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Alex Zanotelli: “Disobbedienza civile per difendere la legge 185 sull’export di armi”

Di Laura Tussi 

La legge 185 del 1990 è uno strumento fondamentale che garantisce trasparenza sui finanziamenti all’industria bellica. Oggi questa trasparenza è in pericolo. Ne abbiamo parlato con Alex Zanotelli, che ha ripercorso il processo che ha portato all’approvazione di questo testo più di trent’anni fa e ha avanzato alcune proposte su come fronteggiare le minacce che si trova ad affrontare oggi.

Avete mai sentito parlare della legge 185? Probabilmente no, ma soprattutto in questa epoca in cui i conflitti che coinvolgono indirettamente il nostro paese non accennano a diminuire di intensità, è un testo fondamentale. Prima di tutto la legge 185 è nata nel 1990 dalla spinta di un grande movimento popolare che includeva I beati costruttori di pace, con Don Tonino Bello e altre numerose associazioni. E poi includeva tutte le organizzazioni di base, anche del mondo cattolico.

«All’epoca persi il mio incarico di direttore di Nigrizia proprio per le mie denunce sulle armi», ricorda Alex Zanotelli. «Penso che anche questo brutale provvedimento abbia ispirato tutto questo movimento consentendo di far approvare questa legge, che è un unicum in Europa». Con padre Zanotelli affrontiamo dunque la discussione sulla drammatica attualità, che rischia di vanificare i risultati ottenuti da quella grande mobilitazione.

1- Il Senato ha approvato le modifiche alla legge 185/90 che regolamenta le esportazioni di armi convenzionali. Con queste modifiche si vogliono cancellare gli obblighi di trasparenza e rendicontazione in Parlamento su export di armi e relativi finanziamenti. Se la legge passerà non sarà più possibile avere la lista delle banche armate e sarà compromessa la trasparenza.

Penso che non tutti facilmente conoscano la legge 185. Prima di tutto la 185 è una legge che è nata nel 1990; nata dietro la spinta di un grande movimento popolare che includeva I beati costruttori di pace all’Arena di Verona con Don Tonino Bello e altre numerose associazioni.

E poi includeva tutte le organizzazioni di base anche cattoliche. Inoltre ero stato defenestrato dal ruolo di direttore di Nigrizia proprio per le mie denunce sulle armi. Anche questo brutale provvedimento penso che abbia ispirato tutto questo movimento e abbiamo ottenuto così questa legge che è unica, è un unicum in Europa e non esiste una legge con questi estremi in tutta Europa e in molti Paesi. Praticamente cosa dice la legge: un controllo prima di tutto parlamentare sulle armi e è fondamentale questo ed è proprio questo controllo che permette al parlamento di dare ogni anno a proposito i nomi delle banche che pagano per le armi. La supervisione sulle armi per noi è fondamentale per conoscere e poi boicottare le banche che pagano per gli armamenti. Non avremmo mai potuto far anche la campagna contro le banche armate se non avessimo avuto questo strumento. Per esempio oggi sappiamo che l’80% degli investimenti sono impiegati per costruire armi – chiaramente costruire armi significa che bisogna avere finanziamenti dalle banche – per cui l’80% di questi soldi per la costruzione di armi in Italia proviene da tre banche Unicredit, Intesa Sanpaolo, Deutsche Bank.

L’80% e quindi cominciamo da questo dato. E poi la campagna ha disturbato il governo però non è stata finora veramente praticata. Il problema è in sostanza etico. Come faccio a mettere i miei soldi in una banca che costruisce strumenti di morte che poi vanno a uccidere persone in guerra. Menziono sempre il grande teologo che ha partecipato al concilio Vaticano secondo Monsignor Chiavacci di Firenze. Bravissimo. Conosceva il problema finanziario meglio di tanti altri intellettuali e economisti e diceva che è un dovere etico e morale per un cristiano, ma anche per ogni cittadino, sapere dove mette i propri soldi e come quegli investimenti vengono utilizzati. Questo principio fondamentale che è stato alla base della campagna contro le banche armate purtroppo non sta passando. Passa di più tra persone che si dichiarano atee piuttosto che a livello di chiesa. Se le diocesi italiane, se le parrocchie, ritirassero i propri soldi da queste banche, metteremo in crisi letteralmente la costruzione di armi. Se vogliamo davvero mettere in crisi il sistema, dobbiamo letteralmente boicottare le banche armate. Chi l’ha capito è stato Crosetto il ministro, non il nostro il ministro, della difesa in Italia che è veramente turbato e infastidito dalle banche etiche. L’ha detto lui in un incontro con i pezzi grossi per le armi. Non vuole le banche etiche perché possono etichettare le banche come banche armate. Allora lui vorrebbe fare una propria banca. Incredibile. Soltanto per pagare la costruzione di armi che vuol dire però che questa campagna ha già incominciato a portare i suoi frutti se si arriva a questo livello. Adesso il problema è che la legge 185/90, che traccia anche le banche armate, vogliono metterla in discussione in parlamento. E’ già passata al Senato e sta passando adesso, penso che passerà molto in fretta, alla camera. Ecco perché abbiamo fatto a Roma una conferenza stampa recentemente per cercare di mettere insieme tutte le realtà che nel 1990 avevano portato a questa legge.

2- Per contrastare lo strapotere delle Banche armate come si potrebbe attuare su larga scala una forma di obiezione del risparmiatore in favore della banca etica?

