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Ghedi e Aviano e Sigonella e Taranto e altri presidi militarizzati dalla Nato, come Comiso negli anni ’80, non devono diventare l’Hiroshima di domani !

I nuovi euromissili ipersonici della NATO. Le basi come Comiso non devono diventare l’Hiroshima di domani!

di Laura Tussi

“Abbiamo pubblicato nei giorni scorsi un articolo e un appello firmato da Laura Tussi con altri intellettuali e attivisti, tra i quali i membri del Capitolo italiano REDH cui aderisce anche il nostro giornale Faro di Roma, contro il rischio incombente della guerra nucleare, sempre più prossima in quanto la Nato ha deciso di schierare e installare nuovamente gli euromissili, tanto contrastati in passato, anche con le manifestazioni di Comiso. Oggi la situazione è ancora più grave in quanto gli euromissili che la Nato vuole installare in Germania entro il 2026 sono oltre che nucleari, anche ipersonici, ovvero caratterizzati da: velocità ipersonica (ossia superiore a 5 volte quella del suono, circa 340 m/s [Mach 1]), traiettoria per la maggior parte endo-atmosferica e non balistica, alta manovrabilità e teoricamente non intercettabili. Insomma armi capaci di estinguere ogni forma di vita”. (Salvatore Izzo)

Nel 1979 il governo italiano approva l’adesione al programma missilistico della Nato

In migliaia manifestano davanti alla base di Sigonella: è la risposta dell’arrivo dei primi pezzi di Cruise.

Nel 1984 Spadolini, ministro della difesa, comunica alla camera la piena operatività del primo gruppo di Cruise a Comiso

Nell’immediato, il governo Spadolini comunica la scelta del vecchio aeroporto militare Magliocco di Comiso in provincia di Ragusa quale base per l’installazione di una batteria di 112 missili Cruise a testata atomica.

Comiso non deve diventare l’Hiroshima di domani !

Enorme l’impatto nel paese, si teme un conflitto nucleare tra le due superpotenze USA e Urss con il coinvolgimento del nostro paese.

In breve Comiso diventa anche e soprattutto una delle capitali mondiali di un nuovo pacifismo, un innovativo movimento pacifista che oggi purtroppo è assente

Un movimento di massa senza precedenti. Grande l’impegno delle donne. A Comiso le donne del gruppo La Ragnatela attuano un combattivo campo di opposizione alla base sull’esempio delle donne inglesi.

Comiso diventa un bersaglio principale

Ecologisti e nonviolenti acquistano terreni nei pressi della base chiamandola “Verde vigna” e coltivano con metodi biologici. I cattolici per alcuni anni promuovono una via crucis contro i missili davanti alla base. 

Indagini della commissione parlamentare antimafia sui rapporti tra missili e mafia, un impegno che costò la vita al parlamentare del PCI Pio La Torre e al suo autista Rosario Di Salvo assassinati a Palermo nell’aprile del 1982

E costò la vita anche al giovane seminatore di pace e legalità, con la sua radio, radio Aut, Peppino Impastato. Si sviluppò con vigore la denuncia e l’opposizione contro la militarizzazione di tutta l’isola.

Molteplici le sigle e i movimenti e gli organismi di base più rappresentativi contro la guerra e l’olocausto nucleare, tragici eventi realmente rappresentati dai missili Cruise a testata atomica

Gli organismi più rappresentativi dell’opposizione alla base a Comiso furono il Cudip, il comitato unitario per il disarmo e l’indipendenza dei popoli e Imac, incontro internazionale contro i Cruise con forte componente antimilitarista e nonviolenta e che attuarono numerose iniziative davanti ai cancelli della base e qui le proteste ebbero duro contrasto da parte delle forze di polizia: svariate le cariche violente, tanti arresti, le denunce, i feriti, l’espulsione di militanti pacifisti stranieri.

La base di Comiso vedrà dismessi i missili Cruise. Ma quanti altri presidi militari della Nato potranno diventare le Hiroshima e Nagasaki di un futuro molto prossimo?

La base di Comiso e i suoi missili Cruise saranno dismessi poi nell’87 col trattato di Washington tra USA e Urss.

