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Il Campus del bene comune e del cambiamento

di Laura Tussi

(Foto di Campus Bene Comune)

Dal 26 al 28 maggio, si è tenuto a Roma, nel quartiere San Lorenzo, l’EireneFest, il festival del libro per la pace e la nonviolenza giunto alla seconda edizione.

L’associazione Campus Bene Comune è stata presente con uno stand molto colorato e particolare!

Campus, chi siete e che fate?

Il progetto Campus del cambiamento nasce nel 2019, come srl, quale esperimento per fondare una scuola da 0 a 100 anni, finalizzata alla promozione di percorsi online e in presenza, volti ad una trasformazione positiva a partire dal singolo.

Il Campus, nei suoi anni di attività, ha fondato una community di oltre 30 mila persone, realizzando 31 percorsi, che hanno avuto un impatto positivo nella vita e nella quotidianità dell’80 per cento dei casi, così come riportato dagli stessi partecipanti.

Nel 2022 prende il via una seconda fase del progetto.

A seguito di una call to action indetta dai soci fondatori della vecchia srl, in fase di liquidazione è stato chiesto a studenti, corsisti, operatori e collaboratori del Campus del cambiamento di prendere in mano il timone della nave, e portare avanti il progetto in una dinamica più partecipativa, che partisse appunto dal basso, che potesse coinvolgere e mettere insieme voci diverse: un percorso lungo 9 mesi, che ha portato alla fondazione dell’Associazione Campus Bene Comune.

Oggi siamo 12 soci fondatori, operatori ed ex partecipanti ai corsi del Campus, dislocati in tutta Italia.

Qual è il vostro scopo?

L’obiettivo del Campus Bene Comune è quello di creare e mantenere uno spazio di ricerca e apprendimento esperienziale, una “scuola del fare” capace di generare evoluzione e bellezza, per arrivare a costruire e vivere il cambiamento che desideriamo per le nostre vite ed è anche ISPIRARE e CONNETTERE, puntando cosi l’attenzione sulla componente umana centrale per noi. Non andiamo da soli, ci andiamo insieme.

Una delle cose più innovative che stiamo cercando di fare è quella di integrare in dinamiche fortemente relazionali gli strumenti tecnologici. Sembra quasi impossibile. Lo sappiamo, ma questa è la vera ambizione per noi!

Ci siamo resi conto che negli ambiti dove si lavora sulla consapevolezza, sulla relazione, sulla cura di sé e dell’altro, l’online trova delle resistenze, se non addirittura diventa “il nemico” che disgrega: ecco noi vogliamo promuovere l’uso di questi strumenti, sfruttandone l’altissimo potenziale e portare i benefici proprio lì dove fa più paura. Perchè crediamo che ogni strumento se utilizzato nel modo giusto possa diventare un alleato importante.

La storia del nostro gruppo ne è l’esempio. Inizialmente ci siamo conosciuti online e così abbiamo operato nei mesi precedenti la costituzione (e tuttora) per mettere le radici a questo progetto e parallelamente lavorare sul gruppo e sulle relazioni umane che si sono intensificate.

Raccontateci la vostra esperienza romana all’Eirenefest.

Molti, incuriositi, si sono avvicinati alla nostra coloratissima postazione da cui abbiamo offerto la possibilità, colta dai più ardimentosi, di mettersi in gioco con “L’insostenibile leggerezza dell’io”, una vera e propria bilancia, per riflettere sul peso delle nostre scelte, e attirato i più golosi con i dolcissimi biscotti della pace e della nonviolenza, preparati a mano dalla nostra Sandra e ad ognuno abbiamo consegnato il nostro flyer, sotto forma di una barchetta di carta da costruire, diventato simbolo di questo viaggio, sospinti dal vento del cambiamento.

Elemento principale del nostro stand, che ha suscitato particolare interesse è stato l’angolo delle dirette, a cura del nostro Fausto. A rispondere al suo microfono si sono susseguiti numerosi ospiti del festival, fra cui Annabella Coiro, Davide Tutino, Luigi De Magistris, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici, Pasquale Pugliese e tanti altri ancora. Tutte le registrazioni delle dirette dell’EireneFest, sul nostro canale YouTube in questa playlist dedicata.

Che effetto ha avuto in voi questa totale immersione di pace e nonviolenza?

Ci ha aperto nuove finestre e offerto diverse prospettive sulle tematiche trattate.

Ci ha consentito di interrogarci e alcune domande ancora riecheggiano: Da dove nasce il conflitto? Cosa può fare ognuno di noi per contribuire al mondo di pace che desideriamo? Cosa può fare il Campus?

Torniamo dunque con una nuova spinta propulsiva, ricaricati di energia e pronti ad andare avanti e proseguire nel nostro viaggio.

Vogliamo continuare a lavorare per diffondere la conoscenza e favorire la consapevolezza, perché questa è alla base di ogni risveglio e ogni cambiamento.

C’è un punto di riferimento su cui vi basate in particolare?

Ne abbiamo tre a cui teniamo molto.

1- Il nostro orizzonte:

Siamo una comunità di persone che si impegnano ad essere migliori con la consapevolezza che questo è il miglior modo per trasformare la realtà che ci circonda. Siamo una comunità che ha l’intento di imparare a cambiare, perché siamo la generazione che ne ha la responsabilità. Nessuno di noi qui ha delle verità.

Non abbiamo una sede fisica, ne abbiamo decine, in tutti i luoghi dove soffia forte il vento di cambiamento, dove anzi è già realtà.

Intorno a questo focolare, si stanno riunendo molti spiriti: professionisti, formatori, docenti e persone animate dal desiderio di ricerca, di conoscenza e dal bisogno di esplorare e diffondere sentieri alternativi.

Perlustriamo tematiche che sentiamo generative ed impellenti per le nostre vite. Aggreghiamo, esploriamo, ispiriamo, intorno a temi che pensiamo essere prioritari in quest’epoca di transizione.

Seminiamo ispirazioni e bellezza sicuri che questa sia una potente via rigenerativa.

2- Il bagaglio (cosa ci portiamo dietro e cosa scegliamo di abbandonare):

Noi preferiamo…

Il dubbio e l’esplorazione piuttosto che le certezze.

La speranza alla rassegnazione, per accettare il rischio che ogni cambiamento richiede.

L’empatia al giudizio, ogni volta che esprimiamo i nostri bisogni, che chiediamo e ci assumiamo la responsabilità delle nostre emozioni.

Il bene comune all’interesse egoistico.

La proposta alla lamentela, quando sperimentiamo insieme.

3- La nostra bussola:

Camminiamo lentamente per:

Sperimentare. Buono per ora e abbastanza sicuro da provare, non esistono decisioni perfette.

Diffondere conoscenze e strumenti per evolvere come individui e società.

Potenziare le relazioni con la fiducia, l’ascolto e la nonviolenza.

Seguire la via del Fare.

Ispirarci dalla natura che è la nostra più grande maestra.

Spaccare la corazza della rassegnazione.

A questo punto ci salutiamo, ma ci vediamo sui vostri social.

Trovate tutti i nostri canali sul nostro sito web: https://www.campusdelcambiamento.it/

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