Penso dobbiamo capire che non è a livello individuale di risparmiatore o altro, in quanto è sempre l’individuo alla fine che si impegna, ma deve diventare una campagna di massa e collettiva. Questo lo dico non soltanto per la costruzione di armi, ma altrettanto importante è – purtroppo in Italia se ne parla pochissimo – mentre all’estero è molto forte, è stata promossa con grande forza da WCC il consiglio ecumenico delle chiese a Ginevra e promossa la campagna contro i fossili che è andata meglio della campagna contro le banche armate che poi pagano per l’estrazione del petrolio e queste cose funzionano quando diventano processi di massa: questa è la forza. Altrimenti diventano “io sono bravo perché non metto i miei soldi nella banca armata”. No. Non è una questione di mettersi la coscienza a  posto. La questione è che dobbiamo davvero far saltare delle situazioni assurde con la nonviolenza e questo è uno dei metodi sia per la costruzione di armi sia per quanto riguarda la stessa questione per i fossili e  anche in questo caso sono sempre coinvolte pressappoco le stesse banche la Unicredit anche Intesa Sanpaolo. E quella forza vale anche per i grandi boicottaggi dal basso. Non si tratta di mettere la coscienza a posto, ma se vuoi cambiare, deve diventare un boicottaggio di massa. E è quello che ad esempio gli americani hanno fatto quando hanno capito come la Nike sottopagava le donne in Indonesia. Immediatamente è partito un  boicottaggio nazionale della Nike che ha messo in crisi profonda l’azienda multinazionale. E sono andati, poco tempo dopo, subito in Indonesia a alzare il salario delle donne: questa è l’efficacia.

3- La storica esortazione quella di Pertini “svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai” può essere invocata per le banche che finanziano le fabbriche di armi? e invece provocano un grave indebitamento dei piccoli agricoltori.

Certamente è un passaggio anche questo su cui pensare. Dovrà essere pensata bene come deve essere fatta la campagna per boicottare le banche che finanziano i produttori di armi. Perché per le campagne ci vuole tempo e devono essere tutti i soggetti coinvolti efficaci altrimenti diventano fasulle e soprattutto è necessario il consenso popolare e di massa.

4- Puoi commentare il comunicato stampa dell’ONU che si rifà alla sentenza della corte internazionale di giustizia del 26 gennaio nonché alla convenzione di Ginevra e chiede sostanzialmente agli Stati membri di interrompere l’export di armi verso Israele?

l’Italia ha un trattato secretato con Israele. Continua a vendere e ha continuato a vendere armi in tutto questo periodo della guerra o meglio un autentico genocidio che Israele sta perpetrando ai danni del popolo palestinese. Agli Stati quello che importa sono gli interessi economici e finanziari. Il permettere che le fabbriche di armi producano sempre ordigni militari. Quindi questo è il limite di perorazioni e invocazioni che si fanno sugli Stati. Le altre campagne toccano la coscienza della gente che deve essere cambiata perché è quella grande rivoluzione che arriverà dal basso e sarà nonviolenta, quando la gente prenderà coscienza e urlerà e griderà: basta.

5- Pensi che quando la riforma della 185 arriverà alla camera ci sarà una forte e massiccia manifestazione a Roma?

Non lo so. Faremo di tutto. Ma è molto più efficace pensare a qualcosa d’altro. L’ho proposto prima che arrivi ancora alla camera durante questo periodo. La mia proposta anche durante la recente conferenza stampa di Roma è che di fatto dobbiamo pensare che siamo qui rappresentanti di varie realtà che non vogliamo che venga modificata la legge 185 e dobbiamo fare un’azione efficace. Oggi è inutile parlare di pace. E’ totalmente inutile. E citerò sempre la testimonianza attiva e efficace di padre Daniel Barragan, gesuita americano, che ha sostenuto e animato la resistenza negli Stati Uniti durante la guerra contro il Vietnam. Diceva: “ragazzi è inutile parlare di pace, perché fare pace costa altrettanto come fare guerra”. Quell’uomo, quel gesuita ha fatto 44 mesi di galera negli Stati Uniti per le sue scelte contro la guerra in Vietnam, per vari tentativi, perché oggi siamo arrivati a un punto solo ormai. Sono convinto che abbiamo bisogno di atti di disobbedienza pubblica e civile e di massa e avere la capacità di disobbedire e andare in tribunale e andare anche in prigione. Perché la mia proposta sarebbe quella di sollevarsi seriamente e di fare qualche gesto davanti al parlamento italiano di disobbedienza civile dal basso e stiamo pensando a come fare, ma bisogna attivarsi e mettersi in moto e si diventa più efficaci e credibili con un gesto di questo tipo per attirare anche la stampa con manifestazioni. Come i ragazzi di Ultima Generazione che mettono in atto queste provocazioni.

Anche sul sito dell’Associazione ITALIA CHE CAMBIA e su FARO DI ROMA

https://www.farodiroma.it/tag/laura-tussi/

https://www.italiachecambia.org/author/laura-tussi/

Sitografia per approfondire:

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Bibliografia essenziale:

  • Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Resistenza e nonviolenza creativa, Mimesis Edizioni.
  • Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Memoria e futuro, Mimesis Edizioni. Con scritti e partecipazione di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Giorgio Cremaschi, Maurizio Acerbo, Paolo Ferrero e altr*
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Dall’obiezione di coscienza all’opzione fiscale

di Laura Tussi (sito)

Dall’obiezione di coscienza all’opzione fiscale.