Le principali iniziative tenute a Comiso in Sicilia sono state in quegli anni la manifestazione a Comiso con 30mila braccianti, contadini, giovani, intellettuali in corteo con lo striscione: Comiso non vuole diventare l’Hiroshima di domani !

Nel 1981 in 100mila provenienti dalle regioni meridionali manifestano a Palermo con lo slogan: dalla Sicilia alla Scandinavia no alla Nato e al patto di Varsavia. Nel 1982 a Comiso, nuova grande manifestazione popolare. Da tutta Italia in 100mila sfilano in un corteo interminabile davanti all’aeroporto Magliocco.

Nei giorni successivi alcuni pacifisti cominceranno lo sciopero della fame e si apre a Vittoria il campo internazionale della pace che attiverà molte iniziative: marce, digiuni, blocchi

Inizia da Palermo una lunga marcia di preghiera contro i missili con il buddista Morishita che arriva a Comiso dopo 50 giorni. Giunge a Comiso la marcia Milano-Comiso promossa da un gruppo di intellettuali. In seguito la marcia Catania-Comiso.

A Comiso molte donne protestano e denunciano e manifestano per contrastare i missili Cruise della Nato. Donne di Pace che ancora oggi lasciano un segno dei tempi nella memoria collettiva

A Comiso si tiene l’incontro internazionale delle donne su Donne e disarmo e in seguito varie donne vengono denunciate per la protesta davanti ai cancelli dell’aeroporto: diverse sono arrestate.

Spianato con le ruspe il campo internazionale per la pace

Alcune donne straniere vengono espulse. Poi ancora una via crucis davanti alla base di Comiso promossa dalle Acli, Fuci e comunità cristiane di base.

La partenza della marcia da Comiso a Ginevra nonostante le cariche e le violenze della polizia contro la pluralità dei manifestanti

In migliaia bloccano i cancelli dell’aeroporto e impediscono i lavori alla base: una mostra fotografica illustra la tragedia di Hiroshima. Parte la marcia Comiso-Ginevra organizzata dalle Acli e vi sono cariche della polizia contro i pacifisti che bloccano i cancelli. Ancora cariche nel settembre dell’83.

I movimenti nonviolenti e pacifisti perdono della loro creatività e proattività perché prendono il sopravvento i poteri forti e le lobby e le multinazionali delle armi che si spacciano da istituzioni progressiste

Molto meno ingenti i movimenti e le manifestazioni pacifiste e nonviolente a Ghedi, a Aviano e a Buchel in Germania contro le famigerate bombe nucleari Usa B61-12 stoccate in queste basi Nato dislocate nei territori europei.

Al contrario un movimento di ampiezza senza precedenti quello contro gli euromissili nei primi anni ‘80

Milioni di donne e uomini nelle piazze per cercare di contrastare i pericoli di guerra tra le due superpotenze USA e Urss e la loro corsa al riarmo simboleggiata dai nuovi missili Ss20, Cruise e Pershing. Oltre che in Europa, il movimento fu molto attivo negli Stati Uniti e presente anche nei paesi dell’Est, quelli del patto di Varsavia.

Un movimento che non riuscì a impedire l’installazione dei missili, ma che ha lasciato segni profondi.

Questo movimento pacifista a partire da Comiso fu formazione per tanti giovani, partecipazione democratica, invenzione di nuove forme di espressione e di lotta

Fucina di nuove idee e crescita della cultura pacifista e crogiolo di nuove sensibilità politiche e ideali e dell’ecopacifismo. Anni di intensa mobilitazione con ondate di manifestazioni di massa nelle città come non si era mai visto prima.

La mobilitazione è ampia e diffusa in tutto il Paese

Anche nei centri più piccoli è un fervore di iniziative, nascono moltissimi comitati per la pace. Molto attive le riviste del tempo Guerra e pace, Segno, Bozze, Testimonianze.

