalla popolazione.

L’interpretazione di sinistra sulla guerra

Delusione e risentimento portarono a un aumento delle opinioni circa la guerra. Ora la gente era più disposta ad accogliere l’interpretazione di sinistra sulla guerra, vista come lotta fra imperialismi, combattuta per difendere gli interessi inglesi e a vedere la retorica patriottica del sacrificio come poco più che un espediente ipocrita per dissimulare questa realtà.

La sensazione della classe lavorativa, che la guerra l’aveva combattuta, fu forse stata tradita da chi non l’aveva fatta e provocò a sua volta una crescita della solidarietà internazionalista della classe lavoratrice stessa.

Questa mentalità fu dominante nei circoli della classe lavoratrice e nelle classi medie orientate a sinistra. Accadeva di frequente di imbattersi in risoluzioni approvate dalle associazioni dei lavoratori e dei sindacati, che invitavano il governo a rinunciare alla guerra come strumento di azione politica.

La guerra è sempre inutile

Si trattava di una sorta di pacifismo diffuso, fondato sul presupposto che la guerra è sempre inutile, ed è dichiarata da governi incompetenti per farla combattere a generali ancora più incompetenti. Tale visione procurò un forte sostegno alla Società delle nazioni a favore del disarmo generale.

Un contributo piuttosto sorprendente al movimento per la pace si ebbe agli inizi degli anni ‘30 del Novecento quando nel corso di un dibattito la Lega degli studenti all’Università di Oxford, fra la contestazione dell’establishment britannico votò una mozione per cui “questa istituzione in nessun caso combatterà per il suo re e per il suo paese”.

Il pacifismo persino tra gli studenti

Tale voto significava infatti che ora il pacifismo penetrava persino tra gli studenti privilegiati della classe media quella da cui tradizionalmente provenivano gli ufficiali. Ovviamente le cose non stavano proprio così. Molti non erano pacifisti avevano semplicemente cominciato a pensare di avere il diritto di scegliere il tipo di guerra che volevano combattere.

Ciò era tuttavia indicativo del sentimento generale che permeava i giovani e la sinistra.

Era un sentimento di mancanza di fiducia nei governi politici al potere, considerati inefficienti nella retorica del patriottismo. Di contro vi era la convinzione che l’azione e la testimonianza personali a sostegno della pace potevano in qualche modo compensare le manchevolezze dei governi.

Naturalmente, la situazione mutò radicalmente con l’avvento di Hitler al potere, che conferiva al problema della guerra e della pace un’urgenza del tutto nuova e emergente.

Lo slogan “fascismo significa guerra”

All’inizio, la sinistra fu alquanto incerta sulla linea da seguire nei confronti di Hitler: essa respingeva come ovvio le intenzioni del fascismo e i metodi della dittatura. L’instabilità della situazione portò l’opinione pubblica pacifista ad accentuare molte tematiche degli anni precedenti.

Furono rinnovati gli appelli a puntare sulla Società delle nazioni per la sicurezza, per una riduzione pianificata degli armamenti e per la messa in atto di sanzioni economiche e politiche contro gli aggressori. La prevenzione della guerra attraverso un’azione concentrata di carattere internazionale rimase la grande speranza della sinistra pacifista.

Ci si trovava invece alle prese con un governo nazionale in realtà largamente conservatore che in pratica sembrava non far nulla a sostegno degli sforzi che venivano compiuti per raggiungere la sicurezza collettiva.

I segnali di disastri incombenti erano fortemente aumentati durante il primo anno di governo di Hitler, e cominciò a essere più largamente accettato a sinistra lo slogan “fascismo significa guerra”.

Note: Bibliografia ragionata:

R. Aron, Pace e guerra tra le nazioni, Milano

M. Ceadel, Pacifismi in Britain, Oxford University Press

N. Branson, M. Haienemann, L’Inghilterra degli anni Trenta, Laterza Bari

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Pace, nonviolenza, pacifismo, ambiente su Tempi di Fraternità

Sul sito di Tempi di Fraternità

Pace, nonviolenza, pacifismo, ambiente su Tempi di Fraternità

Un particolare riguardo al nucleare, alla luce dell’entrata in vigore del trattato ONU di proibizione delle armi nucleari e ampio spazio dedicato all’educazione alla pace, alla nonviolenza, al pacifismo e altro ancora

Tempi di Fraternità: Pace per l'umanità

Sul sito di Tempi di Fraternità

Sul sito della rivista Tempi di Fraternità, nella sezione “Pace per l’umanità”, curata dalla nostra collaboratrice Laura Tussi, si possono trovare articoli riguardanti argomenti che sono legati al grande tema della pace oltre ad affrontare la questione degli armamenti, con particolare riguardo al nucleare, alla luce dell’entrata in vigore del trattato ONU di proibizione delle armi nucleari. Inoltre ampio spazio viene dedicato all’educazione alla pace, alla nonviolenza e al pacifismo, in tutti i possibili ambiti di intervento dalla scuola ai settori associativi territoriali.

I temi ambientali sono affrontati con particolare attenzione e compaiono inoltre numerose e interessanti interviste. Insomma, consultare i seguenti link può essere una interessante scoperta.

Buona lettura ! 

 

PACE per l’umanità

Campagna Guantanamo [31 Agosto 2021]

Firma anche tu la lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi. L’Italia chieda agli Stati Uniti la chiusura della prigione americana di Guantanamo dove si torturano i prigionieri e dove vengono violati sistematicamente i diritti umani. La tua firma apparirà pubblicamente sul sito web di PeaceLink sotto la lettera a Draghi

Contro l’intolleranza [31 Agosto 2021]

Nella Spagna del Settecento, i resoconti dei viaggiatori concordano nella descrizione di una chiesa intollerante, caratterizzata dalla persistenza di forme di religiosità barocche e da una forte presenza dell’inquisizione

Giustizia climatica [31 Agosto 2021]

Casacomune propone la seconda edizione di una formazione per insegnanti ed educatori su cambiamenti climatici, biodiversità, conflitti ambientali. Il titolo del corso è “La scuola per il futuro”. Qui si riportano le slides di Alessandro Marescotti sulla giustizia climatica

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Una sentita riflessione va alle vicende attuali che si svolgono in Afghanistan e al dramma di un popolo perennemente occupato dagli Stati Uniti e da altri invasori e che lotta per l’emancipazione, l’indipendenza e l’autodeterminazione

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Scrivere per sé, di sé e per gli altri è un atto bello che apre la mente. È un’azione liberatoria che comporta un’analisi interiore e introspettiva attenta a far emergere dall’interiorità i nostri traumi, i tasti dolenti, le difficoltà, ma soprattutto la scrittura fa emergere il bello dell’esistenza

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San Vittore: confronto con i detenuti sul libro ‘Riace. Musica per l’Umanità’ [16 Agosto 2021]

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Libro: Di terra e di pietra [15 Agosto 2021]

Recensione al volume di Gianmarco Pisa, Di terra e di pietra. Forme estetiche negli spazi del conflitto, dalla Jugoslavia al presente, Multimage, Firenze 2021

Pressenza – Memoria e Futuro, una prospettiva di giustizia sociale e ambientale [15 Agosto 2021]

È un lavoro di notevole interesse, quello curato da Alfonso Navarra, Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, dal titolo Memoria e futuro (Mimesis Edizioni, Milano – Udine, 2021), recentissima pubblicazione che raccoglie contributi di autori quali Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli e altri

Pace, nonviolenza, pacifismo, ambiente su Tempi di Fraternità [15 Agosto 2021]

Un particolare riguardo al nucleare, alla luce dell’entrata in vigore del trattato ONU di proibizione delle armi nucleari e ampio spazio dedicato all’educazione alla pace, alla nonviolenza, al pacifismo e altro ancora

La bicicletta di Giulio Regeni [15 Agosto 2021]

Testo e musica di Marco Chiavistrelli noto compositore e cantautore che ha cantato con varie personalità del mondo dello spettacolo da Battiato a De Gregori, dai Nomadi agli Area, da Guccini a Bennato e è impegnato in movimenti alternativi con importanti lotte sociali

L’informazione della libertà [15 Agosto 2021]

I manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa molto importante. Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale e nella lotta della Resistenza

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Anna si ritrovava reclusa con una fanciullezza spezzata dalla guerra. La seconda guerra mondiale: la più spietata delle atrocità del cosiddetto secolo breve. Dai Lager, ai bombardamenti fino all’altrettanto crudele epilogo di Hiroshima e Nagasaki

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Dal mondo dei movimenti per la pace e il disarmo la proposta di una “educazione alla terrestrità”. Raccogliendo l’eredità di partigiani come Stéphane Hessel ed Edgar Morin, guarda a un futuro possibile, costruito grazie ai temi della pace, dell’ambiente, del disarmo e della giustizia sociale

