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PAMPHLET ECOLOGICO

 

PAMPHLET ECOLOGICO, Mimesis Edizioni

Libro postumo di Virginio Bettini in prossima edizione Mimesis dal 10 marzo 2022 in tutte le librerie

 

a cura di Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi

Introduzione di Maurizio Acerbo

Intervento di Paolo Ferrero

Postfazione di Alfonso Navarra

Contributo di David Boldrin Weffort

 

Pamphlet ecologico

di Virginio Bettini

 

Prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

“I contenuti del libro di Bettini espongono quanto abbiamo proposto, insieme all’autore, nelle iniziative e nelle presentazioni in pubblico di vari nostri libri.

Con Virginio Bettini, in particolare negli ambienti ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, proponiamo i moniti del grande Partigiano Deportato, Padre Costituente dell’ONU Stéphane Hessel “la nonviolenza come cammino che dobbiamo imparare a percorrere” e “Esigete un disarmo nucleare totale”, a partire da ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, che è stata insignita Premio Nobel per la Pace 2017 e di cui tutti noi attivisti per il disarmo nucleare siamo parte attiva. Bettini, insieme a Giorgio Nebbia e Gianni Mattioli, è stato tra i più grandi e principali oppositori al progetto del nucleare in Italia. Un vero riferimento dell’ecologismo politico equiparabile ad altri maestri come Laura Conti e Alexander Langer. Tutti questi grandi ecologisti sottolineano come i temi dell’ecologia urbana, del paesaggio e del nucleare civile devono essere approfonditi così come le problematiche relative alle riemergenti tecnologie nucleari, che cercano sempre di rialzare la testa nonostante le sconfitte.

Abbiamo sempre registrato, durante le presentazioni dei nostri libri in pubblico, una grande attenzione dei giovani agli interventi orali di Virginio Bettini in queste iniziative molto partecipate; e ora invitiamo i nostri lettori in particolare a leggere il Pamphlet di Bettini, perchè, nella dispiegata ed argomentata forma scritta, l’autore inquadra sistematicamente la questione ecologica nei suoi attuali termini scientifici, e nei diversi aspetti in cui si articola.

Basta scorrere l’indice per capire che tutta la complessità dell’ecologia è scomposta e trattata da Bettini in modo semplice (non semplicistico) nei vari elementi, senza perdere le connessioni e gli intrecci delle diverse problematiche che concorrono a rappresentare il terreno di lotta per una unica, letteralmente vitale alternativa al malsviluppo dominante.

Nel cammino nonviolento che  dovremo percorrere  per uscire positivamente dalle emergenze che ci stanno minacciando, tra cui i dissesti climatici, il rischio della guerra nucleare e la disuguaglianza sociale globale, proponiamo il portato valoriale dell’ecologia sociale ed in essa non dimentichiamo il Pamphlet ecologico di Virginio Bettini…”

Intervento di Paolo Ferrero

Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea

“…Il volume che avete tra le mani, a cura di Laura Tussi, Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, è quindi un omaggio a Bettini ma un favore a noi: la sua qualità non è facilmente riscontrabile nel panorama editoriale odierno. La proposta scientifica dell’Ecologia del paesaggio, come punto di incontro delle relazioni sociali con quelle naturali, è una pietra miliare imprescindibile per la trasformazione sociale. Questo libro giustamente la ripropone e aprirà nuove prospettive a chi non ne ha mai sentito parlare.

Da ultimo, questo è un libro che fa pensare su noi stessi. E’ un libro postumo di Bettini, che nell’introduzione ricorda Alex Langer e Laura Conti ed è dedicato a Giorgio Nebbia, altro padre fondatore dell’ecologia politica italiana. Questo libro segnala come la schiera degli scienziati rossi ed esperti, capaci di analizzare la realtà e di progettare percorsi di trasformazione, si stia molto assottigliando e sottolinea la difficoltà che abbiamo a riprodurre la cultura critica di alto livello. Per questo è una testimonianza – una rammemorazione come avrebbe detto Walter Benjamin – è un libro sul che fare, ma è anche un invito a studiare, perché la trasformazione chiede lotta e passione ma anche intelligenza e preparazione”.

Introduzione di Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

“…E’ impossibile riassumere il suo enorme contributo di studioso e attivista, come militante politico e di movimento, come rappresentante istituzionale. Il suo ruolo nei Verdi e poi l’avvicinamento e la candidatura con Rifondazione Comunista. Il movimento antinucleare gli deve tantissimo e ogni volta che in una lotta prepariamo le osservazioni per la VIA dovremmo rendergli omaggio. Da Virginio abbiamo sicuramente da tenere ferma la lezione che l’impegno ambientalista non può essere solo enunciazione di principi o trasformarsi in ideologia, ma deve utilizzare in maniera critica i saperi scientifici confrontandosi con la complessità della realtà. Non è mai diventato un politicante e ci ha lasciato una miniera che va custodita e esplorata, un patrimonio di passione e ricerca che chi non rinuncia a un impegno rossoverde non può che considerare essenziale. Questo pamphlet ce lo ricorda come compagno “commoneriano” (sia nel senso di Commoner che di commons, beni comuni) appassionato e ironico che fino all’ultimo ha cercato di cercare di interpretare il mondo e di cambiarlo”.

La lezione di Virginio Bettini

Contributo di David Boldrin Weffort

“…Per troppo tempo la maggioranza degli scienziati ha idealizzato una posizione di osservatori estranei e neutrali ai processi storici, relegando il loro ruolo a semplici consiglieri tecnici al servizio del potere. Nicholas Maxwell, filosofo della scienza, ha recentemente definito l’attuale impresa scientifica un tradimento della ragione e dell’umanità, poiché incapace d’influenzare e migliorare il presente nel suo miope accumulo di conoscenza. Ora, “suonato l’allarme” per la crisi climatica, la scienza può ritirasi nella torre d’avorio o agire coerentemente con azioni di disobbedienza civile come recentemente esortato da Charlie J. Gardner e Claire F. R. Wordley sulla rivista Nature Ecology and Evolution. L’impresa scientifica ha, dunque, l’opportunità di riassumere quel carattere liberatorio che ne ha caratterizzato gli albori, quando la rivoluzione copernicana ha sovvertito l’oscurantismo medioevale. In particolare, l’ecologia, come ha affermato Murray Bookchin, ha un carattere intrinsecamente rivoluzionario perché studiando le relazioni tra organismi e il loro ambiente, non può sottrarsi dalla critica dei sistemi sociali che determinano le relazioni tra la specie umana e l’ambiente. Virginio Bettini lo aveva capito prima di molti altri muovendosi disinvolto dalle cattedre accademiche alle assemblee dei tanti comitati per la difesa del territorio. E oggi, più che mai, dobbiamo seguire il suo esempio”.

Postfazione di Alfonso Navarra

Questo prezioso manualetto di Virginio Bettini va inquadrato in un contesto pre-pandemico: nella cronologia di scrittura, appartiene ad un “prima” della crisi da coronavirus.  Allora non era così chiaro come adesso che il “dopo” la catastrofe sanitaria in corso pone in modo evidente e pressante un “cambiamento di rotta” della barca comune dell’Umanità  che la porti in via definitiva fuori dal mare delle tempeste in cui rischia di naufragare.

Questo porto sicuro del “dopo” si potrebbe chiamare Green New Deal mondiale ed esso può essere raggiunto solo se si segue la bussola culturale della terrestrità, un concetto che in qualità di portavoce dei Disarmisti esigenti ho elaborato partendo dalle intuizioni base di Morin-Hessel (la coscienza planetaria), dalla visione dei popoli indigeni (l’umanità e’ figlia della Madre  Terra) e dalla consapevolezza gandhiana che “la nonviolenza efficace sono i progressi nel diritto internazionale”.

La rete di educazione alla terrestrità promossa dai Disarmisti esigenti, connessa all’iniziativa della Carta della Terra, vuole creare le premesse culturali per l’armonizzazione di campagne e strategie politiche, a partire da ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) – Premio Nobel per la Pace 2017, che concretizzino i diritti dell’Umanità e della Natura cui deve essere subordinata la legittimità degli Stati: la terrestrità è, a conti fatti, il necessario antagonista culturale del sovranismo militarista, la deriva in cui rischiamo invece di inabissarci.

