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Medicina Democratica diffida la Regione Lombardia

Comunicato Stampa

Medicina Democratica diffida la Regione Lombardia

Basta con i ritardi per migliaia di cittadini “prigionieri” a casa in attesa di test e tamponi!

8 giugno 2020

Medicina Democratica

Medicina Democratica

Milano, 8 giugno 2020

Basta con i ritardi per migliaia di cittadini “prigionieri” a casa in attesa di test e tamponi!

Medicina Democratica diffida la Regione Lombardia

https://www.peacelink.it/ospiti/a/47771.html

 

“Basta con i ritardi per i tantissimi cittadini prigionieri a casa in attesa di test e tamponi”! È questa la richiesta alla base della diffida, inviata questa mattina da Medicina Democratica al Presidente della Regione Lombardia dott. Attilio Fontana e all’assessore al Welfare avv. Giulio Gallera, per la mancata esecuzione di test e tamponi a spese del Servizio Sanitario Regionale. “Occorre risolvere in tempi rapidi una situazione insostenibile, che vede coinvolte migliaia di persone, impossibilitate di fatto a riprendere le proprie attività lavorative e professionali e la vita sociale per i ritardi e le difficoltà per l’effettuazione dei tamponi COVID-19 e dei test sierologici”, ha dichiarato Vittorio Agnoletto, responsabile scientifico dell’Osservatorio Coronavirus, medico e professore a  contratto presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna “Globalizzazione e Politiche della Salute”. L’Osservatorio Coronavirus è stato creato da Medicina Democratica e dalla trasmissione radiofonica sulla salute 37e2, in onda tutti i giovedì su Radio Popolare.

Sono infatti innumerevoli le segnalazioni giunte all’Osservatorio Coronavirus e alla trasmissione “37e2” di cittadini obbligati a restare chiusi in casa, in attesa di test e/o tamponi che non vengono effettuati dalle ATS lombarde. “Ciò si traduce – ha sottolineato Vittorio Agnoletto- in un pesante disagio psicofisico, e in un aggravio economico sia per i singoli che per la collettività, che di fatto si trova a dover sostenere i costi del mancato rientro al lavoro, in termini previdenziali e assistenziali”. Nella diffida, inoltre, è fatta richiesta di rimborso totale dei costi sostenuti dai cittadini per l’effettuazione dei tamponi e test sierologici presso strutture private, alle quali sono costretti a rivolgersi; la richiesta di rimborso è motivata dal fatto che test e tamponi siano da ritenersi servizi LEA, Livelli Essenziali di Assistenza.

 

Dalle segnalazioni ricevute si possono indicare quattro gruppi di cittadini coinvolti in questa reclusione domiciliare “sine certa die”: 1) coloro che sono stati accertati come positivi al COVID-19 prima dell’11 maggio u.s. sono dichiarati guariti dopo 14 giorni di clinica silente e previo doppio tampone negativo a 24 ore di distanza, esami per i quali si riscontrano notevoli ritardi; 2) i cittadini posti in isolamento domiciliare fiduciario prima dell’11/5/2020 perché considerati “casi sospetti”, ma che non erano mai stati sottoposti a tampone. Secondo quanto definito dalla Regione per costoro l’isolamento si conclude, dopo 14 giorni di clinica silente o, per coloro che erano asintomatici ma venuti in contatto con una persona Covid positiva, dopo 14 giorni dall’ultimo contatto. Questa indicazione non fornisce al medico competente e al datore di lavoro alcuna specifica garanzia diagnostica della mancanza di contagiosità, essendo dimostrati casi di persone che sono risultate positive al tampone anche dopo 30 giorni trascorsi in assenza di sintomi. Molti lavoratori in queste condizioni hanno dovuto prolungare l’assenza dal lavoro. Per sbloccare la situazione il loro medico di medicina generale (MMG) ha richiesto all’ATS il test sierologico, al quale deve seguire, in caso di positività, un successivo tampone, ma i tempi di attesa per il test sierologico e l’eventuale tampone anche in questo caso risultano estremamente lunghi;3) i casi sospetti, segnalati dopo l’11 maggio u.s. hanno la possibilità di effettuare direttamente il tampone su prescrizione del MMG. In caso di tampone negativo, vengono rimandati alla valutazione del medico di famiglia mentre, in caso di tampone positivo, vengono considerati come casi accertati e sono riammessi nella vita sociale, ovvero sul luogo di lavoro, solamente previa effettuazione di due tamponi negativi. Anche in questa situazione, si sono riscontrati ritardi nella effettuazione dei due tamponi finalizzati alla riammissione al lavoro e alla vita sociale e, in caso di riscontro di positività ad uno di questi, un ulteriore ritardo nella programmazione e nell’effettuazione di quelli successivi e nella comunicazione dell’esito. In conseguenza di ciò, molti cittadini, si sono dovuti rivolgere p e r f a r e  tali esami  presso strutture private; 4) non possiamo dimenticare poi il  grave ritardo che si è verificato nell’effettuazione dei tamponi e dei test ai medici e agli operatori socio-sanitari con pesante pregiudizio per la loro salute e per il buon funzionamento del servizio sanitario regionale.