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Nato nel 1921 a Voltana, una frazione di Lugo di Romagna, partecipa alla Resistenza nelle Brigate Garibaldi. In questo video ha 94 anni e traccia i momenti essenziali della sua vita ricordando l’impegno e il sacrificio di chi ha lottato per un mondo migliore

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Nostro dovere è tutelare e salvaguardare l’intera storia dell’umanità, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché l’essere umano probabilmente è l’unico essere raziocinante che è ospitato dalle infinite galassie del cosmo e di questo trattava anche l’astrofisica Margherita Hack

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È stata per noi una grande sorpresa e un immenso piacere, poter leggere “Il cortile degli oleandri”, opera della cara amica Rosaria Longoni. Un libro intenso, scritto con il cuore e con la consapevole volontà di tramandare una memoria importante: una memoria capace di trasmettere emozioni e valori

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Da più di un mese il caro amico Giampiero Monaca è in digiuno, un digiuno di giustizia per affermare prima di tutto il diritto e dovere che ha un maestro di educare i suoi alunni secondo un metodo che pone le basi sull’insegnamento dei grandi maestri della pedagogia nonviolenta

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Evento Libreria Il Mosaico – La violenza non è il mio destino [23 Marzo 2021]

Tiziana Di Ruscio ha vissuto la violenza in un incubo tra vita e speranza, tra disagio e volontà di riscatto. Il riscatto l’ha ottenuto riuscendo a denunciare. E, soprattutto, ha raggiunto una emancipazione, una liberazione morale scrivendo questo libello fondamentale per la sua esistenza.

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La Voce: i libri di Tiziana Di Ruscio [16 Marzo 2021]

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Evento – La violenza non è il mio destino [06 Marzo 2021]

Evento organizzato da Un’altra Storia Varese. Evento online

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Rivista .eco, l’educazione sostenibile:Il canale YouTube Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, premio Nobel per la pace 2017

Una sanità per tutti in epoca di covid 19. Colloquio a più voci con Vittorio Agoletto [24 Febbraio 2021]

Presentazione con Vittorio Agnoletto

La violenza non è il mio destino [21 Febbraio 2021]

La storia di vita di Tiziana Di Ruscio, vittima di violenza, sopravvissuta al femminicidio, narrata in questo libro di drammatica verità, rasenta però l’incredibile e l’indicibile. Libro in tutte le librerie dal 4 Marzo 2021

“David Maria Turoldo, il resistente”: i testimoni raccontano [06 Febbraio 2021]

In questo libro Guerino Dalola propone un trattato di ampio respiro sulla vita di David Maria Turoldo, poeta, filosofo, sacerdote, autore, traduttore, fondatore di riviste e giornali. Evento Facebook live

Bruco blu: una favola contro la violenza [05 Febbraio 2021]

L’autrice è sopravvissuta al femminicidio e in questa favola racconta una storia semplice ma didascalica per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio contro la violenza in tutte le sue forme

Trattato Proibizione Armi Nucleari: webinar [03 Febbraio 2021]

La finalità del webinar di PeaceLink è quella di far conoscere il trattato ONU TPAN inserito in un percorso di educazione civica e di cittadinanza globale. L’educazione alla pace deve essere inserita nell’educazione civica, partendo dal fatto che in una democrazia le regole evitano la guerra.

Libro “E anche questa è la mia vita” [03 Febbraio 2021]

Libro di Rita Trinchieri. Recensione di Laura Tussi. Hatria Edizioni

Un progetto per cambiare il mondo [25 Gennaio 2021]

Il progetto Memoria e Futuro, all’interno della Rete per l’educazione alla “Terrestrità”, è formalmente un “settore” dell’associazione Kronos Pro Natura, la quale fa appunto parte della coalizione dei Disarmisti Esigenti.

In vigore il TPAN: che fare adesso? [21 Gennaio 2021]

Il 22 gennaio 2021 entra in vigore il Trattato ONU di proibizione delle armi nucleari. Siamo su Il Manifesto

Arrigo Boldrini: il comandante Partigiano Bulow [19 Gennaio 2021]

22 Gennaio 2008 – ci lascia il Partigiano Bulow. 22 Gennaio 2021 – è in vigore il TPAN, Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari. Partigiani per la Pace.

TPAN: una data storica per l’umanità [14 Gennaio 2021]

Il 22 gennaio 2021 entra in vigore a livello mondiale il TPAN- Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, uno dei tanti tasselli del lavoro e del percorso per la pace del XXI secolo (il diritto alla pace)

Scuola. Il viaggio senza fine [11 Gennaio 2021]

A scuola è necessario imparare a riconoscere e gestire anche la parte emotiva dell’apprendimento: stati d’animo, insicurezza, esigenza di supporto da parte dell’adulto, sofferenza psichica, disagio emotivo

Intervista: la necessità di consumare meno [07 Gennaio 2021]

In questa dimensione, realmente interculturale, da anni si realizzano progetti anche di vasta portata che hanno come obiettivo l’educazione per la cittadinanza attiva e globale e per l’ambiente

AltroNovecento: ricordando Virginio Bettini [07 Gennaio 2021]

Vir come volevi che ti chiamassimo noi. Quanti insegnamenti e quanta voglia di lottare per un mondo migliore ci hai trasmesso. Cittadino del mondo, ci lasci per l’ultimo viaggio al rientro nella tua città natìa

Il sale e gli alberi: recensione [06 Gennaio 2021]

Basaglia, l’antipsichiatria, la chiusura dell’ospedale psichiatrico di Imola negli anni Ottanta. Di questo, e di molto altro, tratta “Il sale e gli alberi” di Ernesto Venturini: una piccola storia nella grande storia del processo di liberazione dell’essere umano, tra successi e contraddizioni.

Storia di una bambina farfalla di Gaza: recensione [03 Gennaio 2021]

I bambini ci insegnano a volare! Recensione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici. Libro a cura di Gianna Pasini, con illustrazioni di Fogliazza e postfazione di Wasim Dahmash. Edito da Edizioni Q

PeaceLink e Unimondo – Intervista a Vittorio Agnoletto [30 Dicembre 2020]

Intervista a Vittorio Agnoletto sul suo ultimo Libro “Senza Respiro” con prefazione dell’ex Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Intervista di Laura Tussi a Vittorio Agnoletto. Video di Fabrizio Cracolici.

La scuola come spazio di dialogo [30 Dicembre 2020]

Un viaggio di speranza nella scuola del dialogo con Odissea, blog di Angelo Gaccione, compagno di Carlo Cassola nell’attivismo pacifista

Riflessioni di un obiettore di coscienza e di una attivista [22 Dicembre 2020]

Dalla Seconda Guerra Mondiale, al processo di Norimberga, dai movimenti per la nonviolenza e il disarmo, fino a arrivare alle Università per la Pace

Collegare culture [19 Dicembre 2020]

Garantire una dimensione globale all’educazione alla cittadinanza: un approccio cooperativo all’apprendimento degli studenti all’interno di Agenda ONU 2030

L’orto a scuola [19 Dicembre 2020]

Gli studenti imparano a scuola a salvare il pianeta. Il parco ludico e pedagogico e l’orto biologico e didattico a scuola con Agenda ONU 2030

Educazione e Ambiente [10 Dicembre 2020]

L’amore e l’interesse per la natura sono stati la forza motrice del progetto “Educazione e ambiente”, un viaggio nel quale i miei colleghi e io ci siamo confrontati all’unisono. È servito a stimolare numerose discussioni pedagogiche e ha incoraggiato l’applicazione di diverse teorie educative.

L’Agenda delle idee [10 Dicembre 2020]

Progetti di sviluppo dell’educazione all’attivismo partecipativo in base agli obiettivi di Agenda Onu 2030

Teoremi di Pace [04 Dicembre 2020]

Con i miei scritti, imparo la relazione nell’azione educativa e di attivismo e di impegno civile, in rapporto con l’altro da me

EquAgenda per la Pace e la Solidarietà [30 Novembre 2020]

Una produzione dell’associazione Ita-Nica e della cooperativa EquAzione della Comunità di base “le Piagge”

Intervista a Vittorio Agnoletto: la democrazia necessita di umanità [27 Novembre 2020]

Intervista a Vittorio Agnoletto sul suo ultimo Libro “Senza Respiro” con prefazione del Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Intervista di Laura Tussi a Vittorio Agnoletto. Video di Fabrizio Cracolici

Tempi di fraternità: pace per l’umanità [25 Novembre 2020]

Un innovativo spazio di accoglienza all’interno del sito della rivista Tempi di Fraternità dal titolo emblematico Pace per l’umanità

“Conosci il tuo patrimonio religioso” – Progetto Unesco [24 Novembre 2020]

Progetto di Nadia Scardeoni che ha la Mission di avvicinare le giovani generazioni all’arte sacra e liturgica delle confessioni religiose presenti nel territorio, di educare nelle classi multiculturali e tracciare sentieri di condivisione pacifica, favorendo incontri rispettosi tra diverse culture.Laura TUSSI è partner culturale del programma: https://apdvision.blogspot.com/2020/11/tussi.html

Esperienze di attivismo: dialoghi con Laura Tussi [15 Novembre 2020]

Lavorare in rete, tessere complicità e punti di forza con tutti i compagni di viaggio in cammino verso la pace e la nonviolenza

Arrivederci Piergiorgio! Arrivederci Direttore! [11 Novembre 2020]

Viviamo un misto di dolore per la tua improvvisa partenza e di gratitudine per aver camminato insieme per tanti anni godendo della tua amicizia, competenza e insaziabile amore per la vita. Siamo vicini alla tua famiglia, ai tanti che ti hanno voluto bene.