Il libro di Virginio Bettini, con la prefazione dei giornalisti e attivisti Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, è ricco di informazioni concentrate, attendibili, essenziali, una miniera di idee e di indicazioni per la costruzione del Green New Deal globale e delle sue varie articolazioni continentali, nazionali, locali, persino di comportamenti personali.

Appartiene ad un “prima” la crisi pandemica che prepara un “dopo” di reale svolta, di reale trasformazione: cioè un dopo, in cui l’Umanità fa la pace con la Natura violentata ed in questo percorso fa la pace anche con sé stessa.

Da questo punto di vista, per tutti i movimenti alternativi, mi sento di consigliarlo come strumento imprescindibile di dati e di riflessioni, capace di lasciare un segno di crescita intellettuale, ma anche morale ed emotiva, a disposizione delle persone che stanno maturando ed approfondendo una conversione ecologica.

 

 

 

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Conflitto in Ucraina: intervista di Laura Tussi a Luigi Mosca

AgoraVox Italia

Conflitto in Ucraina: intervista di Laura Tussi a Luigi Mosca

Intervista di Laura Tussi a Luigi Mosca, fisico delle particelle elementari, ex Direttore del ‘Laboratoire Souterrain de Modane’. Membro delle associazioni: ‘Abolition des Armes Nucléaires’ e ‘Disarmisti Esigenti’.

La situazione attuale in Ucraina potrebbe avere una svolta diversa tenendo conto del TPAN, il Trattato Onu di Proibizione delle Armi Nucleari, ottenuto grazie al contributo importante dell’ICAN, la Campagna Internazionale per l’abolizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari, di cui molte associazioni pacifiste a livello nazionale e mondiale sono parte, ed insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2017?

Il TPAN, dal 22 gennaio 2021, data della sua entrata in vigore, fa parte del Diritto Internazionale, quindi, se il Diritto Internazionale verrà rispettato per quanto riguarda le armi nucleari, il TPAN dovrebbe allora impedire che il conflitto degeneri in una guerra nucleare regionale o addirittura mondiale. Purtroppo la Storia ci insegna che le violazioni del Diritto Internazionale non sono rare, ma si puo’ sperare che, anche indipendentemente dal TPAN, una simile follia estrema non si verifichi.

E’ veramente fondata l’ipotesi per cui l’escalation militare in Ucraina potrebbe avere esiti davvero irreversibili e sfociare nel baratro di una apocalisse nucleare?

L’Ucraina, dalla fine della Guerra fredda, normalmente non possiede più armi nucleari, quindi se queste venissero usate lo sarebbe da parte della Russia, qualora questa si trovasse in difficoltà con le sole armi convenzionali, cosa che potrebbe succedere in funzione dell’importanza dell‘appoggio strategico’ all’Ucraina da parte del complesso USA/NATO. Naturalmente è veramente sperabile che, qualunque sarà l’evoluzione di questo conflitto, una simile follia (come ho già detto) non si produrrà.

Questo Premio Nobel per la pace può apportare speranze a livello locale e mondiale?

Ritengo proprio di si’. Fino ad ora 134 Stati hanno aderito al TPAN (122 che hanno votato la sua adozione il 7/7/2017, e 12 che l’hanno firmato ulteriormente): tra questi, 59 l’hanno anche ratificato.

D’altra parte, il Premio Nobel ad ICAN ha ancora aumentato l’effetto di stigmatizzazione delle armi nucleari da parte del TPAN. Un effetto concreto è quello di oltre 100 agenzie di finanziamento (banche, fondi di pensione, etc) che hanno, in conseguenza, già deciso di cessare di finanziare le industrie che producono varie componenti degli armamenti nucleari!

Ora si tratta di convincere gli Stati che posseggono (od ‘ospitano’) delle armi nucleari a disarmare aderendo al TPAN. Qui la strategia è in buona parte ancora da inventare : per questo rimando, in particolare, ad un mio articolo sull’Agenzia di Stampa Internazionale ‘Pressenza’ dal titolo : « Entrata in vigore del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari: quali prospettive ? »

Come possono legarsi i temi della Tassonomia Ue nucleare con il conflitto in Ucraina?

Qui rispondo con una domanda : “Riuscireste ad immaginare che cosa succederebbe se la Russia bombardasse anche uno solo dei 15 reattori nucleari installati in Ucraina?

La carenza di disponibilità del gas fornito dalla Russia potrà essere motivo di inserimento del nucleare nella Tassonomia Ue?

Certamente no! Sarebbe invece un forte motivo per accelerare al massimo la produzione di energie rinnovabili!

Non trovandomi io stesso in Ucraina non mi è possibile rispondere direttamente a questa domanda. Come ognuno di voi, sento o leggo, ora per ora, le informazioni : da come capisco vi è un insieme di paura e di determinazione (dai 18 ai 60 anni) a ‘difendere la Patria’…

Vi è pero’ un gruppo di pacifisti che ha lanciato un appello pressante e molto pertinente per una ‘descalation’ in vista di giungere a degli accordi di pace.

Il popolo ucraino si rende conto che la Nato ha interesse esclusivo a militarizzare i confini con la Russia e che la Russia ovviamente non è d’accordo?

Da come mi risulta, la popolazione ucraina appare molto ‘frammentata’ nelle sue convinzioni e orientamenti : vi è la componente russofona a l’Est e a Sud-Est, evidentemente su posizioni anti-NATO, vi è probabilmente una componente moderata, e poi una componente su posizioni di estrema destra, come il ‘Pravyj Sector’, e presenti anche nell’esercito (battaglione Azov) e che includono anche elementi neo-nazisti/neo-fascisti. Naturalmente vi è poi il Presidente Volodymyr Zelensky, che ha introdotto nella Costituzione il progetto di adesione dell’Ucraina nella NATO.

Intervista pubblicata il 23 febbraio, segue aggiornamento del 24 febbraio

Ecco un breve aggiornamento, tenuto conto degli eventi in queste ultime ore, a seguito della decisione di Vladimir Putin, questa mattina, di entrare in guerra con l’Ucraina, ufficialmente con lo scopo di ‘disarmarla’ per proteggere la popolazione russofona da un ‘genocidio’:

direi così, in modo molto sintetico : vi sono due provocazioni, in atto da diversi anni:

– quella della NATO che si è estesa praticamente fino ai confini con la Russia, in flagrante violazione della promessa (purtroppo solo verbale) di Reagan a Gorbatchev di NON estendere la NATO al di là della Germania riunificata,

– e quella del governo dell’Ucraina che non ha rispettato gli accordi di MinskII del 2015 che prevedevano la concessione di una relativa autonomia amministrativa al Donbass. Al contrario alla popolazione russofona è stato persino negato l’uso della lingua russa nello spazio pubblico (scuole, etc.) !

In conclusione : mentre è da condannare fermamente la decisione di Putin di invadere militarmente l’Ucraina (in particolare la sua delirante accusa di ‘genocidio’ della popolazione russofona), è necessaria anche una presa di coscienza delle responsabilità dell’occidente (il complesso USA/NATO) nel processo che ha condotto alla situazione attuale.

Personalmente, da diversi anni, propongo un’apertura di dialogo con la Russia, prima di tutto sullo statuto delle popolazioni russofone nei Paesi dell’Est, altrettante ‘bombe a ritardo’, di cui la prima sta già esplodendo in Ucraina e la prossima potrebbe essere nei paesi baltici dove, in Estonia ed in Lettonia, circa un terzo della popolazione è russofona e, per più della metà, si ritrova senza più alcuna nazionalità!

Inoltre questi due Paesi, che si trovano al confine diretto con la Russia, sono attualmente integrate nella NATO!

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DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE

Circolo Arci Xanadù – Teatro Gloria, Como

DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE

16° Tributo a Fabrizio De André – Sabato 5 marzo dalle 21:00

 Suoneranno:Those – Varese
Sandro Tinti – Legnano (Mi)
Six Pix – Legnano (Mi)
Bruno Carioti – Rho (Mi)
Acordiro’ – Cassano Magnago (Va)
404 Not Found – Como Lucernari – Oggiono (Lc)
Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones – Legnano.