“L’obbedienza non è più una virtù”

Lorenzo Milani 

L’obiezione di coscienza al servizio militare

L’alternativa alla difesa armata è il servizio civile. Il problema politico è che il movimento per la pace deve agire perché effettivamente sia organizzato, oltre che per l’assistenza sociale, per la finalità principale indicata dalla legge frutto delle nostre lotte come ad esempio un centinaio di Obiettori in galera e non dimentichiamolo e non dimentichiamo il ruolo della LOC -lega obiettori di coscienza, in questa conquista.

L’obiezione fiscale alle spese militari 

Negli Stati Uniti nel 1973, 70 mila famiglie si rifiutarono di finanziare la guerra in Vietnam e il vescovo di Seattle Raymond Hunthasen invitò all’obiezione contro la produzione di armi nucleari.

In Italia il primo caso di obiezione fiscale alle spese militari è considerato quello di Maurizio Mansueti di Sarzana – La Spezia, nel 1971.

Negli anni successivi sono vari gli obiettori che aprono la strada a questa concreta forma di protesta contro la guerra. La prima vera campagna nazionale promossa dal Mir, movimento nonviolento e Lega per il disarmo unilaterale elabora il documento da fare sottoscrivere dagli Obiettori: “la spirale di violenze inasprite dalla corsa al riarmo, ad est come ad ovest, non potrà essere spezzata da impossibili e falsi equilibri politici.

Il disarmo è possibile e possiamo cominciare da oggi solo se ognuno di noi saprà assumersi la responsabilità del proprio futuro praticando, se necessario, la via della disobbedienza civile, della non collaborazione, dell’obiezione di coscienza.

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Aldilà degli slogan, dei facili appelli alla pace, delle vane speranze di disarmo occorrono gesti concreti! Noi sottoscrittori esponenti del mondo religioso, politico, della cultura, venuti a conoscenza dell’iniziativa dei movimenti non violenti sull’obiezione fiscale e la restituzione dei congedi militari, proponiamo di non pagare quella parte di tasse 5,5% altrimenti destinate agli armamenti e chiediamo che vengano utilizzate per vere opere di pace”.

400 gli aderenti nel 1983 che diventano 10mila in occasione della guerra del Golfo del 1991: da scelta individuale e solitaria diventa un fenomeno rilevante, anche numericamente tanto da preoccupare non poco le autorità.

L’opzione fiscale 

Campagna – Sei per la pace, sei per mille

La pace non è semplice assenza di guerra, ma un percorso che si costruisce garantendo giustizia, luoghi per la ricomposizione dei conflitti e disarmo.

In un momento in cui le armi sono tornate a parlare nel cuore dell’Europa, è di prioritaria importanza lanciare un segnale concreto di volontà di disarmo da parte della popolazione.

Per questo è stata messa a punto la campagna “Sei per la pace, sei per mille” che chiede a tutti i contribuenti di versare il sei per mille della propria imposta Irpef a favore della protezione civile o altra istituzione pubblica che agisce nello spirito della difesa civile.

Un gesto concreto per dichiarare che non vogliamo più finanziare la difesa armata, bensì vogliamo costruire un percorso di difesa popolare e non violenta, come chiede da tempo la Rete Pace e Disarmo.

Per adesioni: peacelink.it/seipermille

Il comitato Promotore della Campagna “Sei per la pace, Sei per mille”, di cui fanno parte, tra gli altri, Luigi Ciotti, Francuccio Gesualdi, Alex Zanotelli, sta valutando la migliore veste giuridica in cui inquadrare l’iniziativa.

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Resistenza e Nonviolenza creativa

Resistenza e Nonviolenza creativa

Libro: Resistenza e Nonviolenza creativa.

Mimesis Edizioni/Eterotopie

di Laura Tussi

Questo libro contiene tre disegni realizzati da mamma Angela nel limite dell’età e della grave patologia. Ho voluto dedicare il volume a mia madre figlia di nonno Luigi un Resistente durante il ventennio fascista fino al 25 Aprile 1945: la Liberazione.

Cara mamma Angela

a Te che ci hai tramandato tutti gli ideali

contenuti in questo mio saggio.

Tua Laura

“La responsabilità dell’uomo non può affidarsi né a un potere né a un Dio, ma deve impegnarsi nel nome della propria responsabilità di essere umano”.

Stéphane Hessel

Stiamo vivendo in una congiuntura storica del tutto paradossale: ogni giorno si fa sempre più vicina l’eco del conflitto russo-ucraino e le grandi potenze, invece di perseguire la politica del disar­mo inaugurata negli anni ’70, corrono invece ver­so un implemento del proprio arsenale atomico, come in una macabra gara il cui unico traguardo possibile è l’armageddon nucleare. La Cina infatti possiede 200 ordigni, ma entro il 2030 vorrebbe raggiungere il migliaio; gli Stati Uniti hanno già 3000 bombe pronte al lancio e lo storico rivale, il Cremlino, ne ha almeno altrettante puntate verso ovest.

Solo la creatività può salvare il mondo.

PREFAZIONE al libro Resistenza e Nonviolenza creativa.

L’impegno dell’umanità

nell’era nucleare

di Alex Zanotelli

Un grande grazie prima di tutto a Laura Tussi e Fabrizio Cracolici di Disarmisti esigenti e di PeaceLink per il lavoro e l’impegno che hanno fatto e che stanno attuando e attivando. Noi viviamo un drammatico momento della storia umana. Siamo fra due micidiali pericoli: davanti alla crisi ecologica che ci potrebbe portare all’estinzione e

all’estate incandescente e davanti alla crisi nucleare, alla guerra nucleare, che potrebbe portarci a un inverno nucleare. È in questione la sopravvivenza dell’umanità su questo pianeta.