Medicina Democratica, ritenendo che i test diagnostici e i tamponi, resi necessari dalla emergenza COVID- 19, rientrano nei LEA Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) di cui all’art. 117, comma 2, lett. m della Costituzione e che pertanto devono essere tempestivamente garantiti, a cura della Regione, sull’intero territorio lombardo, nella diffida chiede di: 1) garantire la tempestiva effettuazione dei tamponi e dei test sierologici e la tempestiva comunicazione dei risultati alle persone appartenenti a tutti i gruppi sopra indicati; 2) modificare il portale di accesso dei MMG, prevedendo l’effettuazione del tampone e del test sierologico per coloro che sono stati segnalati dal medico di base come “casi sospetti” prima dell’11/5; 3) rimborsare l’intero costo sostenuto da coloro che, a causa della mancata disponibilità di strutture pubbliche, sono stati costretti a rivolgersi a strutture private per l’effettuazione del test sierologico e/o del tampone; 4) risarcire il danno subito dai singoli cittadini, a causa dei predetti ritardi, in termini di perdita totale o parziale di retribuzioni.

Per info:

Carmìna Conte, cell. 393 13 77616 ufficio stampa;

Vittorio Agnoletto cell. 3356356978 medico resp. scientifico “Osservatorio Coronavirus”

Note: Articolo inserito in PeaceLink da Laura Tussi
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Vittorio Agnoletto presenta “Riace. Musica per l’Umanità” con Mimmo Lucano

RADIO POPOLARE è un’emittente indipendente, imperniata su una cooperativa

Vittorio Agnoletto presenta “Riace. Musica per l’Umanità” con Mimmo Lucano

Radio Popolare: trasmissione Sidecar con Vittorio Agnoletto. Presentazione Libro “Riace. Musica per l’Umanità”: evento con Mimmo Lucano a Palazzo Reale di Milano sabato 19 ottobre 2019

Vittorio Agnoletto su Radio Popolare per il Libro "Riace. Musica per l'Umanità" presentato da Mimmo Lucano a Palazzo Reale di Milano, sabato 19 ottobre 2019, in un evento con oltre 900 persone

Radio Popolare: trasmissione Sidecar con Vittorio Agnoletto. Presentazione Libro “Riace. Musica per l’Umanità”: evento con Mimmo Lucano a Palazzo Reale di Milano sabato 19 ottobre 2019

RADIO POPOLARE è un’emittente indipendente, imperniata su una cooperativa formata da lavoratori e collaboratori, con la partecipazione di rappresentanti di forze politiche e sindacali che storicamente hanno sostenuto l’esperienza.

La cooperativa è azionista di riferimento della ERREPI SPA. Le azioni della SPA, oltre che dalla cooperativa sono detenute da un vasto numero di ascoltatori e da organizzazioni, società, gruppi di uomini e donne cui è stato proposto di partecipare sostenendo l’ispirazione e i fini perseguiti da Radio Popolare.

https://www.radiopopolare.it/dichiarazione-di-intenti/

 

Raccontare il significato di un Libro collettivo che vuole sostenere il modello virtuoso, pacifico, nonviolento e internazionale di Riace, con il sostegno alla fondazione Riace – E’ stato il vento.