Faber, nell’immagine, la scrittura e il racconto: Laura Tussi e Fabrizio Cracolici dal Premio Nobel per la pace, Note di Resistenza tra Memoria e Futuro per una nuova umanità.Walter Pistarini & Claudio Sassi presentano“Collezione De Andrè” il libro più completo sul cantautore genoveseL’Isola che non c’era – StandConduce Alessio Brunialti.

Ingresso € 12. Riservato ai soci ARCI – Sarà possibile tesserarsi la sera stessa presso la biglietteria del Gloria. Prevendita on-line consigliataIngresso consentito con Green Pass rafforzato

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La bandiera della pace

AgoraVox Italia

La bandiera della pace

In Italia, è diventata popolare durante la marcia Perugia-Assisi con Aldo Capitini

 

La bandiera della pace 

 

La bandiera arcobaleno ha raggiunto la massima popolarità e notorietà dal 2002 grazie alla campagna italiana ‘Pace da tutti i balconi’, che fu organizzata da Padre Alex Zanotelli come manifestazione di protesta contro la guerra in Iraq

 

di Laura Tussi

 

In questo momento, con una grave crisi in atto come quella Ucraina, raccontare la storia delle bandiere della pace vuole essere un grande monito per tutte le donne e gli uomini di buona volontà a praticare l’atto di esporre le bandiere arcobaleno, ovunque, nelle case, nelle scuole, nelle piazze, su tutti i balconi come è avvenuto in passato contro la guerra in Afghanistan e in Iraq.

 

Incerte ancora sono le origini della bandiera iridata quale vessillo della pace.

Nelle religioni, l’arcobaleno è segno del legame tra divinità e uomo, tra cielo e terra. Nelle antiche civiltà è spesso annuncio di tempi migliori. Pare siano stati gli Inca il primo popolo a dipingere l’arcobaleno su una bandiera e così fecero pure i nativi americani.

Nel 1900, la bandiera arcobaleno diventa vessillo dei movimenti per la pace. In Italia si diffonde dappertutto e la incontriamo nelle cronache delle manifestazioni per la pace già nel 1947. Erano costruite con pezzi di stoffa colorata e avevano un forte valore simbolico. Molte le iniziative che in quegli anni si fecero intorno alla bandiera iridata e con essa, come inaugurazioni, manifestazioni e altro ancora. In questo modo riferivano soprattutto le cronache del quotidiano l’Unità.

A Parma, in occasione dell’assemblea per l’elezione dei delegati al congresso della pace di Parigi, viene consegnata ad una staffetta la bandiera della pace che la polizia aveva fatto togliere dalla torretta della fabbrica Bormioli occupata. Dopo alcuni giorni la bandiera della pace è stata portata da un corteo di 500 ciclisti, tra cui donne e uomini, nel paese di Sala Braganza. La ‘bandiera pellegrina della pace’, come viene ormai chiamata da tutta la popolazione, verrà portata in corteo in altri centri della provincia e tornerà a Parma nell’anniversario della fine della guerra per partecipare ad una grande fiaccolata della pace.

Durante una manifestazione a Roma, un giovane si è arrampicato alle inferriate che proteggono le finestre del piano rialzato di palazzo Chigi e fra i commossi applausi dei presenti ha innalzato la bandiera iridata della pace. Durante le proteste contro l’arrivo delle armi americane in Italia, nella primavera del 1950, a Genova gli studenti dell’istituto Galilei abbandonavano le aule e si congiungevano nelle strade con i giovani operai. Sul monumento ai balilla, i giovani hanno issato la bandiera della pace.

A Roma in occasione della visita di Eisenhower, una grossa bandiera iridata è stata issata e ne sono state innalzate altre sui due più alti pali e pennoni dello stadio nel corso della partita Lazio-Bologna.

Altre bandiere sono state innalzate al mercato di Campo dei Fiori. Durante la visita in Italia del generale Ridgway, detto il generale peste, sulla spiaggia di Viareggio, provenienti da mare, sono apparse alcune bottiglie recanti, legate al tappo, bandiere della pace e scritte di protesta contro il generale della peste. A Carbonia, una grande bandiera della pace è stata issata a Monte San Milano.

A Firenze, sventolava sui capannoni la bandiera iridata della pace.

A Crotone, folti gruppi di ragazzi hanno percorso le strade all’imbrunire, recando bandiere multicolori con scritte di pace.

A Pisa, la polizia pretendeva anche che i vogatori rinunziassero a far sventolare sulle imbarcazioni tricolori le bandiere arcobaleno che erano state issate fra gli applausi della folla.

A Torino, una significativa manifestazione si è avuta dai giovani della “Grande motori” dislocata in via Cigna. Sono usciti dalla fabbrica con in testa la bandiera arcobaleno della pace.

A Siena nel 1951, sulla cima della Torre del Mangia è comparsa l’iridata bandiera della pace. A Pisa, la bandiera della pace veniva issata sulla torre pendente. A Roma, a San Lorenzo centinaia di bandierine arcobaleno sono state esposte dalle finestre sulle macerie dei bombardamenti.

A Torino, alla Fiat Ferriere, veniva innalzata la bandiera della pace sulla più alta ciminiera e, tolta da alcuni sorveglianti, veniva nuovamente issata dagli operai.

In Italia, è stata usata anche durante la prima edizione della marcia per la Pace Perugia-Assisi del 1961, da Aldo Capitini, fondatore del Movimento Nonviolento.

“La bandiera arcobaleno ha raggiunto la massima popolarità a partire dal 2002 grazie alla campagna italiana Pace da tutti i balconi, che fu organizzata da Padre Alex Zanotelli come manifestazione di protesta contro l’imminente guerra in Iraq. Grazie anche ad un certo riscontro mediatico, si calcola che furono esposte più di un milione di bandiere contro la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan e in Iraq” – da Wikipedia

 

Bibliografia:

L’incubo atomico:

  • Petrangeli Giulio, I partigiani della pace in Italia 1948-1953, in Italia contemporanea, 1999
  • Sereni Emilio, Per la libertà e la pace, contro la preparazione della guerra atomica. Discorso al Teatro Nuovo di Milano 1955, a cura del Comitato Milanese dei Partigiani della pace
  • Sorrenti Deborah, L’Italia nella guerra fredda. La storia dei missili Jupiter 1957-1963, Edizioni Associate, Roma 2003

Partigiani della pace:

  • Bobbio Norberto, la mia ‘coscienza atomica’ cominciò con Russell e Anders, in Giano, 1990
  • Parri Ferruccio, I missili e la pace, in Il Ponte, 1957
  • Movimento italiano della pace, Conferenza nazionale per la pace, 1958

 

Donne contro la guerra:

  • Luxemburg Rosa, Lettere contro la guerra, Berlino 1914-1918, Prospettiva, Civitavecchia 2004
  • Menapace Lidia, Chi ha paura delle donne in nero?, In L’Unità, 7 novembre 1990
  • Menapace Lidia, Ingrao Chiara (a cura di), Né in difesa, né in divisa. Pacifismo, sicurezza, ambiente, nonviolenza, forze armate. Una discussione fra donne, Felina, Roma
  • Morgantini Luisa, Donne soldato? No grazie, in Giano n. 28/1998

 

Approfondimenti su guerra e pace:

  • Bravo Anna, Donne contadine e Prima Guerra Mondiale, in Ricerche storiche, n.2, 1980
  • Lussu Emilio, Un anno sull’Altipiano, Einaudi, Torino 2000
  • Del Boca Angelo, La guerra d’Etiopia. L’ultima impresa del colonialismo, Longanesi, Milano 2010
  • Tranfaglia Nicola, Il fascismo e le guerre mondiali (1914-1945) Utet, Torino 2012

 

Riflessioni sulla contemporaneità:

  • Pugliese F., Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 a oggi, Grafiche futura, Mattarello – Trento
  • Pugliese F., I giorni dell’arcobaleno. Diario- cronologia del movimento per la pace, prefazione di Alex Zanotelli, Futura, Trento
  • Pugliese F., Per Eirene. Percorsi bibliografici su pace e guerra, diritti umani, economia sociale, Forum Trentino per la pace e i diritti umani, Trento
  • Pugliese F., Carovane per Sarajevo. Promemoria sulle guerre contro i civili, la dissoluzione della ex Jugoslavia, i pacifisti, l’ONU (1990-1999), Prefazione di Lidia Menapace, Introduzione di Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Laura Tussi
  • Manifesti raccontano…Le molte vie per chiudere con la guerra,a cura di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese, Recensione di Laura Tussi, Prefazione di Peter Van Den Dungen, coordinatore generale della Rete Internazionale dei Musei per la Pace e Joyce Apsel, Università di New York
  • Strada G., Ma l’abolizione della guerra non è un’utopia di sinistra, in La Repubblica, 2006

 

Contributi femminili:

  • Franca Pieroni Bortolotti, La donna, la pace, l’Europa, Franco Angeli, Milano
  • Maria Montessori, La paix et l’éducation, Genève, Bureau International d’éducation, 1932
  • Anna Maria Mozzoni, La liberazione della donna, a cura di F. Pieroni Bortolotti, Mazzotta, Milano
  • Mirella Scriboni, in Guerre e pace, Marzo 2011

 

Approfondimenti sul pacifismo:

  • Pallotti V., Cinquant’anni di pace in Europa: eventi e immagini, a cura del centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale, Bologna
  • Pallotti V., Perché? Guerra, corsa agli armamenti. Catalogo della mostra del manifesto contro… per una cultura di pace e nonviolenza, Bologna
  • Pallotti V., Camminare per la pace. Marce e cammini per la pace e la nonviolenza, Comune di Casalecchio di Reno – Casa per la pace “la filanda”, Bologna 2009

 

Approfondimenti:

  • Elorza, Documenti e discorsi del militare ingenuo, San Sebastian
  • Erasmo da Rotterdam, Contro la guerra, a cura di F.Gaeta, L’Aquila
  • Trattato sulla tolleranza, a cura di Palmiro Togliatti, Editori Riuniti Roma

 

Bibliografia ragionata:

  • Autori Vari, Bandiere di pace, Chimienti, Taranto
  • Aron, Pace e guerra tra le nazioni, tr.it. Comunità, Milano
  • Balducci E., Vinceremo noi pacifisti. Fosse anche tra mille anni, in L’Unità, 6 Marzo 1991
  • Bartels, L’Europa dei movimenti per la pace, in Giano n. 4/1990
  • Battistelli, Sociologia e guerra. Il problema della guerra nelle origini del pensiero sociologico, Archivio Disarmo, Roma
  • Bello Don Tonino, Alfabeto della vita, Paoline, Milano 2009
  • Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna
  • Collotti, G. Di Febo, (a cura di), Contro la guerra. La cultura della pace in Europa (1789-1939), Dossier Storia, Giunti, Firenze
  • Rochat G., L’Antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino
  • Taylor, English History 1914-45. Oxford University Press

 

Analisi storiche:

  • Rochat G., L’antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino
  • Rochat G., La tradizione antimilitarista del movimento operaio italiano, in La critica sociologica, 1976
  • Rochat G., Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1943, Einaudi, Torino

 

Analisi:

  • Branson, M. Haienemann, L’Inghilterra degli anni Trenta, Laterza Bari
  • Ceadel, Pacifismi in Britain, Oxford University Press

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Polo Bibliotecario Parlamentare con la Follia del nucleare

Polo Bibliotecario Parlamentare

Biblioteca del Senato

Biblioteca della Camera

 

“Alfonso Navarra, Mario Agostinelli, Luigi Mosca

La follia del nucleare : come uscirne? / Alfonso Navarra, Mario Agostinelli, Luigi Mosca ; contributi di Virginio Bettini … [et al.] ; prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici. – Milano, Udine : Mimesis, 2016. – 198 p. ; 21 cm. –

(Eterotopie ; 340). – Contiene: Appendice, p. 198. – ISBN 978-88-5753-

Camera: 851 01 32

Senato: Geopolitica nucleare 68”

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Alfonso Navarra, Mario Agostinelli, Luigi Mosca

LA FOLLIA DEL NUCLEARE

Come uscirne con la rete ICAN.

Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari: Premio Nobel per la pace 2017

Prefazione di Alex Zanotelli

Introduzione di

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Contributi di

Virginio Bettini, Giuseppe Bruzzone, Luigi Cadelli, Michele Di Paolantonio, Giuseppe Farinella, Giuseppe Marazzi, Alessandro Marescotti, Roberto Meregalli, Giovanna Pagani, Fabio Strazzeri.

Mimesis Edizioni, 2017.

 

Contributo di Virginio Bettini

SMALTIMENTO DELLE SCORIE NUCLEARI: LA NECESSITÀ DI PROPOSTE OPERATIVE SULLA BASE DI UNA CORRETTA VALUTAZIONE AMBIENTALE

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PeaceLink – Campagna Ucraina

Link al video: https://www.youtube.com/watch?v=14yFyXDOPXY
Promossa da: PeaceLink
Campagna di mobilitazione contro le minacce di guerra in Ucraina e per la costituzione di comitati per la pace a livello locale.

La crisi in Ucraina e le tensioni fra Russia e Nato rischiano di sfociare in una guerra dagli esiti imprevedibili, che potrebbe degenerare in un confronto nucleare.

Contro l’escalation militare è importante mobilitarsi perché l’Italia e l’ONU svolgano un ruolo di distensione in questo difficile momento.

Voglio sostenere le iniziative di pace che facciano sentire la voce di chi ripudia la guerra, così come recita l’articolo 11 della Costituzione Italiana.

Con questa adesione esprimo la volontà di collaborare alle attività contro la guerra e di partecipare alla costituzione di un comitato per la pace a livello locale.

Hanno già aderito: Arci Lecce , Associazione “Humanfirst Italia” , Associazione Progetto Bici , Slow Food Lazio , Rete Antirazzista , Punto Pace PaxChristi Pistoia0 , Comitato provinciale Anpi Catania , Presidio Libera Don Peppe Diana , Movimento per la Decrescita Felice – Circolo di Ca , WarFree – Liberu dae sa gherra , Coordinamento LIBERA a Siena , Circolo Legambiente Pistoia , Presidio di Libera Lucca , Coordinamento LIBERA Pistoia , Comitato per la Pace di Bari , Anpi Zavattarello , A.S.C.E. Associazione Sarda Contro l’Emarginazione , PPPT PARTIRE CON I PIEDI PER TERRA , Circolo ACLI S. Polo , Chiesa di S. Andrea Gruppo Brasile ONLUS , Donne in Nero Reggio Emilia , CasaDelleDonne Viareggio , Associazione Reggiana per la Costituzione , CREIS Centro Ricerca Europea per l’Innovazione Sos , Ecologia e diritti , Rete Radiè Resch Associazione di solidarietà inter , Legambiente Versilia , Rete Donne in Nero – Italia , COMITATO RICONVERSIONE RWM , Punto Pace Napoli Pax Christi , Pax Christi Salerno , Il femminile è politico: potere alle donne , Rifondazione Comunista – Sinistra Europea , Anpi 7 martiri di Venezia , Sezione Anpi Erminio Ferretto di Mestre , Esodo associazione , Il richiamo del Jobél odv , Comitato Pace e Cooprezione Internazionale Comune , Arcisolidarieta’ Siracusa , Stonewall , Pax Christi Venezia Mestre , Gruppo Educhiamoci alla Pace – ODV , Centro di Pastorale Sociale e del Lavoro diocesi M , Casa degli Italiani , Sindacato Europeo dei Lavoratori , Mir Palermo , Donne per la Solidarietà , Gruppo di Democrazia Partecipata , Stella Maris Apostolato del mare , Associazione Genitori tarantini , Costruttori di Pace odv , Mani Rosse antirazziste. , Amici Silvestro Montanaro , Comitato Fermiamo la Guerra firenze , Rete Radie’Resch gruppo di Salerno , Associazione kyrios , Ennio Cabiddu, Circolo Legambiente Amerino , Comitato Ass. per la Pace Diritti Umani Rovereto , Associazione per la Pace , ASSOCIAZIONE CULTURA DELLA PACE , Francesco Lo Cascio, Centro Gandhi , Libera Taranto , Agenzia per la pace , Casa per la pace Grottaglie , Associazione Umanista Culture in Movimento onlus , PeaceLink , Comitato Intercomunale per la Pace del magentino , Adriana De Mitri, Alberto Cacopardo, Alessandra Mecozzi, alessandro capuzzo, Alessandro Marescotti, Angelo Baracca, Angelo Cifatte, Anna Ferruzzo , Annamaria Bonifazi, Annamaria Moschetti, Antonello Rustico, antonio bruno, Antonio Ghibellini, Antonio Mazzeo, Cinzia Zaninelli, Dale Zaccaria, Domenico Gallo, Domenico Palermo, don Antonio Panico, don Marco Tenderini, Elio Pagani, Emanuele De Gasperis, Enrico Peyretti, Francesco Iannuzzelli, Fulvia Gravame, Gaia Pedrolli, Gianni Alioti, Giovanni Matichecchia, Giovanni Pugliese, giovanni scotto, Giuliana Dettori, Giustino Melchionne, gregorio piccin, Jason Nardi, Laura Tussi, loredana Flore, Luisa Morgantini, Marco Dalbosco, Marco D’Auria, Marco Trotta, Mariaclaudia Salvaggio , Massimo Wertmuller , Massimo Castellana, Mauro Biani, Michele Boato, nanè giuseppina, paolo candelari, Paolo Crosignani , Paolo Moro, paxchristi_paronetto@yahoo.com , Pierangelo Monti, Raffaello Zordan, Riccardo Iacona, rossana de simone, Suor patrizia Pasini, tiziano cardosi, turi palidda, Vittorio Agnoletto