Ecco perché è fondamentale il lavoro svolto da Laura e Fabrizio per far conoscere a tutti la gravità del momento. Siamo sull’orlo oggi del baratro in particolare per la questione dell’Ucraina. Ma tra qualche mese arriverà l’altra grande questione fra Usa e Cina sull’isola di Taiwan. E avanti così. Basta nulla. Basta un incidente. Il problema è che le grandi potenze sono armate fino ai denti.

Proprio le grandi potenze.

Gli Stati Uniti hanno 3000 bombe nucleari pronte al lancio. La Cina ne ha 200, ma entro il 2030 vuole arrivare almeno al migliaio.

La Russia ne ha tante anche essa pronte al lancio. E vari altri paesi che hanno la bomba atomica e vogliono continuare a incrementare il loro armamentario nucleare. È assurdo quello che sta avvenendo.

Basta un minimo incidente e salta tutto.

Salta e si estingue la razza umana su questo pianeta. Ecco perché è importante allora far informazione seria: far girare informazione seria. Uscire davvero da questo macabro

gioco.

Dobbiamo dire basta alle bombe nucleari.

Basta costruirle. Non possiamo più avere queste bombe in Italia.

In Italia abbiamo una settantina di bombe atomiche a Ghedi vicino a Brescia e ad Aviano in provincia di Udine e verranno adesso rimpiazzate dalle nuove e più terribili e sofisticate bombe nucleari: le B 61-12. (…) continua

Con i contributi di:

Angela Belluschi, Chiara Castellani, Fabrizio Cracolici, Giorgio Cremaschi, Gianfranco D’Adda, Paolo Ferrero, Renato Franchi, Agnese Ginocchio, Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Gianmarco Pisa, Alex Zanotelli

Libro in vendita in tutte le librerie e gli store editoriali da ottobre 2022

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Polo Bibliotecario Parlamentare con la Follia del nucleare

Polo Bibliotecario Parlamentare

Biblioteca del Senato

Biblioteca della Camera

 

“Alfonso Navarra, Mario Agostinelli, Luigi Mosca

La follia del nucleare : come uscirne? / Alfonso Navarra, Mario Agostinelli, Luigi Mosca ; contributi di Virginio Bettini … [et al.] ; prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici. – Milano, Udine : Mimesis, 2016. – 198 p. ; 21 cm. –

(Eterotopie ; 340). – Contiene: Appendice, p. 198. – ISBN 978-88-5753-

Camera: 851 01 32

Senato: Geopolitica nucleare 68”

****

Alfonso Navarra, Mario Agostinelli, Luigi Mosca

LA FOLLIA DEL NUCLEARE

Come uscirne con la rete ICAN.

Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari: Premio Nobel per la pace 2017

Prefazione di Alex Zanotelli

Introduzione di

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Contributi di

Virginio Bettini, Giuseppe Bruzzone, Luigi Cadelli, Michele Di Paolantonio, Giuseppe Farinella, Giuseppe Marazzi, Alessandro Marescotti, Roberto Meregalli, Giovanna Pagani, Fabio Strazzeri.

Mimesis Edizioni, 2017.

 

Contributo di Virginio Bettini

SMALTIMENTO DELLE SCORIE NUCLEARI: LA NECESSITÀ DI PROPOSTE OPERATIVE SULLA BASE DI UNA CORRETTA VALUTAZIONE AMBIENTALE

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Riace. Musica per l’umanità a Saronno con Vittorio Agnoletto

PRESENTAZIONE

Riace. Musica per l’umanità a Saronno

22 ottobre 2021

ore 21:00 (2 ore)

Via 24 Maggio, 1 SARONNO – SARONNO (VA)

Teatro Parrocchiale Regina Pacis
A Saronno con Vittorio Agnoletto e noi tutti per Riace, Musica per l’Umanità

Riace. Musica per l’umanità a Saronno

Nel novembre 2019, Fabio Fazio ha intervistato l’indiscusso protagonista della vicenda Riace, Mimmo Lucano su Rai2 a “Che tempo che fa” menzionando e presentando il libro Riace, musica per l’umanità e padre Alex Zanotelli che ha collaborato con altre 15 personalità alla sua stesura

Con Vittorio Agnoletto e noi tutti per Riace, Musica per l'Umanità a Saronno

A Saronno con Vittorio Agnoletto (in collegamento) e noi tutti per Riace, Musica per l’Umanità

 

Presentazione del libro

“Riace. Musica per l’Umanità”

con UNIVERSITA’ DELLE MIGRAZIONI

il giorno venerdì 22 ottobre 2021 ore 21.00

saranno presenti gli autori:
Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

in collegamento: Vittorio Agnoletto

Coordina: Roberto Guaglianone

Musica di impegno e note di Resistenza: Renato Franchi e Marco Chiavistrelli

Il ricavato del libro andrà a sostegno delle spese legali di Mimmo Lucano.

 

Vi aspettiamo numerosi*…e passate parola!

 

https://www.facebook.com/events/1498942217139581/?ref=newsfeed

 

Nel novembre 2019, Fabio Fazio ha intervistato l’indiscusso protagonista della vicenda Riace, Mimmo Lucano su Rai2 a “Che tempo che fa” menzionando e presentando il libro Riace, musica per l’umanità e padre Alex Zanotelli che ha collaborato con altre 15 personalità alla sua stesura

Laura Tussi

Con Riace. Musica per l'Umanità e tutti noi

Con un’intervista a Mimmo Lucano.

Riace. Musica per l’umanità

 

La presentazione del libro Riace, musica per l’umanità a Milano nell’ottobre 2019 è stata molto partecipata: la città ha risposto con oltre 1000 persone in sala.