BookCity 2020 – La cultura salverà il mondo [09 Novembre 2020]

L’edizione BookCity 2020 vedrà, tra gli altri, come ospiti, Vittorio Agnoletto, Fabrizio Cracolici, Alfonso Navarra, Laura Tussi, con Musica di Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones

Cittadinanza globale a partire da Taranto [29 Ottobre 2020]

A Cortona nel 2008 l’esperienza fondante di un summit sulla cittadinanza attiva e globale

Gianni Rodari a cento anni dalla nascita [29 Ottobre 2020]

Nella biografia di Rodari, emerge l’amore per la vita, diventando prima insegnante e poi giornalista e ponendosi sempre in una posizione di anticonformismo nei confronti della realtà. Infatti metteva in ridicolo il militarismo con garbo e fantasia

Educazione e relazioni di potere [29 Ottobre 2020]

Le relazioni di potere compongono una trama plurale, diffusa, trasversale a tutte le relazioni umane e sono direttamente collegate alle possibilità di costruirci in soggetti sociali e storici in trasformazione

Il Trattato di Proibizione delle armi nucleari è in vigore ! [29 Ottobre 2020]

Con 50 ratifiche di Stati, grazie all’ultimissima – proprio ieri 24 ottobre – proveniente dall’Honduras,il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPAN) raggiunge un traguardo cruciale: l’entrata in vigore quale strumento riconosciuto dalla normativa internazionale

Educazione: tra etica e politica [29 Ottobre 2020]

L’etica dà sostegno a quell’impulso di trasformazione proprio della permanente ricerca del senso della vita

Intervista a Fiorella Gazzetta, medico in soccorso degli ultimi [29 Ottobre 2020]

Nel marzo 2009 con alcuni volontari ha dato vita ad un Ambulatorio per Cittadini senza permesso di soggiorno e senza fissa dimora. Da agosto 2020 si sono costituiti in Associazione di Volontariato

Il mondo del Terzo Millennio [19 Ottobre 2020]

Un nuovo modello di sviluppo che a partire dall’educazione alla pace, da fattori locali, nazionali, internazionali, planetari, abbia come punto di riferimento le persone, gli ideali, i bisogni, i loro sogni, le speranze, i loro diritti

Nonviolenza: la forza della verità [19 Ottobre 2020]

Dal principio del dire la verità ai potenti alla legge dell’amore

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Dal collettivo studentesco alla fabbrica. Rossana De Simone racconta la sua esperienza di giovane lavoratrice e delegata sindacale

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I giovani e la piena consapevolezza delle sfide del terzo millennio dalla diseguaglianza globale, ai dissesti climatici, alla potenziale, ma quanto mai imminente e irreversibile, guerra nucleare

Il Monte della Pace [14 Ottobre 2020]

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Educazione e cambiamento [13 Ottobre 2020]

In un contesto segnato dalla globalizzazione neoliberista, i popoli si agitano tra l’angoscia e la speranza, senza aver ottenuto una risposta alle aspirazioni suscitate dalla modernità occidentale

Egidia Beretta Arrigoni: in Viaggio con Vittorio [11 Ottobre 2020]

“Questo figlio perduto, ma vivo come forse non lo è stato mai, che, come il seme che nella terra marcisce e muore, darà frutti rigogliosi”

La ricerca dell’altro [03 Ottobre 2020]

I nazionalismi, i regionalismi, i fondamentalismi, i sovranismi, le imprese di purificazione etnica sono processi che generano intolleranza e sfociano in razzismo e in altre ideologie criminali

Un angelo in cammino per il mondo [02 Ottobre 2020]

Il viaggio come esperienza di vita, di impegno, di attivismo. “Sono convinta che il modo migliore per valorizzare questa mia vita sia esplorare il mondo, che sia il paese vicino o l’altro capo del pianeta”.

Noi abbiamo un sogno [02 Ottobre 2020]

Vogliamo recuperare l’immaginazione e la creatività di cui abbiamo tanto bisogno a scuola. Occorre tornare a essere importanti per il futuro di coloro che erediteranno madre terra.

Chiara Castellani: “Pensare al proprio prossimo” [25 Settembre 2020]

“O si entra in questa dimensione di voler pensare agli altri e ciascuno di noi entra in questa prospettiva anche di globalizzazione della solidarietà con gli altri, o non riusciremo a salvarci tutti assieme, in questo dovremmo imparare anche dall’Africa”.

E’ morto Virginio Bettini [22 Settembre 2020]

Ha collaborato con Barry Commoner e con lui pubblicò a doppia firma “Ecologia e lotte sociali” nel 1976. Insieme andarono in Vietnam per denunciare i disastri causati dalla diossina lanciata dagli USA nella guerra chimica. E’ stato europarlamentare verde.

Intervista a una giovane attivista per la Palestina: Vane Marinello [17 Settembre 2020]

“Sono arrivata ad un punto in cui non riuscivo più a stare zitta. Continuavo a pensarci e mi sono detta bisogna cogliere l’opportunità di cambiare qualcosa. Così ho cominciato a studiare, a leggere e informarmi, ad usare i social per comunicare, per far capire e informare le persone

Il dialogo è accoglienza [11 Settembre 2020]

Nel termine dialogo, il prefisso ‘dia’ suggerisce l’atto dell’attraversare. Si tratta di andare oltre le parole, le apparenze, superando gli ostacoli posti da lui, da me, dagli altri

Educare a una cittadinanza globale nella scuola [04 Settembre 2020]

La cittadinanza globale crea ponti per l’uomo planetario – come diceva Ernesto Balducci – e fa valere soprattutto l’umanità comune ai diversi popoli, che crea tra loro dialoghi, accordo, scambi, convergenze, sia pure dentro un processo difficile, non lineare e complesso

Amore & Resistenza [29 Agosto 2020]

Piccola recensione ritmica di Renato Franchi & Gianfranco D’Adda, Musicisti, per il Libro “David Maria Turoldo. Il Resistente” di Guerino Dalola, con prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Per un’educazione trasformatrice [29 Agosto 2020]

Per formare le nuove generazioni alla cittadinanza attiva e globale e planetaria è necessaria la formazione di educatori che siano animati non da una cultura della trincea e dell’arroccamento, ma da una cultura degli avamposti e dunque del rischio, del cambiamento e della trasformazione.

La scuola al centro del cambiamento [22 Agosto 2020]

L’insegnante e l’educazione al cambiamento per una cittadinanza attiva, globale e universale nell’ottica di una innovativa cultura della Terrestrità

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Il caso Lombarda Petroli e lo sversamento di idrocarburi del 2010 nel fiume Lambro. Prefazione di Vittorio Agnoletto. Mimesis Edizioni, collana Eterotopie. Recensione di Laura Tussi

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Il Manifesto: Ecopacifismo e Terrestrità

Il Manifesto presenta

Il Manifesto: Ecopacifismo e Terrestrità

Nostro dovere è tutelare e salvaguardare l’intera storia dell’umanità, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché l’essere umano probabilmente è l’unico essere raziocinante che è ospitato dalle infinite galassie del cosmo e di questo trattava anche l’astrofisica Margherita Hack

Rete educazione alla terrestrità

Nostro dovere è tutelare e salvaguardare dalle minacce che incombono sul pianeta, l’intera storia dell’umanità, giusta o sbagliata che sia, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché l’essere umano probabilmente è l’unico essere raziocinante che è ospitato dalle infinite galassie del cosmo e di questo trattava anche l’astrofisica Margherita Hack

COMMENTI

Il Manifesto: Ecopacifismo e terrestrità

Rete per l’educazione alla terrestrità promossa dai Disarmisti esigenti

Laura Tussi

EDIZIONE DEL 07.08.2021

La Terra non sarebbe “bene comune” dell’Umanità, al contrario l’Umanità verrebbe concepita come “bene comune della Terra”. La società sarebbe elemento vivo componente della complessità relazionale di cui è costituito l’unico ecosistema globale che ci ha originato e ci sostenta. Il “benicomunismo” sarebbe allora ribaltato nel significato e nel suo senso, se fosse valido l’assunto che il libro “Memoria e Futuro” pone alla base della rivoluzione culturale della “terrestrità”. Il concetto che l’Umanità appartiene alla Terra e non viceversa, nella sua nuova interpretazione, ben oltre il sentimento “antico come le montagne”, è dovuto a una intuizione, riprendente la concezione ancestrale dei popoli indigeni, del portavoce dei Disarmisti esigenti, Alfonso Navarra. In un certo senso, secondo Navarra, si tornerebbe alle tesi giovanili del Marx dei Manoscritti economico-filosofici del 1844: compito della Storia sarebbe un movimento comunista “per la piena umanizzazione della Natura, e per la piena naturalizzazione della società umana”.