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Adesioni dal 4 febbraio 2022: 1405 persone , 122 associazioni

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No profit on pandemic

No profit on pandemic

di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

 

Spot con le Videotestimonianze di Vittorio Agnoletto, Luigi Ciotti, Moni Ovadia, Gino Strada.

La disuguaglianza dei vaccini ha un profondo impatto sociale ed economico sui paesi con bassi tassi di vaccinazione. L’economia mondiale perderà trilioni di dollari, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito.

Il COVID-19 si diffonde a macchia d’olio. Le soluzioni devono diffondersi ancora più velocemente. Nessuno è al sicuro fino a che tutti non avranno accesso a cure e vaccini sicuri ed efficaci.

“Non si chiede – ha dichiarato la dott.ssa Bottazzi – alle multinazionali di cambiare il loro modo di lavorare, ma di pensare a come aiutare il resto del mondo, favorendo la decolonizzazione per lo sviluppo dei prodotti anche nei Paesi più poveri, lasciando da parte in questo momento il business”. Ma le sue parole sono cadute nel vuoto.

Raramente un’ingiustizia è stata così evidente. Né le dichiarazioni di Papa Francesco, né l’appello di oltre cento premi Nobel ed ex capi di stato hanno convinto l’Ue, l’Uk e la Svizzera a modificare la propria posizione contraria alla proposta di moratoria temporanea dei brevetti sui vaccini e i kit diagnostici per il Covid-19 e alla contemporanea richiesta di socializzare il know-how, proposte avanzate nell’ottobre 2020 da India, Sudafrica e sostenuta da oltre cento Paesi. Non è “solo” una questione di giustizia verso popoli lontani; i nostri governanti hanno il dovere di difendere la salute dei propri cittadini, anche facendo di tutto per evitare che si sviluppino delle varianti che potrebbero riportarci a nuovi lockdown e non solo.

Abbiamo tutti diritto a una cura.

Firma questa iniziativa dei cittadini europei per essere sicuri che la Commissione europea faccia tutto quanto in suo potere per rendere i vaccini e le cure anti-pandemiche un bene pubblico globale, accessibile gratuitamente a tutti e tutte.

Un video che in pochi secondi riassume le nostre ragioni. Un video da far girare ovunque possibile.

 

Link al video:

https://www.facebook.com/right2cure.it/videos/674159166920250

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USA, Russia, Ucraina: cosa sta accadendo? 

Prossimamente sul Sito del Partito della Rifondazione Comunista

USA, Russia, Ucraina: cosa sta accadendo? 

di Laura Tussi

In collaborazione con Maurizio Acerbo, segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista/ Sinistra Europea

Siamo in diretta sulla pagina del partito della rifondazione comunista  e dei giovani comunisti per trattare dell’evoluzione dell’escalation della crisi in Ucraina, USA, Unione Europea, Russia e Nato, afferma Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale PRC/SE. Questa situazione di aspro conflitto è una tensione sempre più pressante: è una guerra nel cuore dell’Europa.
Una seconda guerra fredda che coinvolge, oltre alla Russia, la Cina.
L’informazione massmediatica è orientata in maniera acritica rispetto alla versione statunitense.
La situazione ai confini della Russia è definita la più pericolosa nel mondo. In questo webinar e seminario online intervengono varie personalità: Alberto Negri, giornalista e inviato di guerra. In un paese dove l’informazione porta ‘l’elmetto’ è bene che gli spazi indipendenti siano riconosciuti.
Barbara Spinelli europarlamentare e grande giornalista. Eleonora Forenza ex europarlamentare. Silvio Marconi che ha scritto il libro “Donbas, i neri fili della memoria rimossa”. Giovanni Savino che vive in Russia e insegna storia contemporanea in una università a Mosca. Gregorio Piccin il responsabile Pace di rifondazione comunista.
Alberto Negri ha scritto sul quotidiano Il manifesto un articolo molto interessante sulla crisi come simulazione di guerra di carattere economico per l’approvvigionamento di gas tra la Russia e l’Europa.
Alberto Negri sul quotidiano Il Manifesto scrive che pare evidente che per il gas vi è una battaglia in corso con entrambe le amministrazioni americane di Trump e Biden.
La Russia fornisce il 40% del gas in Europa.
L’Italia ha una forte dipendenza dalla Russia di un terzo dell’approvvigionamento del gas. Gli Stati Uniti cercano di colpire la Russia sulle forniture del gas e ha aumentato le forniture del gas alla Cina.
Gli USA vogliono staccare l’Europa dalla dipendenza della Russia. Gli Stati Uniti hanno come alternativa il metano. I russi hanno il gas meno costoso: è un problema economico ed ecologico.
Gli Stati Uniti non sono un’alternativa e hanno stroncato le altre forniture. In Libia hanno creato profughi e instabilità nel Mediterraneo per le forniture di gas e per l’instabilità in Libia si interviene nel 2011 contro Gheddafi.
Nel 2018 gli Stati Uniti vedono l’uscita dal trattato nucleare con l’Iran, il secondo paese al mondo per riserve di gas. In tutti questi paesi vi sono embargo e sanzioni statunitensi e il gas scarseggia in Europa. Gli USA ostacolano le situazioni geopolitiche in medio oriente.
Nel 2011 Assad fa un accordo con l’Iran per il gasdotto che doveva arrivare fino alle sponde del Mediterraneo. Perché non si voleva costruire questo gasdotto? poi si è innescata una dipendenza forte dalla Russia. Gli USA vogliono trarre vantaggi economici. La Merkel ha acettato il gas e le forniture USA. Non ci può essere guerra per motivi energetici e strategici perché il conflitto in Ucraina non è ben visto dalla Cina.
I cinesi sono più interessati alla stabilità perché le merci passano attraverso la Russia e per questo la guerra è improbabile. Purtroppo gli europei sono risucchiati dai populismi dell’Est e la questione Ucraina non si può gestire solo con l’entrata nella Nato e nell’Unione Europea.
L’Ucraina e Kiev si sono già confermate come dentro la Nato e l’Europa, perché si sono concessi i finanziamenti ai partners militari, alla Nato.
La questione statunitense è la situazione che adorano perché riporta a avere il nemico russo non tanto per la Russia e la Cina, ma per lo spauracchio per noi europei clienti degli USA.
Questa crisi è una tensione e un clima di propaganda che fa perdere di vista gli interessi dell’unione europea. La Russia in realtà è un pezzo di Europa. Noi Europa cadiamo nella trappola degli USA. La Nato la paghiamo noi e decidiamo cosa fare.
Nel libro “Fuga da Kabul. Il ritorno dei talebani in Afghanistan” si sostiene che il discredito del ritiro dall’Afghanistan ricade sull’Europa, e su tutto l’occidente.
I profitti creati vanno agli USA e le perdite le paghiamo noi con l’aumento del costo del gas e della luce.