Fabrizio Cracolici ha portato un appello alla comune umanità partendo dall’esempio dei nostri grandi maestri di vita.

Laura Tussi ha sviluppato il contenuto del libro inserendolo nell’ambito delle lotte sociali.

Giovanna Procacci presidente del comitato 11 giugno di Milano, che segue personalmente le fasi del processo a Mimmo Lucano, ha spiegato cosa sta succedendo.

Alfonso Navarra ha sottolineato l’importanza di unire le lotte sui diritti umani a quelle per la salvaguardia dell’ambiente, del clima e per la sicurezza del pianeta contro il rischio di guerre nucleari.

Vittorio Agnoletto ha fatto un excursus storico sul diritto alla mobilità dell’uomo.

E poi è stato il momento della testimonianza di Mimmo Lucano, un fiume in piena, con grande umanità e trasparenza, da una persona che sta dedicando la sua esistenza a una causa comune come quella del diritto alla vita di chi fugge dalle guerre per cercare un riscatto.

L’iniziativa è stata chiusa dall’intervento di Moni Ovadia che ha stimolato tutti ad un impegno collettivo.

Gli interventi sono stati intervallati dalla musica di impegno di Renato Franchi, Gianfranco D’Adda & Orchestrina del Suonatore Jones.

Per l’intera durata dell’incontro Giulio Peranzoni ha disegnato dal vivo i temi affrontati in questa presentazione.

Questo evento ha inaugurato la presentazione di un libro che è un mezzo a sostegno di una causa per il bene comune.

Durante questo incontro Mimesis Edizioni e gli Autori (Laura Tussi e Fabrizio Cracolici) hanno aperto una sottoscrizione a sostegno della fondazione Riace – E’ stato il vento e hanno donato a tutti i contribuenti il libro.

Successivamente, nel novembre 2019, Fabio Fazio ha intervistato l’indiscusso protagonista della vicenda Riace, Mimmo Lucano, su Rai2 a “Che tempo che fa” menzionando e presentando il libro Riace, musica per l’umanità e padre Alex Zanotelli che ha collaborato con altre 15 personalità alla sua stesura.

Parole chiave: gaiariacemimmo lucanoalex zanotelliaccoglienzainterculturaeducazionelibri

Per maggiori informazioni:
Roberto Guaglianone

Vedi anche:

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Pacifismo: un’altra prospettiva?

Pace: alta aspirazione dell’umanità

Pacifismo: un’altra prospettiva?

“È ancora lunga la strada perché la guerra diventi un tabù come l’incesto – afferma padre Alex Zanotelli – ma vi è chi la percorre”. Il pacifismo. Un impegno da non dimenticare, per il futuro e per la storia, se la storia è selezione delle cose da ricordare, per la memoria e il futuro

Pace per l'umanità

Pace: alta aspirazione dell’umanità 

 

La pace è da sempre aspirazione centrale dell’uomo.

Con la Pace tutto è possibile, tutto si può realizzare. Con la guerra conta solo la vittoria militare. Tutti noi camminatori delle vie della pace e della nonviolenza ci incontriamo nelle marce, nelle manifestazioni e nei cortei semplicemente per dire no alla guerra.

Cosa hanno creato e animato i movimenti per la pace nei momenti e negli appuntamenti di massa? ma anche nell’impegno della quotidianità, nelle attività fuori dal clamore e dall’attenzione dei media?

Molteplici narrazioni per riportare sulla scena i protagonisti in carne e ossa, le loro motivazioni e i loro sentimenti, i loro saperi e le loro culture politiche, la loro spontaneità.

 

Un’altra prospettiva?

La pace è da sempre aspirazione centrale dell’uomo.

Con la pace tutto è possibile, tutto si può realizzare. Con la guerra conta solo la vittoria militare.

Tutto si fa per la pace, tutto ad essa si sacrifica.

“Prima di tutto la pace” era un diffuso slogan negli anni ‘80 del Novecento.

Per troppo lungo tempo, subculture e politiche prevalenti hanno pensato che la Pace è raggiungibile solo con la guerra. Che la pace altro non fosse che assenza di guerra e il luogo di preparazione della prossima inevitabile guerra.

Solo in tempi recenti si comincia a pensare la pace diversamente: molto di più che assenza di guerra e certo indiscutibilmente assenza di conflitti armati. Solo in tempi recenti si comincia a pensare la pace per via alternativa a quella classica delle armi, come l’arbitrato, i negoziati, il diritto internazionale. E solo in tempi recenti si è pensato a elidere il potere di fare la guerra al sovrano di turno. Chi ha deciso la politica coloniale italiana? La conquista della Libia? Chi la prima guerra mondiale? Chi la seconda? Per secoli il pensiero, la politica, i miti, i riti convergevano sul fatto che la guerra fosse l’unico strumento e unica via per la pace.

 

La vera rivoluzione è quando comincia un pensiero alternativo.

Fino ad oggi l’Europa non ha ancora vissuto un periodo di pace duraturo, basti pensare ai conflitti in ex Jugoslavia e nelle nazioni dell’est Europeo, contando anche le cosiddette “missioni di pace” che altro non sono che azioni mirate a sostenere i privilegi predatori di alcune nazioni su altre.

E non molti sanno che il progetto  dell’unione dell’Europa nella pace non con le armi, ma come soluzione per niente guerrafondaia fu propugnata in primis dal pensiero pacifista.