Con il libro Memoria e futuro, edito da Mimesis edizioni, curato da Alfonso Navarra, insieme a Fabrizio Cracolici e a chi scrive (Laura Tussi), con i contributi, tra molti altri, di Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto, Alex Zanotelli, si sta dando vita a una vasta rete di attivismo ecopacifista con il progetto rivoluzionario di Educazione alla terrestrità che prende le mosse da associazioni affiliate a ICAN -campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari premio Nobel per la pace 2017.

In particolare collabora, con la capofila Disarmisti esigenti, WILPF Italia, insieme ad altre associazioni italiane, affiliate alla Carta della Terra UNESCO, per avviare, appunto, la “Rete di educazione alla terrestrità”. Si tratta di sviluppare il lavoro culturale, argomentando che l’Umanità è una sola e appartiene alla Terra, è un sistema vivente unico e integrato, nel fondamento al lavoro politico che faccia riconoscere pienamente tale verità dal diritto internazionale: ciò che può essere considerato la nonviolenza efficace.

Si parla, titolo del libro, di “Memoria e futuro”, perché dalla memoria del passato e dalla Resistenza partigiana antifascista, partendo dai moniti dei partigiani Hessel e Morin e dal pensiero della complessità, si arriva al “diritto alla pace”.

Il diritto alla pace consiste nei grandi progressi del diritto e nel lungo percorso dell’ordinamento internazionale che, a partire dalla dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 e dalle costituzioni nate dalla resistenza antifascista, arriva oggi al TPAN/TPNW – trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, alle Cop per il clima, all’agenda ONU 2030.

Oggi in particolare l’obiettivo è di inserire il disarmo nel percorso delle COP per il clima ed un banco di prova di questo sforzo è quello che si riuscirà ad ottenere in questo senso alla conferenza ONU di Glasgow il prossimo novembre.

Chi scrive ha contribuito a Memoria e futuro con un intervento pedagogico ed uno etico. E’ mia ferma convinzione che siamo figli della cosmicità e delle stelle e questa nostra appartenenza a Madre Terra non deriva da basi mitologiche come nelle narrazioni degli antichi popoli indigeni, ma da presupposti scientifici contenuti nell’evoluzionismo delle specie di matrice darwiniana e da tutto l’impianto delle scienze della Natura. Per questo l’educazione alla terrestrità, a mio parere, è il nuovo ecopacifismo, in quanto come specie di esseri viventi raziocinanti e senzienti abbiamo una precisa responsabilità nell’infinità senza tempo dell’immenso universo cosmo.

Il nostro dovere assoluto è quello di tutelare Madre Terra dalla catastrofe e dall’apocalisse nucleare e dalle minacce ecologico-climatiche e dell’ingiustizia sociale.

Per questo il diritto internazionale deve dotarsi di un diritto alla pace e al disarmo per scongiurare la fine incombente del nostro esistere.

E il nostro dovere è tutelare e salvaguardare l’intera storia dell’umanità, giusta o sbagliata che sia, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché l’essere umano probabilmente è l’unico essere raziocinante che è ospitato dalle infinite galassie del cosmo e di questo trattava anche l’astrofisica Margherita Hack di cui recentemente abbiamo ricordato l’anniversario della scomparsa.

Articolo su Il Manifesto:

https://ilmanifesto.it/ecopacifismo-e-terrestrita/

Note: Articolo su Il Manifesto:
https://ilmanifesto.it/ecopacifismo-e-terrestrita/

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La cara amica Antonia Baraldi Sani, già presidente di Wilpf – Women’s International League For Peace and Freedom Italia, in una nostra conversazione telefonica, riflette sul concetto di pace e di pacifismo.

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Antonia Baraldi moglie del maggior documentarista e regista RAI sulla storia dell’antifascismo: Massimo Sani

La cara amica Antonia Baraldi Sani, già presidente di Wilpf – Women’s International League For Peace and Freedom Italia, in una nostra conversazione telefonica, riflette sul concetto di pace e di pacifismo.

Lei che è stata moglie del celebre regista Rai Massimo Sani, il maggior documentarista sulla storia dell’Antifascismo e sugli eventi della seconda guerra mondiale e in generale e in particolare modo della storiografia contemporanea, racconta la sua militanza nei partiti di estrema sinistra, sempre schierata per l’antifascismo.

Antonia ha attraversato il dramma della guerra ed era profuga da un luogo all’altro dell’Italia.

Da questa esperienza con la guerra si è sempre posta delle domande fortemente esistenziali: cos’è la pace? è semplicemente assenza di conflitti?

La solidarietà è l’anticamera della pace, lei afferma convintamente, ma non deve essere solo assistenzialismo nei confronti dei più poveri, delle frange più fragili della società, ma significa dare e creare opportunità lavorative per tutti.

Lei che nell’infanzia è cresciuta in ambienti cattolici, ha incontrato preti operai e si è resa conto della loro estrema diversità rispetto ai vari sacerdoti parrocchiani più comuni.

I preti operai sviluppano forme di solidarietà legate al concetto di terrestrità, all’attualità del presente a sostegno dei figli di una grande madre che non è sorella, ma è la madre di tutti: la madre terra.

Lei è madre, il che vuol dire che non siamo figli di un Dio maschio e onnipotente, ma di una maternità che prende le sembianze dalle mitologie dei popoli ancestrali. E dalle antiche etnie autoctone del Sudamerica.

Ma con Antonia, andiamo oltre le mitologie, e ci rifacciamo e ricolleghiamo ai presupposti scientifici collegati all’evoluzionismo della specie umana, animale, vivente e terrestre per cui siamo figli di una terra e di un cosmo.

La pace è soprattutto per Antonia una costruzione terrena per il superamento delle disuguaglianze.

Il nostro è un pensiero e una concezione della vita e dell’esistente profondamente laico, nonviolento e femminista.

Perché non prevede una paternità divina e religiosa e mitologica continuamente e cristianamente parlando.

Al contrario contempla, con uno spirito basato sull’evoluzionismo scientifico della specie, un’appartenenza e una genesi da un corpo femminile, da una cosmicità e terrestrità che attraversano il tempo e lo spazio dall’origine della specie umana, animale e vivente, su presupposti scientifici basati sull’evoluzionismo delle varie specie terrestri e sulla preesistente cosmicità e vita cosmica.

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Per capire meglio il ragionamento che sarà esposto nel presente intervento, è necessario premettere cosa intendiamo per “nonviolenza efficace”, nell’approccio pragmatico caratterizzante i Disarmisti esigenti, come Rete della Educazione alla Terrestrità, che riprende la parte laica dell’insegnamento e dell’esperienza gandhiana. Qui devo rifarmi a quanto già illustrato su “Antifascismo e nonviolenza”, il pamphlet pubblicato con Alfonso Navarra e con la partecipazione essenziale di Fabrizio Cracolici, Adelmo Cervi e Alessandro Marescotti per i tipi della Mimesis, focalizzato sulla prospettiva dell’”antifascismo sociale”, ben differenziato rispetto a quello della pura memoria o quello dello scontro militarizzato con i gruppi della destra.

La nonviolenza di cui parliamo non è, allora, quella “etica”, “antica come le montagne”, espressa nei comandamenti individuali del “non uccidere” o “porgere l’altra guancia”. Si tratta invece di una nonviolenza come “forza dell’unione popolare”, quindi innestata su un agire collettivo politico pianificato e organizzato, bene appoggiata sul “principio di responsabilità” (si veda la sua versione aggiornata in Hans Jonas).

La nonviolenza efficace è capace di risolvere in modo determinante i conflitti politici reali secondo una strategia che sa trasformare i gruppi umani “nemici” in gruppi umani “amici”; e nelle condizioni della situazione politica contemporanea, viene a coincidere nei “progressi del diritto internazionale”: cioè nella creazione di un ordine globale che faccia prevalere la forza del diritto (e dei diritti) sul diritto della forza (armata).

Il “diritto internazionale” di cui parliamo è, ovviamente, quello della “terrestrità”, che deve riconoscere i diritti dell’Umanità,vista come insieme unico, e non come singoli popoli, e della Natura anche essa considerata come ecosistema globale, il Pianeta Terra come unico organismo vivente.

