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AN da Vienna 18 giugno 2022

 

Sabato 18 giugno 2022

INIZIA IL FORUM DI ICAN. BEATRICE FIHN: “LANCEREMO UN PIANO PER LA FINE DELLE ARMI NUCLEARI”

Salute a tutti, sono Alfonso Navarra, portavoce dei Disarmisti esigenti. Obiettivo Vienna, la “Nuclear Ban Week”, sono partito in treno venerdì 17 giugno dalla Stazione di Lambrate a Milano (ore 21:25) e, dopo un viaggio con imprevisti e ritardi, con lo scompartimento pieno zeppo di ucraini riluttanti a parlare della guerra, sono arrivato nella capitale austriaca alle ore 10:15.

Il ritardo del treno mi ha fatto mancare l’apertura del Forum Internazionale di ICAN sulla messa al bando delle armi nucleari. Patrizia Sterpetti, presidente di WILPF Italia, invece era già arrivata ieri, ed ha potuto presenziare, con le altre delegate WILPF, all’apertura dei lavori (ore 9:00, Aula der Wissenshafen, 27a): lei potrà essere più precisa nel descrivere questa parte dei lavori.

Alessandro Capuzzo, responsabile della denuclearizzazione del Golfo di Trieste, è giunto anche esso in mattinata avanzata, con un volo da Palermo.

Ci incontriamo, Alessandro e io, alle 15:00, davanti all’appartamento messoci a disposizione di un attivista austriaco per darci la possibilità di soggiornare durante questa “Settimana di iniziative antinucleari“, che prevede anche un convegno scientifico (il 20 giugno), oltre alla vera e propria Conferenza degli Stati firmatari del TPNW, dal 21 al 23 giugno.

Chi non ha potuto sobbarcarsi le spese e la fatica del viaggio, potrà comunque partecipare a distanza al forum di ICAN caratterizzato da un (forse troppo) nutrito programma di discussioni.

Potete registrarvi gratuitamente qui: https://vienna.icanw.org/registration e connettervi al mondo per la messa al bando delle armi nucleari!

Qui potete trovare il programma dettagliato: https://vienna.icanw.org/program

Le centinaia di partecipanti al Forum di Vienna, se non siamo stati male informati, sono stati accolti dal saluto di Beatrice Fihn, direttrice dell’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN). 

Nel suo discorso Beatrice avrebbe sottolineato come l’organizzazione abbia lavorato duramente per rendere il Forum e gli eventi della settimana il più inclusivi possibile.

Questo significa – informa Beatrice –che siamo in grado di trasmettere in streaming due delle tappe per tutta la durata del Forum.

È un’opportunità davvero entusiasmante e invitiamo tutti a collegarsi in diretta su vienna.icanw.org/live.

Naturalmente, non tutti avranno la possibilità di seguire tutte le numerose sessioni in programma nei prossimi due giorni (o addirittura durante tutta la Settimana per la messa al bando del nucleare). Siamo quindi lieti di comunicarvi che la nostra “MSP TV” vi offrirà un riassunto, i punti salienti e gli approfondimenti di tutta la Settimana per la messa al bando del nucleare. Inizieremo domenica sera per concludere il Forum e poi saremo in diretta due volte al giorno (09:30 e 17:30 CEST) per tutto il resto della settimana. I dettagli su come accedere a MSP-TV arriveranno presto!

Questa settimana è incentrata sull’obiettivo di avvicinarci a un mondo privo di armi nucleari. Dall’energia e dal coinvolgimento delle persone al Forum, alla responsabilizzazione dei decisori politici con informazioni sulla conferenza sugli impatti umanitari, e infine alla presa del bando e alla sua trasformazione in un piano per la fine delle armi nucleari“.

Un dato importante è che abbiamo avuto fresca fresca la conferma, comunicata dal sottosegretario Benedetto Della Vedova, che il governo italiano non parteciperà ai lavori, neanche in veste di osservatore, alla Conferenza degli Stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Dobbiamo quindi deplorare il fatto che il nostro Paese non sarà tra i circa cento governi che parteciperanno agli incontri di Vienna, dove è prevista anche la presenza di Stati non firmatari del Trattato come Svezia, Finlandia e Svizzera e anche alleati Nato, alla pari dell’Italia, come Germania e Norvegia. Il Ministero degli Esteri, secondo quanto riferisce la RIPD, ha però confermato che il rappresentante italiano presso le Nazioni Unite di Vienna parteciperà alla Conferenza sugli impatti umanitari delle armi nucleari in programma lunedì 20 giugno, appena prima della Conferenza degli Stati Parti, ed organizzata dal governo austriaco.

Con Alessandro Capuzzo, più appartati, abbiamo ridiscusso lungamente il senso del contributo dei Disarmisti esigenti a questo Forum e alla Nuclear Ban Week. Abbiamo confermato il nostro intento di puntare sull’evento collegato: “GIVE PEACE A CHANCHE“, che si terrà il 19 giugno (dalle ore 18:00 alle ore 22:00), e di cui Alessandro sarà tra i relatori.

Cercheremo, assistendo alle discussioni, di capire fino a che punto sta maturando, nel percorso del bando all’interno delle sue varie componenti, una consapevolezza strategica che vada oltre il marketing sociale che affligge tante campagne di successo, ma che toccano aspetti di importanza relativa, non un problema decisivo per la stessa sopravvivenza dell’umanità.

Consapevolezza strategica: l’intreccio tra minaccia nucleare e minaccia ecologico-climatica.

È molto importante che si adotti un approccio olistico ed in questa prospettiva il coinvolgimento dei movimenti ambientali che stanno svegliando le giovani generazioni: anche per questo ci sembra utile concentrare le nostre scarse energie e mezzi di influenza sull’evento citato, proprio in quanto ripone le chance della pace nell’occuparsi della crisi climatica ed ecologica.