Si pensi al congresso della pace di Parigi del 1849 quello presieduto da Vittorio Hugo, quello che pose l’accento sulla necessità dell’educazione alla pace. Non fu il mondo pacifista a rivendicare che decisioni sulla guerra fossero assunte dai parlamenti e non già dai sovrani e dai governi? E chi pensò al diritto e alle organizzazioni internazionali adeguate per costruire la pace?

Fu un pioniere del pacifismo quale Immanuel Kant.

Poteva nascere l’ONU senza questo pensiero? Il termine pacifismo è stato introdotto tra l’ottocento e il novecento.

 

Il pacifismo ha una sua storia.

Il pacifismo ha una sua storia e questo deve essere continuamente precisato.

Esso assume il significato di pensiero e pratiche, teorie e movimenti tesi a prevenire e contrastare la guerra, le culture guerresche e violente e i guerrafondai. E a elaborare e sostenere vie alternative per la soluzione di conflitti e di controversie internazionali.

Un movimento plurale.

Più forte e incisivo quando è stato capace di essere autonomo e coerente e quando ha coltivato e prodotto idee forti, illuminanti, alterità di pensiero, pratiche coerenti.

È un arcipelago.

Un pacifismo di teorici, un pacifismo politico e non di partito, un pacifismo dei movimenti, un pacifismo spontaneo delle persone, un pacifismo delle classi sociali. È però poco studiato nella sua pluralità e complessità. Nella sua influenza, nelle sue contraddizioni e risultati.

Forse si pensa che poi comunque le guerre ci sono state, che i pacifisti hanno sempre perso, che non hanno ottenuto nulla. Forse perché l’utopia della pace è rimasta tale? Non è esattamente così.

Si accennava alla semina del pacifismo che ha prodotto raccolti. In alcune fasi il pacifismo è riuscito a condizionare l’azione di leaders politici e governi. Durante gli anni più duri della guerra fredda è riconosciuto che la mobilitazione di massa ha contribuito ad evitare l’uso dell’atomica.

 

Il pacifismo oggi.

E il premio Nobel per la pace del 2017 alla campagna Ican per il trattato di proibizione delle armi nucleari? Autentico e imprescindibile e grande contributo per il disarmo nucleare mondiale che ha coinvolto migliaia di attivisti e centinaia di associazioni in tutto il mondo. Di recente ai movimenti pacifisti è anche ascrivibile in Italia la legge 185/1990 che finalmente ha posto qualche vincolo alla esportazione di armi e è dei pacifisti il merito alla campagna internazionale per la messa al bando delle mine Nobel per la pace del 1997.

E senza l’imponente movimento del 2003 il governo italiano non avrebbe coinvolto pienamente e ancora maggiormente il nostro paese nella guerra di Bush all’Iraq dell’ex amico Saddam? Si possono cancellare gli enormi contributi del pacifismo per controbattere alla glorificazione della guerra, per smentire la convinzione della sua fatalità, per un sapere di Pace? Cenni per dire che l’influenza del pacifismo è ancora tutta da studiare.

Perché quanti si sono opposti alla prima guerra mondiale, con prezzi salatissimi non devono essere considerati soggetti di storia? Il cammino è lungo e tortuoso ma è frequentato.

“È ancora lunga la strada perché la guerra diventi un tabù come l’incesto – afferma padre Alex Zanotelli – ma vi è chi la percorre”. Se pensiamo alle numerose guerre in corso nel mondo dal dopo guerra fredda non rimane altro che prendere atto della sconfitta del pacifismo. Ma sarebbero conclusioni affrettate e errate oltretutto perché non tengono conto dell’enorme sproporzione di mezzi tra pacifismo e guerrafondai. Il pacifismo. Un impegno da non dimenticare, per il futuro e per la storia, se la storia è selezione delle cose da ricordare, per la memoria e il futuro.

 

Approfondimenti:

 

Elorza, Documenti e discorsi del militare ingenuo, San Sebastian

Erasmo da Rotterdam, Contro la guerra, a cura di F.Gaeta, L’Aquila

Trattato sulla tolleranza, a cura di Palmiro Togliatti, Editori Riuniti Roma

 

Bibliografia ragionata:

 

AA.VV. , Bandiere di pace, Chimienti, Taranto

Aron, Pace e guerra tra le nazioni, tr.it. Comunità, Milano

Bartels, L’Europa dei movimenti per la pace, in Giano n. 4/1990

Battistelli, Sociologia e guerra. Il problema della guerra nelle origini del pensiero sociologico, Archivio Disarmo, Roma

Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna

Collotti, G. Di Febo, (a cura di), Contro la guerra. La cultura della pace in Europa (1789-1939), Dossier Storia, Giunti, Firenze

Taylor, English History 1914-45. Oxford University Press

 

Riflessioni sulla contemporaneità:

 

Pugliese F., Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 a oggi, Grafiche futura, Mattarello – Trento

Pugliese F., I giorni dell’arcobaleno. Diario- cronologia del movimento per la pace, prefazione di Alex Zanotelli, Futura, Trento

Pugliese F., Per Eirene. Percorsi bibliografici su pace e guerra, diritti umani, economia sociale, Forum Trentino per la pace e i diritti umani, Trento

Pugliese F., Carovane per Sarajevo. Promemoria sulle guerre contro i civili, la dissoluzione della ex Jugoslavia, i pacifisti, l’ONU (1990-1999), Prefazione di Lidia Menapace, Introduzione di Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Laura Tussi

Manifesti raccontano…Le molte vie per chiudere con la guerra,a cura di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese, Recensione di Laura Tussi, Prefazione di Peter Van Den Dungen, coordinatore generale della Rete Internazionale dei Musei per la Pace e Joyce Apsel, Università di New York