Barbara Spinelli:La questione è parallela allo sfondo che delinea Negri. Il quadro disegnato da Alberto Negri è giusto. Il paradosso in Europa consiste nel fatto che sono tutti atlantisti, tutti sostenitori della costituzione e della resistenza partigiana antifascista, a parole, ma poi è subentrato l’europeismo e con il PD il vero titolo per loro, per un ruolo istituzionale è essere atlantista.
L’ideologia atlantista. I Verdi tedeschi che dovrebbero essere ecopacifisti cambiano le loro posizioni in atlantiste in tratti di identificazione con la Nato in una visione caratteristica con ‘l’elmetto’. L’atlantismo è una ideologia basata su una non realtà, uno strumento propagandistico in un momento in cui la ragione per cui la Nato fu costruita nel dopoguerra non ha più senso e adesso serve come modello di dominio USA in Europa e su altri scacchieri militari e geopolitici e strategici.
Gli Stati Uniti sono interessati all’Europa e all’estremo oriente. Questa russofobia che regna nell’informazione è un atteggiamento molto bellicoso verso la Cina e Taiwan. Questa è disinformazione: il governo russo si dà per scontato che ha invaso l’Ucraina. Si parla di presenza di soldati russi nei confini con l’Ucraina sul territorio russo. Subentra un silenzio totale sulle manovre nato in Ucraina iniziata nel settembre del 2021. Manovre con USA in testa. E tra cui anche l’Italia. L’esercitazione militare Rapid trident sul territorio ucraino. Questo allarmismo sulla progressiva invasione russa è un modello di interventismo. Se ne sono visti molti altri. Gli Stati Uniti e l’Ucraina vogliono ristabilire l’interventismo militare con la Nato e con l’Australia e il Giappone e la Corea del sud.
L’aspetto insopportabile è che la guerra per il gas è presentata come una battaglia per i diritti umani, per la pace del mondo libero. Per un atteggiamento che contrasti e riveli queste politiche non sussiste nessuna sinistra forte. Ma la sinistra classica storica del PD è di un atlantismo disinformatore e acritico. I Verdi hanno posizioni atlantiste in Germania, ma anche in Francia.
La sinistra non può allearsi con i Verdi che in Francia vogliono l’interventismo in Ucraina, in modo ipocrito, per i diritti dell’uomo e in nome dei diritti umani. Noi continuiamo a lavorare per costruire una sinistra europea. In Italia sono recisi i legami con la storia della sinistra dal movimento popolare socialista italiano. Il socialismo con il comunismo in passato in Italia erano sempre in autonomia dagli USA. Attualmente abbiamo le piaghe dell’atlantismo e del neoliberismo. In passato la sinistra italiana e l’Europa erano vicine alla sinistra latinoamericana. Invece negli ultimi anni sono contro i governi di sinistra dell’America latina. Il vecchio comunismo era in grado di criticare l’unione sovietica. Oggi persiste al contrario una politica di complicità dei nostri governi rispetto alla Nato e alla guerra di Erdogan contro i curdi.

Eleonora Forenza: il dramma ai confini dell’Europa con la complicità dell’Europa e dei politici italiani. È la questione del ruolo europeo nella vicenda dell’Ucraina dal 2014 a oggi e l’esperienza della carovana antifascista in Donbass nel 2017 organizzata dalla Banda Bassotti. La partita del gas e la questione Ucraina e l’atlantismo sono come una nuova religione con l’allargamento a Est della Nato. La questione Ucraina non si svincola dal movimento paramilitare neonazista e in Ucraina il negazionismo è forte. Vi è una connessione con il rafforzamento dei movimenti neonazisti.
Nel 2014 il presidente del parlamento europeo convoca la sessione parlamentare europea alla presenza e all’approvazione dell’assemblea dell’Unione europea e dell’Ucraina che contempla il flusso di denaro con il trattato di libero scambio tra Europa e Ucraina, implementato per correggere lo slancio e rafforzare l’esportazione dall’Ucraina all’Europa. Si chiudono i commerci con la Russia. Qui il rapporto tra Europa e Ucraina e la politica di liberalizzazione.
Nel 2017 il ministro degli esteri ucraino si reca a Bruxelles per suggellare una politica di liberalizzazione. Il ministro degli esteri Ucraino ha fatto pervenire alla Farnesina l’ordine di bloccare la carovana antifascista in Donbass.
A questo punto richiedono l’arresto e l’estradizione della carovana antifascista al fine di essere processata dal tribunale ucraino per azioni terroristiche. Noi della carovana antifascista avevamo le valigie cariche di generi di prima necessità perché dal 2014 nel fronte e come esito della politica Ucraina fascista ci fu la messa al bando del partito comunista ucraino. Sollevazione nell’aprile del 2014. La narrazione è riunificata nei media come incipiente invasione della Russia e con connivenze con i neonazisti e la Nato. Con la disinformazione, gravi violazioni nella stampa in Ucraina. I collaborazionisti con i nazisti, ma non vi è nessuna traccia nell’informazione italiana. Gli accordi di Minsk prevedono che l’Ucraina è uno Stato multinazionale con le repubbliche che hanno diritto di veto sull’Europa e la Nato.

Silvio Marconi:Ricostruisce il profilo e i caratteri delle forze neonaziste che dopo il 2014 hanno un peso enorme in Ucraina.
Si è parlato degli accordi di Minsk e sono di compromesso sull’ istituzione della Nato in Occidente. L’Ucraina voleva liquidare le repubbliche del Donbass. Compromesso sul territorio fallito dell’Ucraina di liquidare le repubbliche del Donbass. Ricordiamo che i nazisti in forze armate in Ucraina e la politica di collaborazione con i collaborazionisti ha radici profonde. Qualunque vero antifascista europeo prova ribrezzo per quanto avvenuto. Il neonazismo e il neofascismo in Europa sono accomunati con quelli dell’Ucraina. In Ucraina ci sono situazioni che provocano i focolai del fascismo e a livello europeo che è un laboratorio politico militare in cui i paesi europei lavorano in maniera scoperta. Le verità storiche e politiche dell’Ucraina: è un paese di laboratorio del neofascismo a livello europeo e intercontinentale. Le cronache non rivelano mai il comando della Nato nella strategia della tensione in Italia. Oggi vi è dimenticanza, oblio e abitudine ad abituarsi a identificarsi con l’atlantismo come fosse una nuova faccia dell’antifascismo.
Nel 2016, il periodo successivo a Maidan, vengono messi fuori legge i partiti comunisti e una commissione ha eliminato dalla televisione la produzione russa come lo scrittore Bulgakov ad esempio la sua opera principale “Il maestro e Margherita”.