Tutti noi di ICAN – Premio Nobel per la Pace 2017 vogliamo sostenere la Campagna Premio Nobel per la Pace a Riace e a Mimmo Lucano, perchè sia un esempio universale

 

Recensione di Sonia Bellin, giornalista e critica musicale

“Riace. Musica per l’Umanità” con Mimmo Lucano – Recensione di Sonia Bellin

“Mimmo Lucano è prima di tutto, soprattutto un mentsch. E’ un giusto che arriva a sfidare la ‘legalità’ se essa si pone a servizio dell’ingiustizia.” Moni Ovadia

 

Edito da Mimesis, RIACE, MUSICA PER L’UMANITA’ è un saggio che partendo da un caso singolare, tenta di espandersi e di farsi portavoce di un bisogno universale: quello dell’umanità appunto, che non a caso, fa rima con solidarietà, attitudini e atteggiamenti che nella società attuale non trovano il loro habitat naturale, spesso in contraddizione con un’inclinazione di tanti esseri umani che vorrebbero perpetuare sentimenti autentici ed emozioni pure. Tuttavia, per quanti ancora sono disposti ad ascoltare, tali sentimenti e tali emozioni, hanno trovato nell’arte la loro più coerente espressività, dove la musica occupa un posto di rilievo, facendosi portavoce di un’esistenza troppo vincolata al sé, e poco aperta all’interazione. Se il caso singolo di Riace è divenuto esemplare per una pluralità di vicende, questo dimostra quanto la singolarità non deve essere un punto fermo in cui ognuno si focalizza su se stesso: il singolo dovrebbe altresì porsi come punto di partenza per una riflessione che interessi la globalità del sistema e quindi la società nel suo complesso. Ecco il motivo dell’appello alla musica, come forma artistica al servizio dell’umanità: l’accostamento dell’essere umano alla naturalezza della sua identità, ma anche la consapevolezza di ciò che “una musica può fare“ come intonava Max Gazzè diversi anni fa.

Il saggio è stato curato da Laura Tussi e Fabrizio Cracolici presidente Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia), cercando di porre rilievo al Premio Nobel ICAN per la campagna contro le armi nucleari, legando questo alla Campagna Premio Nobel per il sindaco di Riace Domenico Mimmo Lucano.

Scopo principale di questo lavoro di squadra, che ha portato una schiera di intellettuali e artisti a discutere di umanità e di senso del dovere è contrapporre una convivenza pacifica e una presa di coscienza dell’urgenza di questa, al rischio di una piega autoritaria e totalitaria, dove la politica e i governi dei paesi più potenti, impartiscono una cultura  orientata all’individualismo, annullando il senso della pluralità, orientando le nostre menti a dissimulare i sentimenti di legame umanitario. Vi è la necessità insomma, di estinguere concezioni razziste e discriminatorie, avvicinandosi invece ad una lettura integrativa e quindi pacifista, procurando nella gente arricchimenti interiori che nessun cataclisma può neutralizzare, ma che si pongono come ausilio per cercare una soluzione e contemplarla al meglio. Di fatto ci troviamo in un‘ epoca devastata non soltanto da un’emergenza climatica che richiama la sua attenzione su alcuni provvedimenti che i vari paesi dovrebbero assumere: questo è soltanto un aspetto – certo da non sottovalutare- che andrebbe approfondito ricordando che siamo ospiti in questo pianeta e che abbiamo il dovere di proteggerlo, oltre che di prenderci le nostre responsabilità. Ci sono però altri aspetti ancora più urgenti o che, per lo meno, se affrontati andrebbero a risvegliare la sensibilità per risolvere ogni altra questione: trattasi della nonviolenza e di quel senso di giustizia sociale che ne deriva; sembra infatti pura retorica, ma da un banale gesto scaturito dal rancore, possono dispiegarsi sentimenti e comportamenti molto vicini alla violenza, anche solo psicologica,  che pretendono di divenire la nostra arma migliore per essere più forti e meno immuni alle battaglie, quando in realtà, proprio le armi, anche proverbialmente parlando, sono sempre a doppio taglio: pensiamo di avere il coltello dalla parte del manico nel momento in cui possiamo dimostrare la nostra autorità, invece, stiamo solo estromettendo il bene e la pace dal nostro modo di porci verso gli altri. Per quanti non sono più capaci di riconoscere queste pieghe che anche l’essere umano può prendere, per quanti ancora sono presi da un senso di rabbia e di vendetta, di risentimento, c’è chi lotta contro le ingiustizie, chi sta dalla parte dei più deboli, chi prende le difese del più piccolo contro il più grande, spesso a costo della vita; anche questa è giustizia sociale, un’espressione che dovrebbe entrare nella routine del nostro linguaggio, specie in questo momento storico, dove l’unione, come si suol dire, crea la forza. Ecco che anche l’indifferenza, direttamente collegata a tutte queste dinamiche,  si ritorcerebbe contro quanti ne fanno un uso abituale e questioni come l’importanza del disarmo nucleare e il tentativo di evitare une guerra mondiale di entità devastanti, verrebbero prese in esame con la dovuta attenzione.