Strada G., Ma l’abolizione della guerra non è un’utopia di sinistra, in La Repubblica, 2006

 

Analisi:

Branson, M. Haienemann, L’Inghilterra degli anni Trenta, Laterza Bari

Ceadel, Pacifismi in Britain, Oxford University Press

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Alex Zanotelli sostiene Giampiero Monaca

Bimbisvegli: scuola aperta e all’aperto

Alex Zanotelli sostiene Giampiero Monaca

Messaggio di Alex Zanotelli in solidarietà con il Maestro Giampiero Monaca per sostenere il diritto al metodo pedagogico “Bimbisvegli”

Messaggio di Alex Zanotelli

Bimbisvegli: scuola aperta e all’aperto

Messaggio di Alex Zanotelli in solidarietà con il Maestro Giampiero Monaca per sostenere il diritto al metodo pedagogico “Bimbisvegli”

A cura di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Vorrei esprimere la mia totale solidarietà al maestro Giampiero Monaca, che adesso sta facendo lo sciopero della fame e della sete.

Totale solidarietà perché è un maestro come Don Milani.

Il suo metodo di fare scuola in maniera molto semplice, all’aperto, facendo stare i ragazzi insieme tutti attorno in cerchio, assomiglia molto alla pedagogia di Don Milani, della scuola di Barbiana.

Assomiglia al metodo di Freire.

È davvero un metodo pedagogico democratico che ha provocato tante difficoltà a Giampiero prima ad Asti e poi esiliato, come Don Milani esiliato a Barbiana, Giampiero Monaca è stato esiliato a Serravalle, una piccolissima frazione dove sta portando avanti questo tipo e metodo di fare scuola sostenuto dai genitori tra l’altro.

I genitori dei ragazzi sostengono questo suo metodo di fare scuola.

Ma Giampiero è sotto il tiro dell’autorità.

È minacciato anche di sanzioni disciplinari.

Alex Zanotelli sostiene il metodo pedagogico "Bimbisvegli"

Trovo tutto questo assurdo. Dovrebbe essere la scuola pubblica, la scuola di Stato a imparare che forse è meglio e più vicino a quello che la Costituzione vuole il metodo di Giampiero Monaca e non quello che abbiamo nelle scuole ufficiali che sono diventate purtroppo delle aule dove prepariamo i ragazzi a diventare quelle rotelline di un ingranaggio per fare andare avanti e perpetuare il sistema: un sistema che porta tutta l’umanità alla morte. Per cui la mia totale solidarietà a Giampiero Monaca in questo momento difficile.

E sono molto grato anche perché, non lo conoscevo prima, e ha aderito al digiuno che facciamo ogni mese a Roma davanti al parlamento: il Digiuno di Giustizia a favore e in solidarietà con i migranti. Grazie Giampiero Monaca che ti sei ricordato di noi.

Non mi dimenticherò più di te. E ti sarò a fianco in questo tuo impegno, in questa tua lotta per una scuola che sia molto più democratica e aiuti i ragazzi a imparare i veri valori che servono a vivere e a vivere bene.

Grazie di cuore,

Alex Zanotelli

Note: In seguito alle illuminanti parole di padre Alex Zanotelli, alcuni attivisti si sono mobilitati per avviare un digiuno a staffetta in solidarietà con il maestro Giampiero Monaca e il metodo educativo “Bimbisvegli”.
I primi aderenti al digiuno: Fabrizio Cracolici, Marinella Correggia, Marco Chiavistrelli, Linda Maggiori.
Per chi volesse sostenere questa lotta di giustizia con il digiuno scrivere a lauratussi.pace@gmail.com

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Gaia: Riace. Musica per l’umanità

La Rivista dell’Ecoistituto del Veneto Alex Langer, Gaia presenta:

Gaia: Riace. Musica per l’umanità

Nel novembre 2019, Fabio Fazio ha intervistato l’indiscusso protagonista della vicenda Riace, Mimmo Lucano su Rai2 a “Che tempo che fa” menzionando e presentando il libro Riace, musica per l’umanità e padre Alex Zanotelli che ha collaborato con altre 15 personalità alla sua stesura

Gaia, Rivista dell'Ecoistituto del Veneto Alex Langer, diretta da Michele Boato

Con un’intervista a Mimmo Lucano.

Riace. Musica per l’umanità

 

La presentazione del libro Riace, musica per l’umanità a Milano nell’ottobre 2019 è stata molto partecipata: la città ha risposto con oltre 1000 persone in sala.

Fabrizio Cracolici ha portato un appello alla comune umanità partendo dall’esempio dei nostri grandi maestri di vita.

Laura Tussi ha sviluppato il contenuto del libro inserendolo nell’ambito delle lotte sociali.

Giovanna Procacci presidente del comitato 11 giugno di Milano, che segue personalmente le fasi del processo a Mimmo Lucano, ha spiegato cosa sta succedendo.

Alfonso Navarra ha sottolineato l’importanza di unire le lotte sui diritti umani a quelle per la salvaguardia dell’ambiente, del clima e per la sicurezza del pianeta contro il rischio di guerre nucleari.

Vittorio Agnoletto ha fatto un excursus storico sul diritto alla mobilità dell’uomo.

E poi è stato il momento della testimonianza di Mimmo Lucano, un fiume in piena, con grande umanità e trasparenza, da una persona che sta dedicando la sua esistenza a una causa comune come quella del diritto alla vita di chi fugge dalle guerre per cercare un riscatto.