Giovanni Savino: nel ricostruire queste vicende vi è quella di chi cerca valori nell’internazionalismo e nella pace tra i popoli guardando ai processi e agli eventi che accadono anche in Russia.
la Russia cosa vuole? Ha un atteggiamento infantile: la guerra probabilmente non ci sarà anche se la tensione esiste. Gli avvenimenti presenti nei confini della Russia e dell’Ucraina vedono dai 100 ai 150mila uomini dislocati al confine con armamenti non modernissimi. Se avvenisse una guerra questa sarebbe ingestibile da parte della Russia. La Russia vuole il riconoscimento di grande potenza che è molto importante per Putin. La Russia ritiene di poter giocare un ruolo importante nell’equilibrio mondiale. La Russia era la più grande potenza e poteva radunare milioni di lavoratori nel mondo ed è crollata anche per l’estensione delle tante lotte sostenute a livello mondiale. Putin ha una tattica che è quella di voler ottenere il riconoscimento di grande potenza. Ma l’impero russo fino al 1917 era un dato di fatto che fosse una grande potenza.
La Germania e la Francia hanno un atteggiamento differente rispetto all’Italia atlantista. Il nostro paese durante la prima guerra fredda apre fabbriche in Russia e nella guerra fredda aveva una forte autonomia dagli USA e dalla potenza Nato. L’Italia è il partner commerciale importante per la Russia, ma soprattutto rispetto alla produzione di macchinari e nella costruzione di elettrodomestici e quindi questo atlantismo si percepisce poco. L’establishment russo intesse affari e ha interessi con la borghesia italiana, come Eni e Ansaldo molto presenti in Russia. Tanto atlantismo, ma denaro, gas, petrolio arrivano dalla Russia. La borghesia italiana fa affari con la Russia. Banca intesa e Unicredit in Russia hanno capitali, banche, filiali ed interessi e questo circuito di affari continua.

Gregorio Piccin: responsabile Pace partito della rifondazione comunista sostiene che il ruolo in Italia della Nato ha un impatto sulle spese militari ed è connesso in una rete complessa di guerra. Questa crisi non è risolta. Le guerre vedono sempre complice l’Italia soprattutto nella frizione con la Russia. In gioco è la pace nelle relazioni economiche, commerciali, energetiche provocatrici di esibizione di forza folle. L’imbarazzante sottomissione del governo italiano alla Nato e agli USA è normale.
L’Italia è presente nelle missioni Nato in Iraq dal Sael alla Siria ed è un avamposto USA nel mondo.
Ghedi e Aviano custodiscono le atomiche Nato. Ghedi sta ampliando la base per ospitare le B 61-12 bombe nucleari statunitensi. I nostri porti al centro della logistica militare nucleare. Sigonella con droni e lavori di ampliamento. Il Muos a Niscemi in Sicilia per il controllo degli USA in tutto il mondo. Le spese militari aumentano con un delirio guerrafondaio tramite transazioni di miliardi di dollari al giorno. L’industria bellica è un pilastro economico. Questa nostra normalità belligerante è un modello di difesa e offesa organico e coerente con la Nato. La produzione e proiezione di forza come legittimo strumento di politica estera è contro il dettato costituzionale. Emergenza democratica e costituzionale. Sono presenti responsabilità nelle guerre e anche in Etiopia, Libia, Spagna, Grecia durante il periodo fascista e responsabilità oggi perché ancora si parla di riarmo negli interessi sul Mediterraneo.
È sensata la richiesta di riduzione delle spese militari che purtroppo non aggredisce la normalità belligerante e l’adesione alla Nato e tutto ciò che comporta. Per il Sipri di Stoccolma l’80,4% del mercato mondiale di sistemi d’arma è controllato dall’Europa e dagli USA, nucleare compreso. Il blocco Euroatlantico è responsabile della guerra mondiale a frammenti. L’unione europea è in fase di riarmo aperto. È necessario il recupero e il rilancio delle sovranità democratiche popolari. È tempo di tornare alla pace e agganciare la questione alla nostra quotidianità e alla nostra vita. Bisogna rendere consapevoli i cittadini e l’intera umanità che gli investimenti nella sanità, nella scuola, nel territorio, nella cultura e nella vera transizione ecologica sono un dato di fatto e la Nato e la guerra e i sistemi inventati non c’entrano nulla in tutto questo. Questi sono temi molto importanti e vi è sproporzione di forze tra ciò che riusciamo a dire e la comunicazione dei media. Ma non dobbiamo perdere la volontà di un’altra visione di guerra prevalente: noi purtroppo siamo immersi in una estrema propaganda di guerra.
La grande stampa è schierata nettamente a sfavore della pace. Per la questione di Assange, fino agli anni ‘70 ci sarebbe stato un coro nella stampa in difesa di questo giornalista di inchiesta. Ora la stampa tratta Assange come una spia. Questo clima è molto pesante e riguarda tutto l’occidente. La Brexit è festeggiata come una vittoria antiimperialista. Lo schieramento vicino agli Stati Uniti adesso e sempre più atlantista è schierato con strategie aggressive: è necessario un nuovo movimento per la pace sempre più rinnovato. L’antifascismo è un nuovo internazionalismo nel dopo guerra con le lotte per la pace e le manifestazioni dei partigiani della pace, ad esempio con La Pira il sindaco di Firenze che lottava per la distensione durante la guerra fredda.

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Le ombre di Auschwitz

Le ombre di Auschwitz

Nel giorno della memoria per le vittime dei campi di concentramento nazisti, un canto-video contro ogni campo di sterminio, passato, presente e futuro, di ogni colore, giustificazione o vergognosa parte. Contro l’orrida tendenza umana e dei poteri e sette a isolare perseguitare uccidere “altri” abbiano essi un altro colore della pelle, un’altra storia, o siano dissidenti o diversi rispetto a credo politici deliranti. Orrore che si dà il permesso di sterminare annientare intere popolazioni e ceppi di umanità colpevoli solo di impersonare una versione diversa dell’esistenza o di ostacolare ipotetici progressi e sviluppi egoistici e criminali della parte maggioritaria. Ognuno può vederci e identificarci le proprie vittime nella storia passata o presente, ma vorremmo che solo venissero ricordati quelli sguardi persi e imploranti, che sembrano non comprendere l’orrore a cui sono destinati. Essi guardano anche le vittime dei campi di concentramento di oggi.

Anche oggi vi sono autentici centri-campi di detenzione e prigionia di massa, luoghi di orrore, dove si stermina e fa violenza estrema, per milioni di dissidenti, oppositori, praticanti di credo religiosi, semplici migranti, dove vien praticata ogni tipo di tortura, di lavoro forzato, di denutrizione, di continua morte causata, di espianto di organi da vivi. Sono in Cina, Corea del Nord e Libia (questi ultimi riforniti dall’Italia con respingimenti e sovvenzionamento della guardia Costiera libica). Poi un gradino sotto, ci sono centri di detenzione di massa, con violazione costante dei diritti umani, in Turchia (pagati dalla Comunità Europea) e Grecia per profughi siriani, in Myanmar, Malaysia e Bangladesh per la minoranza Rohingya perseguitata, in Israele (!) per i profughi da dittatura eritrei, in Australia per profughi e migranti, negli Usa per migranti messicani, in Italia per centri per migranti che somigliano a campi di detenzione. E chissà quanti altri in nome della ritorsione contro ogni umanità e di permesso a degradare chi non è come noi! Le fauci di Caino sono sempre grondanti di sangue.

 

 

Testo della canzone Le ombre di Auschwitz 

 

Li vedi addormentati dentro i vagoni del bestiame

gli uomini e donne rapiti alla vita

con gli sguardi lontani

verso case abbandonate arredate con bellezza

con neonati con gli occhioni stanchi

velati di tristezza.

  Li han scovati come topi in trappola

dentro rifugi ben riposti

o li hanno raccolti in strada

di terrore e rabbia avvolti.

 

Offesa al vento e legione della morte

coi teschi in volto e la bava al cervello

demolito mille volte

ribrezzo vestito di verde e di divise scure

mentre i treni solcano il freddo

e divorano la pianura

Vola nel vento, mio disperato proclama

dona tristezza, a ogni uomo, che uomo si proclama

 

Entrano nel castello terreo tra fili spinati e torri

dentro baracche come labirinti, alveari della morte

sfiniti coi capelli persi e il corpo ridotto a ombra

sembrano birilli di un gioco perverso

di sudice gabbie avvolti.

E accanto hanno altre ombre

che non torneranno mai

a quella vita semplice vita

perduta per sempre lo sai.

 

Le notti di fango vestite sprizzanti buia paura

e quei vuoti nelle camerate partiti nella paura,

gli sguardi agghiacciati

gli occhi ridotti a due fessure

ed eccoli avvolti di gas

avvinghiarsi perfino ai muri.