Particolare attenzione si dedica al tema dell’educazione alla Pace da parte di riviste, scuole, docenti. Nel 1983 sarà il momento di massima mobilitazione europea contro gli euromissili, ma l’imponenza delle manifestazioni e la diffusione del movimento non cambiano le decisioni dei governi che confermano la decisione di installare i missili

cresce la tensione in Libano, l’invasione USA di Grenada, l’arrivo dei primi missili rendono ancora più incandescente il clima internazionale. Ma la mobilitazione pacifista ha lasciato il segno, nelle coscienze dei partecipanti e dei cittadini, nel senso di appartenenza europeo e sicuramente anche nelle nuove prospettive che da lì a poco si apriranno alle speranze di pace e disarmo.

Negli anni ’80 il Trattato INF firmato da Reagan e Gorbaciov apre a orizzonti infiniti di speranza per una distensione pacifica e pacifista a livello internazionale. Quindi per lo smantellamento degli euromissili

Alla metà degli anni ’80 il clima si fa più disteso a livello internazionale e le trattative tra le due superpotenze portano agli accordi del 1987 per l’eliminazione dei missili a media gittata.

La mobilitazione pacifista della popolazione dal basso ebbe un ruolo innegabile per lo smantellamento dei Cruise. Ma oggi dove è tutta quella mobilitazione di persone per la pace?

Il contributo di tanta parte di popolazione del mondo in piazza per reclamare la pace ha avuto un ruolo innegabile, anche se subito l’installazione dei missili fu una cocente sconfitta del movimento. All’Est, il movimento pacifista ha svolto un ruolo nella preparazione del crollo dei regimi del cosiddetto socialismo reale.

Dopo il Trattato INF degli anni ’80 il clima si acutizza fino alle attuali disposizioni Nato del vertice di Washington, dopo i summit di Madrid e Vilnius, non solo sugli euromissili, ma verso una rincorsa estrema al riarmo e alla militarizzazione

In una congiuntura storica e politica e sociale come quella attuale si assiste praticamente inermi  e inerti ad un’escalation delle tensioni militari a livello internazionale e mondiale.

Un estremo appello del mondo del pacifismo per gridare e affermare il nostro dissenso contro il riarmo e l’annientamento di tutte le forme di vita sulla Terra

Per questo come pacifisti abbiamo pensato di diffondere e prima ancora di strutturare una raccolta di firme del mondo del disarmo e della nonviolenza provenienti anche dall’attivismo di base e dal basso per contrastare gli euromissili Nato

Gli euromissili ai tempi di Comiso a testata nucleare, mentre gli euromissili che la Nato vuole installare in Germania entro il 2026 sono oltre che nucleari, anche ipersonici

Ai tempi di Comiso gli euromissili erano a testata convenzionale e atomica, invece attualmente sono anche ipersonici e nucleari come scrive Domenico Gallo.

Da Bloch a Hessel a Morin: il richiamo dei grandi moniti per la pace nel mondo da parte di importanti intellettuali e padri costituenti dell’Onu e della giurisprudenza del diritto internazionale

Una raccolta di firme contro questi ordigni militari di distruzione di massa costituisce un richiamo al principio di responsabilità e al ‘principio speranza’ per un appello al ragionamento perché da ‘homo sapiens stiamo diventando homo demens’, come sostiene Alex Zanotelli.

Un appello come grido di allarme dell’intera umanità contro il grave pericolo della deterrenza nucleare nel contesto di una nuova e altamente distruttiva guerra fredda

Su Transform

Riferimenti: PeaceLink

Approfondimenti: FARO DI ROMA

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Un articolo e un appello del mondo pacifista all’umanità intera contro gli euromissili Nato

Di Laura Tussi 

In collaborazione con: Maurizio Acerbo, Ennio Cabiddu, Sergio Cararo, Fabrizio Cracolici, Giorgio Cremaschi, Paolo Ferrero, Stefano Galieni, Moni Ovadia.

E Capitolo italiano della Rete in Difesa dell’Umanità – REDH (Luciano Vasapollo, Rita Martufi, Salvatore Izzo)

Il terrore degli euromissili contro la Russia che possono innescare un contrattacco nucleare irreversibile per il futuro dell’umanità intera e della sua storia e del suo valore
Attualmente subentra impellente il rischio della guerra nucleare sempre più prossima in quanto la Nato ha deciso di schierare e installare nuovamente gli euromissili, tanto contrastati in passato, anche con le manifestazioni di Comiso con numerose personalità del pacifismo e con semplici attivisti di pace, che hanno pagato anche con il carcere la loro obiezione alle armi.