Ecco quindi l’invito a riflettere su  Riace  e sull’esempio di cittadinanza attiva e globale, che da caso singolo diventa educazione alla cittadinanza attiva, capace di proiettarsi oltre confine, facendosi carico delle sfide che la società attuale ci propone. Non mancano come sempre le contraddizioni e i malintesi di chi, operando per un senso civico e umanitario, viene incriminato di ciò per cui egli stesso vuole abbattere: quello del sindaco di Riace è stato infatti un progetto volto all’integrazione, ma accusato di collaborazioni mafiose:

 

La vicenda di Riace ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica alcuni interrogativi che, in un periodo come quello che stiamo vivendo, non possono più essere ignorati. Le leggi devono sempre essere rispettate, anche quando ingiuste, oppure  la disobbedienza civile può ancora incidere sulla nostra società? Riace e il suo sindaco hanno offerto un modello di convivenza pacifica e plurale, oltre che virtuosa per il territorio.

 

E’ quanto si legge nel retro di copertina del saggio, a dimostrazione di come – contro ogni scetticismo ed ipocrisia- il sindaco Mimmo Lucano sia un vero modello di educazione alla libertà di porre in atto piani di salvaguardia umanitaria, troppo spesso divulgati ma non realizzati. Ecco perché Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, hanno qui voluto raccogliere le testimonianze di figure che si sono contraddistinte per il loro impegno civile (Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto, Alex Zanotelli e altri)  occorre conoscere e capire. Ma come già anticipato dal titolo, il saggio si lega alla musica, una musica che vuole abbattere ogni barriera e prima ancora l’indifferenza di cui abbiamo trattato in precedenza. Arriviamo quindi all’interessante intervista dove protagonisti sono Gianfranco D’Adda (batterista di Franco Battiato) e  il cantautore Renato Franchi: l’impegno musicale, il recupero di valori e la resistenza partigiana, tematiche che i due, collaborando assieme, hanno saputo raccontare senza alcuna pretesa se non quella di sensibilizzare le coscienze, educando all’etica umanitaria. Cultura e tradizione che si fondono dunque con la solidarietà e  l’impegno civile, con una politica lontana dagli interessi di partito, quanto vicina alle persone e al popolo. E proprio l’involuzione del ceto politico, il degrado della classe dirigente, sono il punto di partenza per una domanda, posta ai due musicisti, sulla missione formativa scolastica, oltreché informativa inerente alle attuali emergenze umanitarie e riguardanti la conoscenza della costituzione, un esempio di giustizia sociale e di ottemperanza al senso civico e di convivenza sociale. Nello specifico ci chiede quale strumento sia utile, per i giovani, in modo da far comprendere loro la Storia, ed ecco che appare naturale il riferimento a Franco Battiato e del brano “Povera Patria”, passando nuovamente per la costituzione e al frequente travisarne il testo; una questione che mette in luce ancora una volta le difficoltà non solo di interpretare, ma anche di concretizzare idee guida e soluzioni efficaci. Un’altra chiave di libero accesso a quel disimpegno che sfida di continuo l’indifferenza mettendola talvolta in risalto; a questo proposito, il rimando alla famosa “Eppure soffia “ di Bertoli, canzone come ricordato nel saggio, sempre presente nei concerti di Renato Franchi e compagni, diventa un monito ad osservare la storia dell’uomo e della resistenza partigiana, cogliendo quanto il senso del dovere diviene un diritto di essere, atto a realizzare.  Si comprende quindi quanto il valore della canzone d’autore e sia parte integrante della cultura popolare, un vero e proprio “patrimonio artistico”, riportando le parole di Gianfranco D’Adda , “che passa dalle canzoni dei Gang, di De Gregori, Bubola, Battiato, Fossati e De André, e si sposa con Dylan, i Beatles, Rolling Stones, Cohen, il soul, il blues, ha il profumo di un fiore culturale fuggito dalle serre dello show business del mercato”. Questo- continua  Gianfranco- è per me e per Renato il vero rock d’autore, ovvero la ragione per cui vale la pena, anzi diventa un piacevole dovere, rivendicare il diritto di suonare, per vivere intensamente, come dice la bella canzone di Renato i nostri “Giorni Cantati”.