 

Consapevolezza strategica: l’obiettivo generale può essere rafforzato da iniziative locali di denuclearizzazione.

Consapevolezza strategica è tentare pragmaticamente tutte le strade che promettono risultati utili, atti unilaterali anche locali di denuclearizzazione, a livello europeo ma anche di aree con caratteristiche storiche particolari (ad esempio il golfo di Trieste).

La via legale di cui tenta di porre le basi l’iniziativa promossa da “Abbasso la guerra” – lo studio sulla illegalità delle armi nucleari – può essere una ulteriore strada da perseguire.

Consapevolezza strategica: il TPNW deve condizionare il percorso TNP.

E speriamo infine che a livello degli stati si affermi uno spirito di rivolta all’ordine nucleare costituito che possa condizionare i lavori del Trattato di non proliferazione. Il problema, infatti, non è solo e tanto un accrescimento numerico lineare degli Stati che aderiscono al TPNW, ma quello di fare pesare quanto già simbolicamente costituiscono all’interno proprio delle sessioni del TNP.

Consapevolezza strategica: la guerra deve diventare un tabù e la nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere.

Infine, le considerazioni che ci sollecitano le conseguenze che sempre più vediamo dipanarsi con la guerra che ha come epicentro l’Ucraina.

Oggi possiamo affermare su basi scientifiche che l’attività militare, ovunque e comunque effettuata, come documenterà anche “GIVE PEACE A CHANCE”, aggrava e avvicina la catastrofe che al momento è alla moviola, ma incede inesorabilmente: il riscaldamento climatico. Non ha più, tale attività, di cui il nucleare rappresenta il culmine estremo, giustificazioni morali. Il motivo dovrebbe essere evidente: porta più vittime sui gruppi umani che non c’entrano nulla con il conflitto che si sta affrontando.

Ragioniamo un momento su un paragone oggi molto menzionato. Sono entrati a casa tua e i malviventi hanno preso in ostaggio tua figlia. Tu hai il diritto di difenderti ma non di fare saltare in aria l’intero condominio minacciando di fare esplodere la bombola del gas. Il pianeta Terra paragoniamolo a un condomino con le tubature rotte pieno di fughe di gas. La priorità dei condomini deve essere il risolvere insieme questo problema, i litigi per qualsiasi altro motivo vengono dopo.

Un mio vecchio amico antimilitarista, colpito dalla brutalità della invasione russa, mi ha ribattuto che per lui la libertà viene prima della vita come criterio etico su cui decidere i comportamenti. Questo credo sia un ragionamento che, soprattutto oggi, si può fare solo se riferito a scelte individuali: a volte devo essere costretto a sacrificare la mia vita se voglio salvare la libertà e la vita degli altri che lottano contro le dittature per i diritti. Molti partigiani hanno saputo resistere alle torture dei nazisti che volevano sapere nome e ubicazione dei compagni. Ma a livello universale prendendo l’umanità come un insieme bisogna riconoscere che in cima a tutto deve essere posta la continuazione della vita. In un pianeta morto non esiste libertà e nemmeno speranza di libertà. In qualsiasi condizione dobbiamo riuscire a tenere accesa questa fiaccola, perché Sansone può morire con tutti i filistei ma non ha senso che muoia uccidendo tutti gli abitanti della Terra e il Creato che Dio ha affidato in custodia all’umanità. In una visione laica possiamo parlare di terrestrità: la coscienza che è la specie umana ad appartenere all’ecosistema terrestre considerato come organismo vivente unitario. Questi ragionamenti non possono essere elusi nel momento in cui è la scienza ufficiale, ribadiamolo ancora, che ci avverte del rischio di collasso ecologico imminente. Un rischio che guarda caso, ad esempio, a Glasgow è stato riconosciuto sia dal rappresentante russo che da quello ucraino- e da quello statunitense- e che retoricamente vedremo riproposto da tutti i governi alla prossima conferenza sul clima in Egitto…

Intanto siamo a Vienna- noi Disarmisti esigenti- con altre 600 organizzazioni della società civile – per revisionare e fare appunto pesare nell’ordine internazionale il trattato di proibizione delle armi nucleari. 

Il disarmo nucleare dobbiamo proporlo come terreno di cooperazione unitario e non come arma di guerra contro chicchessia. La nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere, la nonviolenza è efficace (dopo Gandhi non possiamo più negarlo), e la nonviolenza efficace sono i progressi nel diritto internazionale comune. Questo, nella mia responsabilità associativa, piccola o grende che sia, oggi mi sento di doverlo affermare con la testimonianza dell’esempio e con scelte politiche conseguenti, nei confronti di ogni popolo della nostra madre comune Terra. 

Per le forme armate di resistenza a questa o quella oppressione forse il massimo di flessibilità lo si può adottare valutando quali sono i rischi di una eventuale escalation nucleare. Ma è bene che anche il palestinese valuti che se non si risolve il problema ecologico globale la Palestina è destinata a finire sotto acqua. Diceva Marx che la lotta di classe può anche finire con la rovina comune delle classi che si confrontano. Ed oggi nella pletora dei movimenti di liberazione nazionale siamo pieni di milizie armate mafiose, in collegamento con potenze straniere. Mi viene in mente l’Africa come triste esempio di questa situazione. Il crinale apocalittico della storia che stiamo vivendo dovrebbe portarci a privilegiare i problemi comuni che affliggono l’umanità e a mettere in secondo piano il resto: lo sosteneva già l’appello Russell-Einstein. Ma probabilmente salteremo tutti in aria perché qualsiasi disputa sui confini ci sembrerà ancora e sempre più importante e urgente…

 

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