Questo nostro articolo a supporto e a sostegno dell’appello di PeaceLink sottoscritto da oltre 1000 pacifisti e personalità del mondo della cultura e della politica e dello spettacolo e da attivisti di pace e nonviolenza e dalle realtà e comunità di base

Gli euromissili condannano inesorabilmente l’umanità all’avvento dell’escalation militare e nucleare perché la Russia potrà scatenare un contrattacco contro gli Stati Uniti e la Nato.

Questo articolo equivale a un proclama e a un appello per destabilizzare l’Establishment e smettere di continuare sul crinale del baratro dell’escalation militare e nucleare

Con questo articolo, sottoscritto in collaborazione con alcune importanti personalità del mondo della cultura e della politica, vogliamo rilanciare un proclama e un appello preoccupato e allarmante, perché la scelta di schierare euromissili è un grave atto di disumanità e è un procedimento abbietto e abominevole e un provvedimento assurdo.

Dopo il Trattato INF degli anni ’80 il clima si acutizza fino alle attuali disposizioni Nato del vertice di Washington, dopo i summit di Madrid e Vilnius, non solo sugli euromissili, ma verso una rincorsa estrema al riarmo e alla militarizzazione

In una congiuntura storica e politica e sociale come quella attuale si assiste praticamente inermi  e inerti ad un’escalation delle tensioni militari a livello internazionale e mondiale.

Un estremo appello del mondo del pacifismo per gridare e affermare il nostro dissenso contro il riarmo e l’annientamento di tutte le forme di vita sulla Terra

Per questo come pacifisti abbiamo pensato di diffondere e prima ancora di strutturare una raccolta di firme del mondo del disarmo e della nonviolenza provenienti anche dall’attivismo di base e dal basso per contrastare gli euromissili Nato che, ai tempi di Comiso erano a testata convenzionale e atomica, invece attualmente sono anche ipersonici e nucleari come scrive Domenico Gallo.

Da Bloch a Hessel a Morin: il richiamo dei grandi moniti per la pace nel mondo da parte di importanti intellettuali e padri costituenti dell’Onu e del diritto internazionale

Una raccolta di firme contro questi ordigni militari di distruzione di massa costituisce un richiamo al principio di responsabilità e al ‘principio speranza’ per un appello al ragionamento perché da ‘homo sapiens stiamo diventando homo demens’, come sostiene Alex Zanotelli.

Un appello come grido di allarme dell’intera umanità contro il grave pericolo della deterrenza nucleare nel contesto di una nuova guerra fredda

Un appello accorato dal mondo pacifista affinché la guerra nucleare non torni a minacciare il nostro futuro prossimo. La mobilitazione ecopacifista tuttora in atto rappresenta una lampante denuncia contro il sistema di potere e la catena di controllo del sistema di potere e di guerra e contro la militarizzazione in generale e consiste in una netta dimostrazione di quanto la cittadinanza attiva e la società civile possano denunciare e farsi sentire innalzando dal basso voci differenti e istanze plurime in una comune corale per la creazione di una pace che alimenti la giustizia sociale e i diritti civili e soprattutto umani.

Il mondo ecopacifista e l’attivismo dal basso e soprattutto una consapevole massa critica per contrapporre la ragione della pace all’oscurantismo di una nuova era nucleare

La mobilitazione delle popolazioni e della massa critica può influenzare le decisioni governative e dei vertici come dimostra la storia. E questo appello di contrapposizione agli euromissili è un emblematico esempio.

Gli euromissili costituiscono una vera strategia di annientamento per la contrapposizione di due blocchi di potenza e l’escalation nucleare si estende in Medio Oriente sino all’Indo Pacifico

La petizione contro gli euromissili Nato non costituisce una mera raccolta di firme e consensi, ma vuole diventare un movimento di massa critica e pacifista con opinioni ben nette e impostate che richiamino l’attenzione alle ripercussioni e alle conseguenze catastrofiche delle scelte della politica che si basa sulla deterrenza nucleare. Che non è solo convenzionale, ma appunto rischia tramite un’escalation atomica di trasformarsi a tutti gli effetti in deterrenza nucleare.