 

Allegati

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Radio Popolare intervista Laura Tussi

Trasmissione Note dell’Autore: intervista di Radio Popolare

Radio Popolare intervista Laura Tussi

Dal concetto di terrestrità al disarmo nucleare universale per un modello creativo e intelligente come Riace. Musica per l’Umanità
Radio Popolare

Radio popolare intervista Laura Tussi

Radio Popolare intervista Laura Tussi 

Note dell’autore 16/01/2020

A CURA DI:

LA REDAZIONE DI RADIO POPOLARE

LAURA TUSSI – RIACE, MUSICA PER L’UMANITA’ – presentato da VERONICA TETTAMANTI

 

Registrazione della trasmissione radiofonica:

https://www.radiopopolare.it/podcast/note-dellautore-16-01-20/

 

https://podcasts.apple.com/it/podcast/note-dellautore/id1047763495?i=1000462768412

 

Il movimento di Occupy Wall Street si poneva il problema di come superare la disuguaglianza sociale globale. Attualmente in America la deputata ecosocialista Ocasio- Cortez, che militava in Occupy Wall Street, sta rilanciando il Green New Deal, che prevede come punti attuativi politiche di Welfare, di accoglienza, di Green Economy, come modelli di sviluppo internazionale.

Con i movimenti giovanili di Fridays For Future e XR- Extinction Rebellion occorre parlare delle questioni aperte del lavoro verde e dei grandi investimenti per l’occupazione ecologica – che non deve essere a vantaggio dell’energia nucleare come alternativa all’energia fossile – e per il contrasto alla disuguaglianza sociale globale. Inoltre occorre salvaguardare i movimenti ecologisti giovanili dalle lobby del nucleare e evitare che diventino possibilisti filonucleari. L’accoglienza e quindi un modello di cittadinanza attiva un esempio internazionale come Riace rientra nei punti del Green New Deal, che sono l’unica soluzione per contrastare i governi conservatori e parafascisti.

La campagna Premio Nobel per la Pace a Riace ha accolto benissimo l’elezione a Premio Nobel del Premier Etiope che dopo anni di trattative ha posto fine all’annoso conflitto tra Etiopia e Eritrea.  Il Premier Etiope ha fatto piantumare milioni di alberi e ha riforestato intere zone dell’Etiopia contro la carestia e i dissesti climatici, onorando così il Premio alla piccola Greta, per la tutela del clima e a Mimmo Lucano per l’impegno contro la disuguaglianza sociale globale: ambiente e pace sono sempre compresenti.

Inoltre, il Premio Nobel 2019 finalmente svela i tanti problemi connessi ai conflitti del corno d’Africa, sottaciuti e censurati troppo spesso dai mass media e dai mainstream ortodossi e convenzionali, come sostiene convintamente il comboniano padre Alex Zanotelli. Dopo questa premessa, Laura Tussi e Fabrizio Cracolici hanno aperto un discorso inedito appositamente studiato per gli eventi di Milano e Londra, che hanno visto la presenza e la partecipazione di Mimmo Lucano: “Sono Laura Tussi e in collaborazione con Fabrizio Cracolici presidente ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Nova Milanese, un paese alle porte di Milano in Italia, abbiamo scritto il libro “Riace. Musica per l’umanità” con contributi di personalità importanti e grazie a Mimesis Edizioni.

Noi facciamo parte della rete internazionale ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, per il disarmo nucleare universale, organizzata in Italia nell’associazione PeaceLink, Disarmisti Esigenti e altre associazioni, in base all’appello del grande partigiano e deportato francese Stéphane Hessel: “Esigete un disarmo nucleare totale” e “La Nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere”, moniti presenti in alcuni dei suoi bestsellers, che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, ispirando i movimenti degli Indignati e di Occupy Wall Street.