Sulla base di quanto premesso, proviamo ora a far partire alcune riflessioni sul lavoro dell’educatore, nella consapevolezza di quanto sia difficile ed impegnativo da sviluppare nella pratica, nel contesto spesso ostile delle istituzioni educative nella loro attuale gestione burocratica.

Le difficoltà sono di diverso tipo: di relazione interpersonale, di comunicazione, di linguaggio, di metodologia e spesso si assiste al prevalere del trasmettere sul comunicare come direbbe Danilo Dolci, maestro di educazione maieutica.

Paradossalmente, la letteratura su questo tema cresce notevolmente con continue nuove proposte che sovraccaricano educatori, insegnanti, analisti e formatori rendendo il loro compito ancora più difficile, schiacciati tra diverse esigenze concrete e impellenti, dai programmi da svolgere, dalle carenze strutturali, organizzative, economiche del mondo scolastico, dalla disattenzione della società che invia messaggi diseducativi o quantomeno in forte contrasto con quelli che l’educatore, il formatore, lo psicologo cercano di trasmettere nel fare esperienze dirette.

E così sottoporsi al forte impatto dell’incontro con realtà culturali molto diverse dalle nostre è un modo intelligente per cercare di suscitare nei giovani quegli interessi e quelle curiosità che, pur innati in molti di loro, spesso vengono sopiti dal consumismo dilagante di mode effimere e alimentate dalle potenti lobbies del malsviluppo finanziarizzato, militarizzato, estrattivista, volto all’accumulazione illimitata.

Si tratta di quella irrequietezza giovanile che, se incanalata positivamente, sul “cammino della nonviolenza che dobbiamo imparare a percorrere” (Stéphane Hessel), può aprire ai ragazzi strade nuove e impreviste, favorendo lo sviluppo delle loro capacità e creando un clima di fiducia e di impegno responsabile nei confronti della vita di tutti e della vita in sé.

La nonviolenza, come arte di gestione positiva dei conflitti, che fa fatica a entrare nel nostro vocabolario educativo e soprattutto nelle nostre pratiche metodologiche. Ma è oggi assolutamente indispensabile educare le nuove generazioni alla nonviolenza attiva e efficace nel senso che abbiamo illustrato, se vogliamo che l’umanità abbia un futuro sostenibile e desiderabile.

Questo intenso investimento deve rifuggire dal proporre i modelli classici della competitività e della carriera, ma deve, al contrario, prospettare la creazione di condizioni perché il mondo della scuola diventi un vero e proprio laboratorio della nonviolenza, dove fare germogliare e crescere questa pianta rigeneratrice, più radicata di quanto non si pensi.

In questa ambiziosa impresa siamo tutti coinvolti: insegnanti, educatori, genitori, psicologi, analisti, associazioni del mondo della solidarietà, della cooperazione e del disarmo, amministrazioni, amministratori politici e questo impegno ci può indicare una possibile e concreta strada da percorrere. Si sa bene quante e quali difficoltà si incontrano nel cercare di fornire ai propri studenti strumenti utili per una migliore comprensione dei principali fenomeni quali la globalizzazione, il neocolonialismo, il neoliberismo, il divario nord-sud, gli squilibri ambientali caratterizzanti il caotico mondo attuale privo di senso del limite e comprenderlo nel suo tormentato divenire storico.

È divenuto quantomai importante, oltre che efficace strumento di prevenzione contro il diffuso atteggiamento di pregiudizio razziale, trasmettere il messaggio di quanto ricca può essere la diversità, intesa come differenza culturale, naturalistica cioè biodiversità e paesaggistica e altro.

Credo che i giovani abbiano bisogno di capire che nel mondo esistono diversi modelli di vita, ma una unica tensione verso il rispetto della vita; e indagare questo mare di differenze cercando la loro unità profonda certamente è stimolante e arricchente per la nostra stessa esistenza di persone.

Ci attendono sfide assai difficili e una sempre più diffusa cultura della nonviolenza e della cooperazione, della solidarietà umanistica e “terrestre”  non soltanto sono elementi necessari, ma rappresentano la nostra speranza per una convivenza accettabile tra donne, uomini, popoli e per un inserimento sostenibile della nostra specie come parte integrante della natura.

Le giovani generazioni hanno scarsa coscienza politica e hanno bisogno, nel loro realismo spesso disilluso di avere di fronte esempi concreti, persone credibili, testimonianze sul campo.

Inoltre, i giovani parlano un loro linguaggio, legato alla loro particolare sensibilità e non è sempre facile per noi adulti calarsi in questo originale codice comunicativo. Dunque è necessario trasmettere un codice fondato sulla nonviolenza efficace come innovativa strategia educativa – educazione non a negare, ma ad immergersi positivamente nei conflitti globali – che porti i giovani alla piena consapevolezza delle sfide del terzo millennio: dalla diseguaglianza globale, ai dissesti climatici ed ecologici, alle insidiose derive autoritarie che si nascondono dietro l’ideologia pseudolibertaria delle multinazionali del web; e soprattutto, alla potenziale, ma quanto mai attuale e imminente nella sua rischiosità, guerra nucleare.

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Nuova Resistenza: la Radio dei Movimenti in lotta

Radio Nuova Resistenza nasce nel settembre 2015

Nuova Resistenza: la Radio dei Movimenti in lotta

NR – Nuova Resistenza auspicando l’abbattimento di ogni muro e barriera culturale riconosce che la lotta al potere e alla manipolazione sia un modo di vivere che comincia dai piccoli gesti quotidiani e si espande fino alle grandi lotte per i diritti sociali, la libertà e i diritti umani

Radio Nuova Resistenza: la Radio dei Movimenti in lotta

Radio Nuova Resistenza nasce nel settembre 2015  come progetto  Nuovaresistenza.org

This radio is a project of  www.nuovaresistenza.org

La storia:

Grazie all’iniziativa di Samantha Comizzoli nel 2015  è iniziata la trasmissione ‘Enlighternment Voice for Free Palestine’ dai territori occupati della Palestina  (Nablus in Cisgiordania) in collegamento con il Tanweer Forum, centro culturale Palestinese attivo nella difesa dei diritti umani e nel contrasto ai crimini dell’Occupazione Israeliana nei territori occupati.

La trasmissione è continuata dal 2015 dalla Palestina al Quebec e ancora oggi dall’Italia attraverso 1000 difficoltà, non ultimo l’arresto dei membri e la distruzione del centro Tanweer Forum da parte delle forze di occupazione israeliana.

Nel tempo altri amici si sono uniti al Progetto,

Andrea Paolieri di Radio Revolucion, con il suo programma in supporto ai movimenti in lotta in America Latina.

Jussa Kunderezera del Workers International Leagues in Zimbabwe con le notizie sulle Elezioni 2018 e la situazione in Zimbabwe.

Laura Tussi, redattrice di PeaceLink , scrittrice e giornalista sulle tematiche del disarmo e della nonviolenza.

Fabrizio Cracolici dell’ANPI di Nova Milanese  scrittore e Responsabile ANPI.

Unione Inquilini Nazionale con Silvia Paoluzzi da Roma.

 

Questo è il progetto libero nel 2015 come adesso:

NR – Nuova Resistenza www.nuovaresistenza.org auspicando l’abbattimento di ogni muro e barriera, prima di tutto culturale e poi fisico, riconosce che la lotta al potere e alla manipolazione sia un modo di vivere che comincia dai piccoli gesti quotidiani e si espande fino alle grandi lotte per i diritti sociali, la libertà e i diritti umani. Nuova Resistenza vuole dar voce a tutti coloro che vogliano esprimere la loro libertà, esprimere la propria dignità, denunciare l’ingiustizia e raccontare la loro lotta tramite la musica, la poesia e le parole, in qualunque nazionalità, di qualunque genere o religione essi siano.
NR come servizio libero prende le distanze dalle dichiarazioni in contrasto con i suddetti principi, chiuderà la connessione alla radio e si dissocerà da chi casualmente o tramite l’inganno possa in modo chiaro o velato incitare alla violenza, all’odio razziale o di classe, all’integralismo religioso o di genere, al fascismo e al nazionalismo.
Si legga il disclaimer  riferito alle notizie e ai contenuti trasmessi.

Come funziona il progetto web radio:

Noi abbiamo messo a disposizione, come servizio, un server radio, in modo che da qualsiasi parte del mondo, avendo una connessione internet si possa trasmettere.

Che cosa occorre:

Una linea possibilmente stabile per entrare in internet e un PC.

A tutto il resto penserà il nostro staff gestendo in remoto il PC a istallare l’occorrente in modo che si possa trasmettere, altrimenti se si ritiene di essere in grado di istallare il tutto, manderemo le istruzioni necessarie.