L’iniziativa è stata chiusa dall’intervento di Moni Ovadia che ha stimolato tutti ad un impegno collettivo.

Gli interventi sono stati intervallati dalla musica di impegno di Renato Franchi, Gianfranco D’Adda & Orchestrina del Suonatore Jones.

Per l’intera durata dell’incontro Giulio Peranzoni ha disegnato dal vivo i temi affrontati in questa presentazione.

Questo evento ha inaugurato la presentazione di un libro che è un mezzo a sostegno di una causa per il bene comune.

Durante questo incontro Mimesis Edizioni e gli Autori (Laura Tussi e Fabrizio Cracolici) hanno aperto una sottoscrizione a sostegno della fondazione Riace – E’ stato il vento e hanno donato a tutti i contribuenti il libro.

Successivamente, nel novembre 2019, Fabio Fazio ha intervistato l’indiscusso protagonista della vicenda Riace, Mimmo Lucano, su Rai2 a “Che tempo che fa” menzionando e presentando il libro Riace, musica per l’umanità e padre Alex Zanotelli che ha collaborato con altre 15 personalità alla sua stesura.

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Grazie di cuore,

Alex Zanotelli

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Congo: l’emblema dello sfruttamento del pianeta. Prospettive per l’umanità

Congo: l’emblema dello sfruttamento del pianeta. Prospettive per l’umanità

Evento Facebook in collaborazione con ChiAmaMilano

https://www.facebook.com/events/1007352676672612/?ref=newsfeed

Congo: l’emblema dello sfruttamento del pianeta. Prospettive per l’umanità
sabato 10 Luglio 2021 ore 18

Con Alex Zanotelli – comboniano attivista
Chiara Castellani – chirurgo di guerra in Congo
Laura Tussi – giornalista
Fabrizio Cracolici – Anpi
Alessandro Marescotti – Presidente PeaceLink
Alfonso Navarra – giornalista antinuclearista
Musica per l’umanità di Marco Chiavistrelli e Renato Franchi.

 

Dall’intervista di Laura Tussi a Chiara Castellani “Chiara Castellani incontra Papa Francesco”:

 

Considerate le importanti e forti prese di posizione di Papa Francesco relative ai temi della pace, dell’ambiente, del disarmo nucleare, della giustizia sociale, prova tu Chiara Castellani a raccontarci questo importante incontro.

Grazie Laura per avermi posto questa complessa domanda. Questa è la mia battaglia di una intera vita! Ed è vero che in tutti questi temi che hanno ispirato 40 anni di professione e di quella che chiamerò “militanza missionaria” mi sono trovata finalmente, da credente”della sinistra ecumenica” in Sintonia totale con Papa Francesco.

Pace: perché non c’é pace in Congo? “Una guerra inventata” dice la mia collega e amica Suzanne Diku. La guerra all’Est del Congo è stata creata ad arte, spacciata per guerra civile ed etnica dagli interessi delle transnazionali. Perché è in realtà una guerra “economica” dove 5 milioni di morti quasi esclusivamente civili sono stati il prezzo incommensurabile per estrarre a costi infimi, saccheggiare e sfruttare le materie prime. La guerra del contrabbando del coltan, della bauxite e del cobalto. Per produrre a prezzo irrisorio i telefonini e le auto elettriche e poi commercializzarle a prezzi decine di volte più alti, con guadagni scandalosi.

Ambiente:  Auto elettriche le considerano auto ecologiche ma… con enormi costi ecologici e umani per il Congo. Perché quel giovane, spesso ancora bambino, quel piccolo schiavo che minacciato da un militare di un cosiddetto “esercito di liberazione” armato e senza scrupoli nell’uccidere, estrae materiali altamente radioattivi con le mani nude… se non morirà ora ucciso da un’arma da fuoco, da un machete o cadendo in un cunicolo, morirà fra qualche anno di una leucemia o di un carcinoma. Poi se muore un italiano tutti si stracciano le vesti. Quell’Italiano aveva denunciato le miniere a cielo scoperto e i bambini minatori-schiavi.
Intanto il parco Virunga naturale diventa teatro di massacri. E dove muoiono esseri umani, sempre civili, chi può aver pietà di elefanti e gorilla, specie a rischio di estinzione che un Paese che non sa difendere i propri cittadini né un Ambasciatore straniero ancor meno saprà difendere i suoi animali?

Disarmo nucleare. Dove sono le riserve mondiali dell’uranio? In Congo!

Da dove è uscito l’uranio di Hiroshima? Dal Congo. Il Congo va balcanizzato per questo? Temo che sia questo il vero disegno delle grandi potenze, quel disegno criminale di cui tutti siamo complici e che Luca, fotografando le fosse comuni di cadaveri decapitati di civili, voleva denunciare. Luca era un documentarista, ma troppo scomodo per chi vuole “balcanizzare” il Congo per saccheggiarlo meglio.

Giustizia sociale. Per molti anni il titolo delle mie conferenze è stato “non c’é solidarietà senza giustizia”. Finché un’amica sindacalista dei sem tierra mi ha “completato” dicendo “non c’é
solidarietà senza reciprocità. Anche Paolo VI diceva “non si può dare per carità ciò che si deve per giustizia”. Giustizia sociale e distributiva in un Paese dove un 5% straricco domina un 70% che vive sotto la soglia di povertà.

Ma Papa Francesco è andato oltre la giustizia e il diritto parlando di “promozione umana integrale” e indirizzandomi al Dicastero che lui stesso fondò “motu proprio” nel 2016. Sto preparando quel nuovo incontro. Voluto da lui, da Papa Francesco.