Tornano gli euromissili come a Comiso, ma questa volta nucleari e ipersonici: una tragica e oscurantista svolta epocale

Quindi stanno tornando gli euromissili come a Comiso e siamo di fronte al nuovo pericolo epocale. Infatti gli euromissili Nato non sono solo convenzionali in quanto sono destinati a diventare nucleari. Questa panoramica e discussione sull’escalation militare e guerresca e di deterrenza nucleare globale senza confini e limiti giungerà anche nello scacchiere dell’Indo Pacifico.

I troppi vertici della Nato: da Madrid a Vilnius a Washington, dove si decide la corsa al riarmo estremo e la militarizzazione forzata anche dei vertici, dei governi, delle istituzioni e della società civile

Durante l’ultimo vertice Nato di Washington, si è annunciato e predisposto il dispiegamento di nuovi euromissili finalizzati alla deterrenza globale a partire dalla Germania nel 2026. Questo è proprio un segnale negativo, un segno dei tempi atroce e tragico per la pace sul pianeta con un procedere pessimo e pericoloso verso un’escalation nucleare globale.

E il mondo ecopacifista rischia di trovarsi all’improvviso poco pronto e preparato tra la concreta realtà di una nuova guerra fredda e l’incubo dell’Armageddon nucleare

Gli euromissili trasformeranno madre terra in un posto ancora più pericoloso anche in seguito alle gravi emergenze in atto come i cambiamenti climatici e non solo: appunto la deterrenza nucleare. Per questa pazzesca rincorsa al riarmo vengono sottratte risorse e predisposti disinvestimenti destabilizzanti e fondanti e necessari non solo all’istruzione, ma anche e soprattutto alla sanità pubblica e allo Stato sociale.

Dal Trattato INF che portò al progressivo anche se parziale smantellamento dei missili nucleari ci ritroviamo ancora ricattati dall’inferno nucleare a partire dai proclami spregevoli e criminali dei potenti di turno

Il grande momento e movimento ecopacifista per il disarmo e l’accordo INF firmato da Gorbačëv e Reagan portarono al quasi totale smantellamento degli euromissili nucleari a medio raggio. Ma oggi le forze e i poteri forti come gli Stati Uniti e la Nato conducono nuovamente il pianeta terra verso un’ulteriore corsa al riarmo con la deterrenza e gli ordigni di distruzione di massa nucleari.

L’Europa che era l’emblema del continente della pace a partire dal proclama dei partigiani di Ventotene, si ritrova a essere corresponsabile direttamente con la complicità degli stati uniti e della Nato del riarmo e dell’invio di armi ai paesi belligeranti e corresponsabile del genocidio a Gaza e nel Congo e in altre guerre dimenticate dell’Africa e nel mondo

L’Europa ha vissuto momenti storici di stabilità relativa e di precaria sicurezza, spesso al contrario percepiti come momenti di conquiste definitive di un continente che ha visto ben due guerre mondiali e la guerra fredda.

Ma l’incubo della militarizzazione nucleare continua a incombere in Europa con la potenzialità di una nuova guerra fredda tra superpotenze

Con il ritorno degli euromissili, il mondo si trova a dover far fronte a una minaccia e una impellente emergenza che può rendere madre terra non più un luogo accogliente, ma molto pericoloso e purtroppo non più abitabile da tutti gli esseri viventi e non solo dal genere umano.

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Riferimenti per l’appello contro gli euromissili Nato: PeaceLink e FARO DI ROMA

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Prime note per una storia del movimento degli anni ’80 contro gli euromissili

Prime note per una storia del movimento degli anni ’80 contro gli euromissili

Prime note per una storia del movimento degli anni ’80 contro gli euromissili

Il movimento contro gli euromissili negli anni ‘80:

“Dalla Sicilia alla Scandinavia NO alla Nato e al patto di Varsavia”.

Di Laura Tussi

I movimenti nonviolenti e pacifisti perdono della loro creatività e proattività perché prendono il sopravvento i poteri forti e le lobby e le multinazionali delle armi che si spacciano da istituzioni progressiste.