Ken Sharo, Marco Zinno, Luna Rossa (contacts)

 

The radio transmission  from  Nablus (Palestine time) broadcast  from TANWEER CENTER

with the kind support and Samantha Comizzoli in Italy

every day from 15:00 to 16:00 (italian time)  4:00 PM to 5: PM (Palestine)

replication from 21:00 (italian time)  10:00 PM (Palestine time)

 

Le trasmissioni con Laura Tussi e tutti noi

https://radio.nuovaresistenza.org/category/tussi-ican/

L’ultima trasmissione è la presentazione del libro ‘Riace, musica per l’umanità’ con Milly Moratti e Giorgio Cremaschi

 

Ti porto in salvo: presentazione libro “Riace, musica per l’umanità”

alla presenza degli autori Laura Tussi e Fabrizio Cracolici.

Interverranno:

Milly Moratti, presidente associazione ChiAmaMilano e consigliera comunale,

Annalisa Adamo, assessore agli Affari generali del Comune di Taranto,

Giorgio Cremaschi, sindacalista e militante politico,

Mimmo Laghezza, giornalista e scrittore.

Musica e note di impegno e resistenza di Renato Franchi e Marco Chiavistrelli

 

Note: Le trasmissioni con Laura Tussi e tutti noi
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Maria Montessori e il pacifismo

Donne coraggiose

Maria Montessori e il pacifismo

Maria Montessori continuò, durante l’esilio imposto dal fascismo, nelle sue conferenze a esprimere messaggi di pace e lanciare moniti per la nonviolenza, mentre in tutta Europa e nel mondo divampavano l’odio, la violenza e la seconda guerra mondiale, provocati dai regimi nazifascisti.

Maria Montessori: educazione e pace

Negli ultimi decenni molte discipline, dalla fisica alla sociologia, della pedagogia alla storia e alla psicanalisi si sono occupate di temi legati alla cultura della pace.

Tuttavia l’indagine storiografica ha ignorato interi filoni del pensiero pacifista e personaggi che si sono impegnata a lungo in favore della pace.

L’impegno per la pace, così come altre tematiche maturate all’interno dell’esperienza emancipazionista assume quasi sempre una connotazione pedagogica legata all’elaborazione di modelli culturali alternativi a quelli tradizionali.

Il rapporto tra educazione e pace è oggetto di trattazioni più specifiche come le riflessioni di Maria Montessori, una delle figure più significative del movimento Pacifista e emancipazionista italiano, laureata in medicina nel 1896 e nota soprattutto per la sua attività teorica e pratica di pedagogista.

E è proprio in quest’ambito che Maria Montessori dedica un’attenzione costante al tema della pace come momento centrale della formazione culturale delle nuove generazioni.

Nel definire la guerra come una malattia della vita morale dell’uomo, Maria Montessori denuncia i pericoli impliciti in ogni nazionalismo e pensa alla formazione di un uomo nuovo che possa essere considerato cittadino di un’umanità senza confini e guerre e conflitti armati. Pur non entrando nel merito di una valutazione complessiva della sua opera educativa, che presenta aspetti di notevole complessità, è interessante osservare che proprio il suo interesse pacifista costituisce una delle cause principali della sua emarginazione durante gli anni del regime fascista.

I suoi ideali si scontrano in quel periodo con il modello educativo dominante, fondato su una concezione pedagogica autoritaria, nazionalistica, maschilista e misogina. Basti pensare all’indottrinamento dei disvalori fascisti della gioventù balilla.

Il contributo di Maria Montessori rappresenta un elemento di congiunzione, nella discontinuità degli eventi, tra l’esperienza emancipazionista di fine secolo e i primi decenni del Novecento, travagliati da due conflitti mondiali.

Sono gli anni in cui il tema della pace assume connotazioni umanamente e politicamente drammatiche.

Proprio in questo contesto, Maria Montessori ne sottolinea provocatoriamente la dimensione culturale più profonda, che va oltre l’emergenza politica e che si lega a una più ampia prospettiva ideale di superamento di ogni oppressione materiale morale.

Nello scritto La Pace e l’educazione, pubblicato a Ginevra nel 1932, essa afferma, anticipando elaborazioni presenti nel pacifismo attuale, che la pace non è solamente assenza di guerra, ma, al contrario, è l’avvio di una nuova concezione dello sviluppo umano e sociale. Per Pace si intende generalmente la fine della guerra.

Ma questo concetto, puramente negativo, non è quello della pace. La pace vera, al contrario, fa pensare al trionfo della giustizia e dell’amore fra gli uomini: rivela l’esistenza di un mondo migliore dove regna l’armonia.

L’impegno delle donne per la pace si ricollega a una loro significativa, sebbene conflittuale, partecipazione concreta alla vita politica. Questa esperienza è stata spesso trascurata dagli storici, quasi che temi importanti come quelli della pace e della guerra, partendo appunto dal mondo della politica, fossero privi di connotazioni sessiste e estranei alle donne, soggetti spesso confinati, fino a poco tempo fa, anche dalla storiografia, nella parte tematica del privato. Maria Montessori fu dapprima vezzeggiata dal regime fascista, per la diffusione del suo metodo pedagogico e degli istituti e nelle scuole a esso ispirati. In seguito, quando il fascismo si rese conto del portato rivoluzionario del pensiero montessoriano, fu costretta all’esilio e continuò nelle sue conferenze a esprimere messaggi di pace e lanciare moniti per la nonviolenza all’intera umanità martoriata e in conflitto, mentre in tutta Europa e nel mondo divampavano l’odio, la violenza e la seconda guerra mondiale, provocati dai regimi nazifascisti.

Note: Bibliografia –

Laura Tussi, Educazione e pace, Mimesis 2012

Maria Montessori, La paix et l’éducation, Genève, Bureau International d’éducation, 1932

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Donna: l’impegno pacifista

La donna emancipata e pacifista nella cultura dell’Ottocento

Donna: l’impegno pacifista

L’asprezza del misoginismo ottocentesco si scontra con l’esperienza dei primi gruppi emancipazionisti. La donna emancipata e pacifista diviene allora il bersaglio da colpire, l’emblema di disordine e della sregolatezza morale.

Donna e pacifismo

Nella cultura dell’Ottocento, la rappresentazione ideale della figura femminile esprime un’attesa di salvezza dal sapore religioso che impregna la mentalità collettiva dell’epoca. La funzione pacificatrice della donna, motivo ricorrente nei manuali di allora, è spesso legata all’enfatizzazione di una naturale vocazione educativa e di una capacità di amore e di sacrificio carica di implicazioni morali.

L’attenzione sociale e culturale nei confronti della donna assume nell’Ottocento una dimensione molto ampia con un ricorso ad argomentazioni che esprimono un fine ideologico prima di allora inedito.

La vastità del fenomeno è documentata tra l’altro dalla varietà delle voci impegnate in una corale definizione dei caratteri della femminilità più autentica. La discussione sulla missione sociale della donna, tratta da una visione piena di pregiudizi della sua natura biologica, coinvolge infatti, intellettuali di diverso orientamento, cattolici, laici, atei impegnati in svariati settori della vita culturale, educatori, pedagogisti, politici, teologi, letterati, medici e antropologi. Pestalozzi, Tommaseo, Mazzini, Lombroso, Mantegazza e tanti altri si sono cimentati in una elaborazione implicitamente prescrittiva delle caratteristiche culturali morali proprie del genere femminile. La scoperta sociale, maturata in quegli anni pur tra molte contraddizioni e zone d’ombra, sul valore dell’infanzia implica di per sé una maggiore attenzione al ruolo della madre educatrice, ma non basta solo a spiegare l’intensità di un’operazione pedagogica e culturale che, esaltando le qualità morali della donna, ne sancisce l’esclusione da una partecipazione attiva alla vita sociale.

Secondo il senso comune allora dominante, la donna, confinata non solo simbolicamente alla cerchia delle mura domestiche, deve svolgere una funzione di custode della moralità collettiva: è una dimensione che va oltre gli stretti confini della sfera familiare e che investe i destini dell’intera umanità.

In questo ambito la sua funzione pacificatrice rappresenta dunque un’estensione sociale di valori legati al ruolo materno.

Anche le professioni che generalmente vengono considerate più adatte alle donne ripropongono i valori del sacrificio, dell’assistenzialismo, della capacità di amore senza riserve.

Perfino il progresso e la pacifica convivenza fra gli uomini sembrano dipendere dalla generosità di questa educatrice virtuosa. Questo tipo di affermazioni è molto frequente nella vasta letteratura che tratta per tutto l’Ottocento il tema dell’educazione della donna.

Certamente non è casuale che l’esaltazione della bontà femminile venga predicata con toni sempre più accesi proprio negli ultimi decenni del secolo, quando una nuova mobilità sociale consentirà una diversa partecipazione delle donne al mondo del lavoro, degli studi e della politica.

La donna emancipata e pacifista diviene allora il bersaglio da colpire, l’emblema di disordine e della sregolatezza morale.