Vola nel vento mio disperato proclama

dona tristezza, a ogni uomo, che uomo si proclama

 

Poi fumano nel freddo attraverso bui camini

o restano nel sapone per lavare gli aguzzini

che ingoiano di patria e morte

l’oscuro tetro respiro

sono macchine oliate, ognuno al proprio posto

e sapevano e sapranno

come il sole che sorge ogni giorno

mentre le cataste dei morti

come legna tutte intorno

 

Son le ombre di Auschwitz

e di ogni altro campo lontano

che i russi  troveranno morenti

anche se liberi invano

e gridano al mondo intero che sapeva e che saprà

non saremo morti invano se nessuno dimenticherà.

 

Marco Chiavistrelli parole, musica, voce, chitarra acustica

Video Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Oscar Bauer chitarra elettrica slide

Dino Mancino pianoforte

Nicola Maronti mellotron

Simone Sandrucci timpani

“Dedicato a tutte le vittime dei campi di concentramento passati, presenti e futuri”

 

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Tempi di Fraternità: Angelo Gaccione, il disarmo con Cassola e Turoldo

Intervista allo scrittore Angelo Gaccione

Sono più di 50 anni che Angelo Gaccione si batte per il disarmo, la pace e la nonviolenza. Come scrittore continua a occuparsene attraverso giornali, riviste, incontri pubblici

Angelo Gaccione, tra i fondatori della LDU - Lega Disarmo Unilaterale con Carlo Cassola

Intervista allo scrittore Angelo Gaccione  

Tra i fondatore della LDU – Lega Disarmo Unilaterale

 

Tussi: Raccontaci le tappe più salienti del tuo percorso nonviolento e disarmista.

 

Gaccione: Il mio rifiuto delle armi è cominciato prestissimo. Già da ragazzino provavo avversione verso i cacciatori del mio quartiere che mostravano doppiette, cartucciere, cani aggressivi e grappoli di piccoli uccelli abbattuti. Li legavano alle cinture per esibirli come trofei. Detestavo questa pratica violenta come detestavo quanti si recavano ai poligoni a sparare “per sport”. Strano sport quello di mirare al cuore o alla testa di una sagoma umana, seppure di cartone. Quanto ad eserciti e guerre mi bastarono i racconti di alcuni anziani che la guerra l’avevano subita sulla loro pelle e ne erano rimasti segnati per sempre, e la lettura di qualche libro. Da giovane ritenevo intollerabile che si potesse bombardare una città assassinando alla cieca anziani, bambini, malati e devastando bellezze che il genio umano aveva lasciato a noi in eredità. Sono sempre sceso in piazza contro eserciti e guerra e non mi sono mai fatto sedurre da quanti cercavano di convincermi che “in certi casi è necessaria”. È la più grande aberrazione che una mente umana possa concepire.

 

Tussi: Puoi raccontare della tua conoscenza con Carlo Cassola, lo scrittore disarmista?

 

Gaccione: Erano gli anni Settanta e avevo letto sulla terza pagina del quotidiano milanese “Corriere della Sera” diversi suoi elzeviri disarmisti. Eravamo in piena guerra fredda, com’è noto, ed i pericoli di una catastrofe nucleare erano altissimi. La sua richiesta perentoria di abolire gli eserciti e farla finita con la stupidità della corsa agli armamenti che ci impoveriva e minacciava il mondo di sterminio, mi convinse a scrivergli per proporgli una battaglia comune. In seguito ci incontrammo e poi prese avvio l’idea di una Lega per il disarmo. Una lega che proponesse il disarmo unilaterale del nostro bellissimo e amato Paese; che si facesse capofila, che mettesse in pratica il primo gesto di disarmo senza contropartite affinché questo grande gesto di civiltà fosse imitato da altre nazioni di buona volontà. Ritenevamo che per la storia culturale che l’Italia può vantare, dovesse dare un esempio luminoso a tutto il mondo. Sarebbe stato il primo passo per rompere la catena e finirla una volta per tutte con quella assurda e anacronistica divisione tra Patto di Varsavia e Nato. Quelle idee e quel messaggio sono di un’attualità estrema, soprattutto ora che disastri climatici, pandemie e armi di sterminio di massa sono divenuti cogenti e così maledettamente ultimativi.

Angelo Gaccione e i suoi libri con Carlo Cassola, lo scrittore disarmista

 

Tussi: Parlaci della tua esperienza nella LDU – Lega Disarmo Unilaterale e dell’incontro con padre David Maria Turoldo.

 

Gaccione: Non si è dispersa del tutto quella esperienza, e non è venuta meno nemmeno con la morte di Cassola. Alcune intelligenze irriducibili hanno continuato ad agitare e diffondere quelle idee. Si è irrobustito il movimento nonviolento e i gruppi disarmisti – dai Disarmisti esigenti a tutti gli altri gruppi italiani e stranieri fino all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace, alle prese di posizione del papa e di prestigiose figure della cultura scientifica – e numerosi sono gli Stati che hanno sottoscritto l’impegno a non produrre e ospitare ordigni nucleari sul loro territorio. Quello che lascia sconcertati è invece la scarsa presenza in letteratura di questa consapevolezza. Turoldo fu tra i rarissimi uomini di chiesa in quegli anni a ribadire senza ambiguità, come facevamo io, Cassola e i tanti amici disarmisti e obiettori, il disarmo unilaterale. Uscire dalla logica di morte era un imperativo morale e concreto anche per lui. Negli incontri che abbiamo fatto assieme, non arretrava di un passo davanti ai pavidi e agli opportunisti. Sono contentissimo a distanza di diversi anni dalla sua morte, di aver creato un Comitato di Odissea per fargli dedicare un giardino qui a Milano.

 

Tussi: Quali sono le personalità che più ti hanno influenzato nel corso della tua storia di vita?

 

Gaccione: Ho imparato più dalle durezze della vita che dai libri. Da uomini e donne che la povertà non è riuscita a rendere malvagi. Dall’esempio di alcune vite esemplari e dalla coerenza che le ha contraddistinte. Ma non sono stato insensibile a certe preziose e luminose idee libertarie che mi hanno chiarito molte cose. Sono sempre stato istintivamente avversario del potere, di tutti i poteri, quelle idee hanno reso consapevole quell’istinto.

Angelo Gaccione e il carteggio con Carlo Cassola, autore del libro La Rivoluzione Disarmista

 

Tussi: Come nasce la rivista Odissea?

 

Gaccione: L’ho raccontato nell’introduzione al libro Satyricon in cui abbiamo raccolto tutti gli scritti che lo scrittore Giuseppe Bonura aveva pubblicato su “Odissea”. Li raccogliemmo in occasione del Convegno che si è tenuto su di lui a Fano e della targa ricordo che è stata messa in sua memoria. In sintesi potrei dirti che si era reso oramai necessario avere un organo di stampa raccogliendo attorno al suo progetto intellettuale uomini e donne che si erano tirati fuori disgustati dall’andazzo politico e morale del nostro Paese. Per prendere posizione, tornare a parlare, produrre idee e metterle in circolazione. Avrei dovuto dirigere questo giornale due anni, e invece, fra i 10 anni di edizione cartacea e i 9 in Rete, di anni ne sono passati 19.

 

Tussi: Vorrei che chiudessi questa conversazione con un messaggio alle nuove generazioni tra memoria e futuro.

 

Gaccione: Speriamo che le generazioni future abbiano davvero un avvenire. Guasti climatici e armi nucleari pongono una tragica ipoteca su tutti noi e sul futuro. Occorre battersi ora, in prima persona e senza delegare. Il futuro si costruisce agendo nel presente. Lo so, si è spesso sconfortati e le difficoltà ci abbattono. Quando sono sconfortato, io cerco di tenere presente i versi del poeta partigiano Egidio Ferrero che ho letto a Spotorno sul cippo ai partigiani caduti: “Se lungo la strada / uno è stanco, si chieda: / – Ce n’è un’altra più dritta?”. E non dimentico le parole dello scrittore Giorgio Pressburger: “Senza solidarietà non esiste umanità”.

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