 

Molto meno ingenti i movimenti e le manifestazioni pacifiste e nonviolente a Ghedi, a Aviano e a Buchel in Germania contro le famigerate bombe nucleari Usa B61-12 che verranno stoccate in queste basi Nato dislocate nei territori europei.

Al contrario un movimento di ampiezza senza precedenti quello contro gli euromissili nei primi anni ‘80.

Milioni di donne e uomini nelle piazze per cercare di contrastare i pericoli di guerra tra le due superpotenze USA e Urss e la loro corsa al riarmo simboleggiata dai nuovi missili Ss20, Cruise e Pershing. Oltre che in Europa, il movimento fu molto attivo negli Stati Uniti e presente anche nei paesi dell’Est, quelli del patto di Varsavia.

Un movimento che non riuscì a impedire l’installazione dei missili, ma che ha lasciato segni profondi.

Questo movimento fu formazione per tanti giovani, partecipazione democratica, invenzione di nuove forme di espressione e di lotta. Fucina di nuove idee e crescita della cultura pacifista e crogiolo di nuove sensibilità politiche e ideali e dell’ecopacifismo. Anni di intensa mobilitazione con ondate di manifestazioni di massa nelle città come non si era mai visto prima. La mobilitazione è ampia e diffusa in tutto il Paese. Anche nei centri più piccoli è un fervore di iniziative, nascono moltissimi comitati per la pace. Molto attive le riviste del tempo Guerra e pace, Segno, Bozze, Testimonianze.

Particolare attenzione si dedica al tema dell’educazione alla Pace da parte di riviste, scuole, docenti. Nel 1983 sarà il momento di massima mobilitazione europea contro gli euromissili, ma l’imponenza delle manifestazioni e la diffusione del movimento non cambiano le decisioni dei governi che confermano la decisione di installare i missili.

cresce la tensione in Libano, l’invasione USA di Grenada, l’arrivo dei primi missili rendono ancora più incandescente il clima internazionale. Ma la mobilitazione pacifista ha lasciato il segno, nelle coscienze dei partecipanti e dei cittadini, nel senso di appartenenza europeo e sicuramente anche nelle nuove prospettive che da lì a poco si apriranno alle speranze di pace e disarmo. Alla metà degli anni ’80 il clima si fa più disteso a livello internazionale e le trattative tra le due superpotenze portano agli accordi del 1987 per l’eliminazione dei missili a media gittata. Il contributo di tanta parte di popolazione del mondo in piazza per reclamare la pace ha avuto un ruolo innegabile, anche se subito l’installazione dei missili fu una cocente sconfitta del movimento. All’Est, il movimento pacifista ha svolto un ruolo nella preparazione del crollo dei regimi del cosiddetto socialismo reale.

Comiso non deve diventare l’Hiroshima di domani

Nel 1979 il governo italiano approva l’adesione al programma missilistico della Nato. Nel 1981 il governo Spadolini comunica la scelta del vecchio aeroporto militare Magliocco di Comiso in provincia di Ragusa quale base per l’installazione di una batteria di 112 missili Cruise a testata atomica. Enorme l’impatto nel paese, si teme un conflitto nucleare tra le due superpotenze USA e Urss con il coinvolgimento del nostro paese.

Comiso diventa un bersaglio principale.

In breve Comiso diventa anche e soprattutto una delle capitali mondiali di un nuovo pacifismo.

Un movimento di massa senza precedenti. Grande d’impegno delle donne. A Comiso le donne del gruppo La Ragnatela attuano un combattivo campo di opposizione alla base sull’esempio delle donne inglesi. Ecologisti e nonviolenti acquistano terreni nei pressi della base chiamandola “Verde vigna” e coltivano con metodi biologici. I cattolici per alcuni anni promuovono una via crucis contro i missili davanti alla base.