L’asprezza del misoginismo Ottocentesco si scontra con l’esperienza dei primi gruppi emancipazionisti e pacifisti al cui interno il maturare di un concreto impegno per la pace comporta innanzitutto per le donne impegnate nel movimento, un ribaltamento di quei valori che, proprio esaltando la funzione pacificatrice del genere femminile, ne contrasta una partecipazione reale agli eventi della società e della storia.

È impossibile scindere i motivi dell’impegno pacifista del movimento delle donne dai contenuti delle battaglie emancipazionistiche nella seconda metà dell’Ottocento. L’associazione internazionale delle Donne fondata a Berna nel 1866 è proprio la sezione femminile della Lega per la pace e la libertà che aveva come organo di stampa il Periodico Stati Uniti d’Europa.

Sussiste dunque un preciso legame fra le questioni della pace e le vicende dell’emancipazionismo femminile in Europa. Questo legame connesso anche con il contrastato rapporto con l’associazione internazionale dei lavoratori, mette in luce la specificità dell’interesse manifestato dalle donne del movimento per la pace nei confronti del pacifismo considerato spesso come un punto qualificante di un più vasto impegno verso una società egualitaria e non sessista.

Pace, giustizia e lotta contro l’oppressione femminile sono i temi che appaiono insieme negli scritti e nei discorsi ufficiali delle più impegnate emancipazioniste. Tuttavia la prima spinta psicologica a intervenire nelle questioni della pace e della guerra esprime anche motivazioni che possono apparire ambiguamente legate a una specificità femminile di tipo tradizionale in cui ciò che domina è ancora la preoccupazione materna. Ma i frequenti appelli in difesa degli uomini, mariti, figli, fidanzati, sottoposti al pericolo bellico e la lotta per la vita contro la morte non sono destinate a restare un richiamo solo emotivo e affettivo. Molte delle analisi di allora contengono considerazioni legate a motivi più esplicitamente politici e culturali.

Questa ideologia antifemminista e misogina è presente in modo particolare nel sapere scolastico, come risulta da un’analisi dei programmi dei libri di testo e dei modelli formativi destinati agli insegnanti a questi valori assai diffusi nel senso comune di allora. Anna Maria Mozzoni oppone una proposta culturale e politica coraggiosamente alternativa per sradicare lo stereotipo della cosiddetta missione della donna basata su un equivoco sociale scientifico.

In opposizione al clima risorgimentale Paola Shiff, una delle prime donne laureate nell’Italia post unitaria, definisce nel corso di una manifestazione pacifista tenutasi a Milano nel 1888, qualsiasi guerra “un avanzo di barbarie”.

Negli ultimi anni del secolo, l’interesse per i temi della pace trae un nuovo impulso dalle questioni sollevate dalla guerra d’Africa, che spinge il movimento di emancipazione delle donne insieme ad altri gruppi politici a una forma alta di mobilitazione per la pace.

Sono numerose le leghe femminili per la pace impegnate in questa campagna. Ne parla Franca Pieroni Bortolotti nei suoi scritti sull’emancipazionismo.

Le leghe femminili organizzano soprattutto nel nord molte manifestazioni popolari contro la guerra coloniale, tentando anche di impedire la partenza dei soldati.

La società per la donna si impegna a Roma in alcune iniziative pacifiste e anticoloniali di cui dà notizia la rivista La vita femminile.

Note: Bibliografia –

Maria Montessori, La paix et l’éducation, Genève, Bureau International d’éducation, 1932

Anna Maria Mozzoni, La liberazione della donna, a cura di F. Pieroni Bortolotti, Mazzotta, Milano.

Franca Pieroni Bortolotti, La donna, la pace, l’Europa, Franco Angeli, Milano

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Tra le correnti politiche organizzate dell’epoca contemporanea spetta al movimento socialista e in generale al movimento operaio la posizione di maggior rilievo nell’ambito della lotta contro la guerra.

Più che di pacifismo del movimento operaio internazionale bisognerebbe parlare dell’antimilitarismo che accompagnò lo sviluppo del movimento soprattutto nell’era della seconda internazionale, che coincise con l’età dell’imperialismo, che sarebbe sfociata nello scontro tra le potenze del primo conflitto mondiale.

La questione della guerra e della pace divenne uno dei motivi di unificazione e anche di divisione dei rapporti tra i socialisti di diversi paesi.

Uniti nella condanna della guerra e nella convinzione della necessità di mantenere la pace, come condizione essenziale, con lo sviluppo economico, della crescita della classe operaia e connesse le prospettive di cambiamento rivoluzionario, i socialisti dei diversi paesi non furono altrettanto uniti nell’individuazione dei mezzi e di una strategia per impedire l’esplodere di una situazione bellica. L’affermazione delle politiche nazionali e la crescita dei diversi movimenti socialisti all’interno dei conflitti dei confini nazionali furono certamente all’origine della difficoltà di realizzare una piattaforma non solo politica, ma anche operativa unitaria, che partisse dal riconoscimento dell’identificazione della causa del socialismo con la causa della pace. Simbolicamente questa identificazione fu espressa nel modo più tangibile della festa del Primo Maggio, che diventò anche il simbolo della lotta per la pace come condizione indispensabile per l’emancipazione dei lavoratori.

Operativamente si affermò costantemente la tendenza a lasciare che ogni singolo partito socialista trovasse da solo gli strumenti per combattere il militarismo, la guerra, la brutalità della condizione bellica, ora votando contro le spese militari, ora teorizzando l’abolizione degli eserciti professionali, ora facendo proprie le istanze in favore dell’antimilitarismo, più tipiche del movimento pacifista borghese, dal quale il socialismo si distinse sempre per l’analisi di classe del militarismo e dell’imperialismo.

Le crisi internazionali del secolo XX acuirono, con la necessità di una concreta presa di posizione del movimento operaio internazionale, anche la difficoltà di condurre diversi partiti socialisti a una piattaforma unitaria.

Determinante nell’impedire l’accordo non solo sui principi, ma anche sui mezzi presi sempre dal persistente conflitto tra i socialisti francesi da una parte e i socialisti tedeschi dall’altra: oltre le diversità delle posizioni nella pratica antimilitarista.

Ciò che li divideva era la pregiudiziale che riservava ai singoli partiti nazionali la scelta dei mezzi per combattere il pericolo di guerra. Il grande sviluppo dell’agitazione antimilitarista però opera soprattutto della sinistra socialdemocratica, e per essa di Rosa Luxemburg, come campagna di massa, non si saldò una altrettanta chiara linea politica, e qui le incertezze riflettevano le divisioni non solo all’interno della socialdemocrazia tedesca, ma anche tra i partiti dell’internazionale. La crisi e la paralisi che condannò l’internazionale nell’agosto del 1914 all’indomani del primo conflitto mondiale non fu un esito improvviso inaspettato, ma il risultato del divorzio tra il potenziale di agitazione e di protesta e di incertezza di strategia politica dei partiti.

La riorganizzazione del movimento contro la guerra nel corso del conflitto mondiale avvenne fuori dei partiti ufficiali e fu una delle componenti della futura terza internazionale.

Note: Bibliografia –

E. Collotti, G. Di Febo, Dossier Storia, Contro la guerra. La cultura della pace in Europa, Giunti Edizioni

L. Bruti Liberati, Il clero italiano nella grande guerra, Editori Riuniti, Roma

S. Soave, Fermenti modernistici e democrazia cristiana, Giappichelli, Torino

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    La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    La nonviolenza efficace è capace di risolvere in modo determinante i conflitti politici reali secondo una strategia che sa trasformare i gruppi umani “nemici” in gruppi umani “amici”
    3 maggio 2021 – Laura Tussi
  • Vademecum pace

    PACE
    Cosa possiamo fare per la pace?

    Vademecum pace

    Guida ai link dell’arcipelago pacifista. Un elenco di associazioni, coordinamenti, centri di ricerca e iniziative di pace. Questo è un vademecum per collaborare in rete ed elaborare competenze di cittadinanza per la costruzione di una società giusta che sia libera dalla paura e dalla violenza.
    4 maggio 2021 – Redazione PeaceLink
  • Un'agenda per il disarmo

    DISARMO
    Garantire il nostro futuro comune

    Un’agenda per il disarmo

    Il portoghese António Guterres, nono Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha assunto l’incarico il 1º gennaio 2017 e ha scritto un importante documento, l’Agenda ONU per il disarmo, di cui qui riassumiamo alcuni punti salienti.
    2 maggio 2021 – Laura Tussi
  • L’informazione della libertà

    PACE
    I social network etici consentono un’informazione realmente universale e immediata nella popolazione

    L’informazione della libertà

    I manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa molto importante. Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale o nella lotta della Resistenza.
    1 maggio 2021 – Laura Tussi
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Un canale video per la cultura della pace del XXI secolo

Rivista .eco, l’educazione sostenibile

Un canale video per la cultura della pace del XXI secolo

Rivista .eco, direttore Mario Salomone e segretario generale WEEC International, tratta di ambiente, pace e disarmo

Rivista .eco, l'educazione sostenibile

Rivista .eco, l’educazione sostenibile

Il canale YouTube Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, premio Nobel per la pace 2017

 

Il canale video siamo tutti premi Nobel per la pace con ICAN, promosso dai Disarmisti esigenti, membri italiani di questa rete internazionale, nasce per supportare l’iniziativa antinucleare globale: questo anno ha ottenuto la storica entrata in vigore, il 22 gennaio scorso, del Trattato di proibizione delle armi nucleari! Adesso questo progetto comunicativo si estende e qualifica come intervento culturale ambizioso per promuovere la “Rete per l’educazione alla terrestrità”, con una didattica della memoria proiettata sul futuro della “nonviolenza efficace”

 

di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici – Progetto Memoria e Futuro, Disarmisti Esigenti

 

La direttrice esecutiva di ICAN, Beatrice Fihn, nel ricevere per ICAN, la campagna internazionale per la proibizione delle armi nucleari (500 associazioni diffuse in 100 Paesi), il premio Nobel per la pace 2017, ha dichiarato: “È un onore immenso: è un premio importantissimo per tutti coloro che lavorano alla lotta contro le armi nucleari, un tributo ai sopravvissuti di Hiroshima e anche alle vittime dei test nucleari”.

