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Le ombre di Auschwitz

Le ombre di Auschwitz

Nel giorno della memoria per le vittime dei campi di concentramento nazisti, un canto-video contro ogni campo di sterminio, passato, presente e futuro, di ogni colore, giustificazione o vergognosa parte. Contro l’orrida tendenza umana e dei poteri e sette a isolare perseguitare uccidere “altri” abbiano essi un altro colore della pelle, un’altra storia, o siano dissidenti o diversi rispetto a credo politici deliranti. Orrore che si dà il permesso di sterminare annientare intere popolazioni e ceppi di umanità colpevoli solo di impersonare una versione diversa dell’esistenza o di ostacolare ipotetici progressi e sviluppi egoistici e criminali della parte maggioritaria. Ognuno può vederci e identificarci le proprie vittime nella storia passata o presente, ma vorremmo che solo venissero ricordati quelli sguardi persi e imploranti, che sembrano non comprendere l’orrore a cui sono destinati. Essi guardano anche le vittime dei campi di concentramento di oggi.

Anche oggi vi sono autentici centri-campi di detenzione e prigionia di massa, luoghi di orrore, dove si stermina e fa violenza estrema, per milioni di dissidenti, oppositori, praticanti di credo religiosi, semplici migranti, dove vien praticata ogni tipo di tortura, di lavoro forzato, di denutrizione, di continua morte causata, di espianto di organi da vivi. Sono in Cina, Corea del Nord e Libia (questi ultimi riforniti dall’Italia con respingimenti e sovvenzionamento della guardia Costiera libica). Poi un gradino sotto, ci sono centri di detenzione di massa, con violazione costante dei diritti umani, in Turchia (pagati dalla Comunità Europea) e Grecia per profughi siriani, in Myanmar, Malaysia e Bangladesh per la minoranza Rohingya perseguitata, in Israele (!) per i profughi da dittatura eritrei, in Australia per profughi e migranti, negli Usa per migranti messicani, in Italia per centri per migranti che somigliano a campi di detenzione. E chissà quanti altri in nome della ritorsione contro ogni umanità e di permesso a degradare chi non è come noi! Le fauci di Caino sono sempre grondanti di sangue.

 

 

Testo della canzone Le ombre di Auschwitz 

 

Li vedi addormentati dentro i vagoni del bestiame

gli uomini e donne rapiti alla vita

con gli sguardi lontani

verso case abbandonate arredate con bellezza

con neonati con gli occhioni stanchi

velati di tristezza.

  Li han scovati come topi in trappola

dentro rifugi ben riposti

o li hanno raccolti in strada

di terrore e rabbia avvolti.

 

Offesa al vento e legione della morte

coi teschi in volto e la bava al cervello

demolito mille volte

ribrezzo vestito di verde e di divise scure

mentre i treni solcano il freddo

e divorano la pianura

Vola nel vento, mio disperato proclama

dona tristezza, a ogni uomo, che uomo si proclama

 

Entrano nel castello terreo tra fili spinati e torri

dentro baracche come labirinti, alveari della morte

sfiniti coi capelli persi e il corpo ridotto a ombra

sembrano birilli di un gioco perverso

di sudice gabbie avvolti.

E accanto hanno altre ombre

che non torneranno mai

a quella vita semplice vita

perduta per sempre lo sai.

 

Le notti di fango vestite sprizzanti buia paura

e quei vuoti nelle camerate partiti nella paura,

gli sguardi agghiacciati

gli occhi ridotti a due fessure

ed eccoli avvolti di gas

avvinghiarsi perfino ai muri.

Vola nel vento mio disperato proclama

dona tristezza, a ogni uomo, che uomo si proclama

 

Poi fumano nel freddo attraverso bui camini

o restano nel sapone per lavare gli aguzzini

che ingoiano di patria e morte

l’oscuro tetro respiro

sono macchine oliate, ognuno al proprio posto

e sapevano e sapranno

come il sole che sorge ogni giorno

mentre le cataste dei morti

come legna tutte intorno

 

Son le ombre di Auschwitz

e di ogni altro campo lontano

che i russi  troveranno morenti

anche se liberi invano

e gridano al mondo intero che sapeva e che saprà

non saremo morti invano se nessuno dimenticherà.

 

Marco Chiavistrelli parole, musica, voce, chitarra acustica

Video Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Oscar Bauer chitarra elettrica slide

Dino Mancino pianoforte

Nicola Maronti mellotron

Simone Sandrucci timpani

“Dedicato a tutte le vittime dei campi di concentramento passati, presenti e futuri”

 

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