Sono indagati rapporti tra missili e mafia, un impegno che costò la vita al parlamentare del PCI Pio La Torre e al suo autista Rosario Di Salvo assassinati a Palermo nell’aprile del 1982. E al giovane seminatore di pace e legalità, con la sua radio, Peppino Impastato. Si sviluppò con vigore la denuncia e l’opposizione contro la militarizzazione di tutta l’isola. Gli organismi più rappresentativi dell’opposizione alla base furono il Cudip, il comitato unitario per il disarmo e l’indipendenza dei popoli e Imac, incontro internazionale contro i Cruise con forte componente antimilitarista e nonviolenta e che attuarono numerose iniziative davanti ai cancelli della base e qui le proteste ebbero duro contrasto da parte delle forze di polizia: svariate le cariche violente, tanti arresti, le denunce, i feriti, l’espulsione di militanti pacifisti stranieri. La base di Comiso e i suoi missili Cruise saranno dismessi poi nell’87 col trattato di Washington tra USA e Urss. Le principali iniziative tenute a Comiso in Sicilia sono state in quegli anni la manifestazione a Comiso con 30mila braccianti, contadini, giovani, intellettuali in corteo con lo striscione: Comiso non vuole diventare l’Hiroshima di domani. Nel 1981 in 100mila provenienti dalle regioni meridionali manifestano a Palermo con lo slogan: dalla Sicilia alla Scandinavia no alla Nato e al patto di Varsavia. Nel 1982 a Comiso, nuova grande manifestazione popolare. Da tutta Italia in 100mila sfilano in un corteo interminabile davanti all’aeroporto Magliocco.

Nei giorni successivi alcuni pacifisti cominceranno lo sciopero della fame e si apre a Vittoria il campo internazionale della pace che attiverà molte iniziative: marce, digiuni, blocchi.

Inizia da Palermo una lunga marcia di preghiera contro i missili con il buddista Morishita che arriva a Comiso dopo 50 giorni.

Giunge a Comiso la marcia Milano-Comiso promossa da un gruppo di intellettuali. In seguito la marcia Catania-Comiso.

A Comiso l’incontro internazionale delle donne su Donne e disarmo e in seguito varie donne denunciate per la protesta davanti ai cancelli dell’aeroporto: diverse sono arrestate.

Spianato con le ruspe il campo internazionale per la pace. Alcune donne straniere vengono espulse. Poi ancora una via crucis davanti alla base di Comiso promossa dalle Acli, Fuci e comunità cristiane di base.

In migliaia bloccano i cancelli dell’aeroporto e impediscono i lavori alla base: una mostra fotografica illustra la tragedia di Hiroshima. Parte la marcia Comiso-Ginevra organizzata dalle Acli e vi sono cariche della polizia contro i pacifisti che bloccano i cancelli. Ancora cariche nel settembre dell’83.

In migliaia manifestano davanti alla base di Sigonella: è la risposta dell’arrivo dei primi pezzi di Cruise. Nel 1984 Spadolini, ministro della difesa, comunica alla camera la piena operatività del primo gruppo di Cruise a Comiso.

 

Bibliografia:

L’incubo atomico:

  • Petrangeli Giulio, I partigiani della pace in Italia 1948-1953, in Italia contemporanea, 1999
  • Sereni Emilio, Per la libertà e la pace, contro la preparazione della guerra atomica. Discorso al Teatro Nuovo di Milano 1955, a cura del Comitato Milanese dei Partigiani della pace
  • Sorrenti Deborah, L’Italia nella guerra fredda. La storia dei missili Jupiter 1957-1963, Edizioni Associate, Roma 2003

Partigiani della pace:

  • Bobbio Norberto, la mia ‘coscienza atomica’ cominciò con Russell e Anders, in Giano, 1990
  • Parri Ferruccio, I missili e la pace, in Il Ponte, 1957
  • Movimento italiano della pace, Conferenza nazionale per la pace, 1958

 

Donne conto la guerra:

  • Luxemburg Rosa, Lettere contro la guerra, Berlino 1914-1918, Prospettiva, Civitavecchia 2004
  • Menapace Lidia, Chi ha paura delle donne in nero?, In L’Unità, 7 novembre 1990
  • Menapace Lidia, Ingrao Chiara (a cura di), Né in difesa, né in divisa. Pacifismo, sicurezza, ambiente, nonviolenza, forze armate. Una discussione fra donne, Felina, Roma
  • Morgantini Luisa, Donne soldato? No grazie, in Giano n. 28/1998

 

Approfondimenti su guerra e pace:

  • Bravo Anna, Donne contadine e Prima Guerra Mondiale, in Ricerche storiche, n.2, 1980
  • Lussu Emilio, Un anno sull’Altipiano, Einaudi, Torino 2000
  • Del Boca Angelo, La guerra d’Etiopia. L’ultima impresa del colonialismo, Longanesi, Milano 2010
  • Tranfaglia Nicola, Il fascismo e le guerre mondiali (1914-1945) Utet, Torino 2012

 

Riflessioni sulla contemporaneità:

  • Pugliese F., Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 a oggi, Grafiche futura, Mattarello – Trento
  • Pugliese F., I giorni dell’arcobaleno. Diario- cronologia del movimento per la pace, prefazione di Alex Zanotelli, Futura, Trento
  • Pugliese F., Per Eirene. Percorsi bibliografici su pace e guerra, diritti umani, economia sociale, Forum Trentino per la pace e i diritti umani, Trento
  • Pugliese F., Carovane per Sarajevo. Promemoria sulle guerre contro i civili, la dissoluzione della ex Jugoslavia, i pacifisti, l’ONU (1990-1999), Prefazione di Lidia Menapace, Introduzione di Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Laura Tussi
  • Manifesti raccontano…Le molte vie per chiudere con la guerra,a cura di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese, Recensione di Laura Tussi, Prefazione di Peter Van Den Dungen, coordinatore generale della Rete Internazionale dei Musei per la Pace e Joyce Apsel, Università di New York
  • Strada G., Ma l’abolizione della guerra non è un’utopia di sinistra, in La Repubblica, 2006

 

Contributi femminili:

  • Franca Pieroni Bortolotti, La donna, la pace, l’Europa, Franco Angeli, Milano
  • Maria Montessori, La paix et l’éducation, Genève, Bureau International d’éducation, 1932
  • Anna Maria Mozzoni, La liberazione della donna, a cura di F. Pieroni Bortolotti, Mazzotta, Milano
  • Mirella Scriboni, in Guerre e pace, Marzo 2011

 

Approfondimenti sul pacifismo:

  • Pallotti V., Cinquant’anni di pace in Europa: eventi e immagini, a cura del centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale, Bologna
  • Pallotti V., Perché? Guerra, corsa agli armamenti. Catalogo della mostra del manifesto contro… per una cultura di pace e nonviolenza, Bologna
  • Pallotti V., Camminare per la pace. Marce e cammini per la pace e la nonviolenza, Comune di Casalecchio di Reno – Casa per la pace “la filanda”, Bologna 2009

 

Approfondimenti:

  • Elorza, Documenti e discorsi del militare ingenuo, San Sebastian
  • Erasmo da Rotterdam, Contro la guerra, a cura di F.Gaeta, L’Aquila
  • Trattato sulla tolleranza, a cura di Palmiro Togliatti, Editori Riuniti Roma

 

Bibliografia ragionata:

  • Autori Vari, Bandiere di pace, Chimienti, Taranto
  • Aron, Pace e guerra tra le nazioni, tr.it. Comunità, Milano
  • Balducci E., Vinceremo noi pacifisti. Fosse anche tra mille anni, in L’Unità, 6 Marzo 1991
  • Bartels, L’Europa dei movimenti per la pace, in Giano n. 4/1990
  • Battistelli, Sociologia e guerra. Il problema della guerra nelle origini del pensiero sociologico, Archivio Disarmo, Roma
  • Bello Don Tonino, Alfabeto della vita, Paoline, Milano 2009
  • Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna
  • Collotti, G. Di Febo, (a cura di), Contro la guerra. La cultura della pace in Europa (1789-1939), Dossier Storia, Giunti, Firenze
  • Rochat G., L’Antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino
  • Taylor, English History 1914-45. Oxford University Press

 

Analisi storiche:

  • Rochat G., L’antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino
  • Rochat G., La tradizione antimilitarista del movimento operaio italiano, in La critica sociologica, 1976
  • Rochat G., Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1943, Einaudi, Torino

 

Analisi:

  • Branson, M. Haienemann, L’Inghilterra degli anni Trenta, Laterza Bari
  • Ceadel, Pacifismi in Britain, Oxford University Press

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