Il premio per tutti gli attivisti antinucleari, come lo ha definito Beatrice Fihn, attribuito per aver ottenuto l’adozione da parte ONU del Trattato di proibizione delle armi nucleari, ha dato vita all’idea, lanciata e realizzata dai Disarmisti esigenti, tra i membri ICAN in Italia, di organizzare un canale video su youtube volto a sostenere l’obiettivo della rete degli attivisti antinucleari e ad allargare e approfondire l’impegno di organizzazioni e cittadini italiani nel perseguirlo.

Nel canale ospitiamo le dichiarazioni di personalità italiane a favore di ICAN: citiamo, tra gli altri Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Luigi Ciotti, Vittorio Agnoletto e inseriamo le “conversazioni disarmiste”. Queste conversazioni sono incontri di approfondimento con il portavoce Alfonso Navarra ed esperti come Luigi Mosca, fisico nucleare, già direttore del Laboratorio sotterraneo di Modane.

Affrontiamo la situazione e le prospettive del disarmo nel mondo, cercando di offrire elementi conoscitivi e analitici seri e fondati, seguendo il percorso che dovrà condurci dall’abolizione giuridica all’eliminazione effettiva degli ordigni nucleari, dopo l’effettiva entrata in vigore del Trattato, il 22 gennaio di quest’anno, allo scattare della 50esima ratifica dell’Honduras.

Ora, in coerenza  con la definizione che identifica la “nonviolenza efficace con i progressi del diritto internazionale” (dovuta a Papa Francesco che parafrasa Gandhi), questo canale si sta estendendo e qualificando come strumento di lavoro culturale, come piattaforma web rivolta alle scuole in primis, al mondo complesso dei formatori e dell’attivismo sensibile al tema dell’educazione alla pace, ponendosi come strumento della costruzione di una “Rete per l’educazione alla terrestrità”, collegata alla iniziativa della “Carta della Terra”, fatta propria dall’UNESCO (il segretariato internazionale è presso l’Università della pace ONU in Costarica).

La “Terrestrità” è un termine che diventa quasi un neologismo nell’interpretazione innovativa attribuita da Alfonso Navarra, il portavoce dei Disarmisti esigenti, nonviolento “storico”, attuale segretario della Lega per il Disarmo unilaterale fondata dallo scrittore Carlo Cassola.

“Terrestrità”  potrebbe apparire come l’aggiornamento scientifico di una concezione ancestrale mitologica: la specie umana appartiene alla Terra, e non è il contrario, non può arrogarsi di essere “padrona” della Natura.

L’innovazione sta nel mettere insieme internazionalismo sociale (sfruttati e oppressi di tutti i Paesi unitevi!), responsabilità comune verso l’unico ecosistema planetario, ed infine ordinamento internazionale come affermazione della forza del diritto e dei diritti a livello mondiale, che deve prevalere sul diritto della forza armata e la sovranità assoluta degli Stati nazionali.

La terrestrità è, in sostanza, cittadinanza globale, ma nutrita di coscienza ecologica con la volontà di trasformare le istituzioni e il diritto internazionale riconoscendo i diritti dell’Umanità e i diritti della Natura.

La prospettiva di questo salto culturale, che si affianca alla attività politica in senso stretto, ma alla ricerca delle ragioni e dell’impegno politico quotidiano, è quella di diventare una web TV con vari canali tematici.

In questi temi comprendiamo anche il modello universale e sociale di Riace esportabile in tutto il mondo. Inoltre sono predisposti materiali e archivi storici dalla fondazione Massimo Sani, uno dei più grandi registi di storia contemporanea che ha collaborato moltissimo con la Rai, fino al progetto “Per non dimenticare” sulla deportazione politica con oltre 220 videotestimonianze di deportati civili per motivazioni politiche nei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti e un archivio su Genova 2001, che comprende materiali video sul movimento altermondialista in opposizione al summit del G8 svoltosi a Genova nel 2001, in collaborazione con Vittorio Agnoletto.

Abbiamo anche una sezione ‘musica di impegno civile’ con cantautori per la pace e un archivio di pedagogia della memoria con centinaia di articoli pedagogici, libri, scritti e eventi e locandine di eventi delle innumerevoli presentazioni in pubblico dei libri prodotti,  soprattutto con Mimesis Edizioni.

Sono previsti anche corsi di formazione di didattica della memoria. E qui possiamo agganciare, in ultimo ma non da ultimo, il progetto Memoria e futuro, che si ricollega alla Rete per l’educazione alla terrestrità quale suo pilastro tematico.

Nel nostro progetto faremo confluire la parte vitale dell’esperienza del progetto “Per non dimenticare”, un importante archivio di materiale di testimonianze e di documentazione sulla memoria della deportazione politica – dovuto anche al lavoro decennale di Fabrizio Cracolici con la collaborazione della sottoscritta – e intendiamo ribadire la collaborazione con gli ambienti ANPI che continueranno a rappresentare un circuito importante per i nostri incontri culturali in pubblico.

Uno strumento scientifico e culturale che promuoverà la Rete di educazione alla cultura della “Terrestrità” è il libro “Memoria e futuro”, Mimesis Edizioni.

In questo libro, di cui gli autori sono Alfonso Navarra, Fabrizio Cracolici e Laura Tussi, e che contiene il saggio dello scienziato Luigi Mosca “Il lungo cammino dell’Umanità per uscire dalla barbarie”, si sottolinea l’antifascismo sociale come punto importante della cultura della terrestrità.

L’antifascismo sociale è tutt’uno con l’internazionalismo per un’umanità unica che deve e ha l’obbligo di salvaguardare e tutelare la specie vivente e la “Madre Terra” in base a una coscienza ecologica planetaria.

Questi punti, lo ripetiamo, devono essere riconosciuti, e in parte già lo sono, dal diritto internazionale che coincide con la nostra prospettiva e visione di nonviolenza efficace: i progressi del diritto internazionale contro il sovranismo assoluto degli Stati.

Un principio già contenuto nell’articolo 11 della Costituzione italiana che afferma: “(l’Italia) consente alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.

Tutte queste premesse e spunti e argomenti rientrano nel grande lavoro e percorso della pace del XXI secolo di cui il Trattato ONU di Proibizioni per le Armi Nucleari e le COP per il clima – gli accordi di Parigi per la decarbonizzazione entro il 2050 – sono solo un tassello, insieme alle Costituzioni Nazionali nate dalla lotta al nazifascismo e alla dichiarazione universale dei diritti umani, alla Carta della terra e l’Agenda Onu 2030.

Il progetto Memoria e Futuro, all’interno della Rete per l’educazione alla “Terrestrità”, è formalmente un “settore” dell’associazione Kronos Pro Natura, la quale fa appunto parte della coalizione dei Disarmisti Esigenti. A Kronos fa capo anche il bollettino telematico Il Sole di Parigi, diretto da Giuseppe Farinella, che si propone  come strumento dell’osservatorio sull’attuazione degli accordi internazionali sul clima globale.

La missione di Memoria e futuro, consiste nella condivisione e nella valorizzazione del grande patrimonio inestimabile della memoria della resistenza al nazifascismo con uno sguardo rivolto a un futuro possibile, a “un altro mondo possibile”: all’insegna della Terrestrità collegata e correlata ai temi della pace, dell’ambiente e della giustizia sociale.

Canale video “Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con Ican”:

https://www.youtube.com/channel/UCFWikKgRr7k21bXHX3GzE9A

Rivista .eco:
https://rivistaeco.it/un-canale-video-per-la-cultura-della-pace-del-xxi-secolo/

Note: Rivista .eco:
https://rivistaeco.it/un-canale-video-per-la-cultura-della-pace-del-xxi-secolo/

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