La rete ICAN è stata insignita premio Nobel per la pace 2017 per promuovere il progetto storico del diritto internazionale: l’abolizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari.

Si proietta lungo tutto il XXI secolo la coscienza di appartenere, noi esseri umani, a un’unica universale identità terrestre, dimostrando che ogni parte del nostro mondo, del nostro “villaggio globale” è interdipendente, interrelazionale, intersolidale, ossia interculturale. L’invito del filosofo Edgar Morin a educarci a un’appartenenza terrestre universale e di solidarietà tra i popoli è il punto di partenza per un’ educazione alla cittadinanza globale e allo stesso tempo locale, come il borgo di Riace, che dà vita a una cittadinanza attiva e responsabile e capace di grandi trasformazioni in atto anche a livello mondiale, ossia le cosiddette sfide del Terzo Millennio per il diritto alla pace: la lotta alle povertà, il disarmo nucleare, la tutela del clima e dell’ambiente, per citarne alcune.

La vicenda Riace, quella di un Sindaco che per avere creato progetti concreti di interazione e di lavoro con i migranti e per aver salvato persone, vite umane, è stato messo in croce dalla giustizia come il peggiore dei mafiosi, pone all’attenzione dell’opinione pubblica molti interrogativi su un mondo alla rovescia: un mondo dove chi fa del bene invece di essere aiutato viene arrestato.  Non possiamo più ignorare questi interrogativi nel periodo in cui viviamo. Noi assistiamo al precipitare di ampi settori della popolazione italiana e mondiale sotto l’influenza di ideologie xenofobe e razziste e fasciste, e anche all’esaltazione del cattivismo dilagante, alla riemergenza del qualunquismo antiegualitario contrastanti nettamente con i contenuti della costituzione italiana antifascista. Le leggi devono sempre essere rispettate anche quando sono ingiuste? o la disobbedienza civile e la forza della nonviolenza possono ancora incidere nella nostra società, nel nostro contesto sociale, culturale, politico?  Riace e il sindaco Mimmo Lucano sono un modello di convivenza pacifica, nonviolenta, plurale e virtuosa per il territorio.

Lo documenta Il volume “Riace. Musica per l’Umanità”, Mimesis Edizioni, che raccoglie le considerazioni sul caso Riace di intellettuali che non smettono mai di raccontarci ciò che è stato nella memoria storica della nostra terrestrità, figure che si sono contraddistinte per l’impegno civile, da Moni Ovadia a Vittorio Agnoletto da padre Alex Zanotelli a Renato Franchi da Alfonso Navarra a Alessandro Marescotti, Agnese Ginocchio e propone l’intervista esclusiva al protagonista indiscusso di questa vicenda: Mimmo Lucano.

Il nostro libro Riace, Musica per l’umanità propone un sottotitolo, uno slogan positivo “prima l’umanità, prima le persone” che vuole contrapporre la nuova cultura della pace del XXI secolo al rischio imminente di una deriva parafascista, fascista, autoritaria e sovranista, suprematista e reazionaria dove i parafascisti, fascisti e sovranisti da Trump a Le Pen alla Brexit a Salvini propugnano una subcultura individualistica e i disvalori del “noi” declinati al singolare come “io”, proponendo un singolo negativo, un uomo forte, con la U maiuscola, nelle parafrasi prima gli americani, prima gli italiani, prima i francesi, prima gli inglesi e così via.

Invece nel nostro villaggio globale, nel nostro pluriverso e universo mondo, esiste un’unica razza, quella umana, un’unica famiglia comune, una unica madre: la Madre Terra. Per questo ereditiamo l’adagio del grande pacifista e nonviolento Vittorio Arrigoni, barbaramente assassinato a Gaza da terroristi jihadisti integralisti e estremisti islamici in connivenza con determinati poteri forti: restiamo umani.  Una unica, comune, presente e futura umanità su cui incombono tre minacce ed emergenze globali. L’attività militare che vede la sua massima espressione nella guerra nucleare. Il cambiamento climatico per le eccessive emissioni di gas serra di origine antropica nell’atmosfera e l’ingiustizia sociale e globale dove l’uno per cento della popolazione detiene il restante 99 per cento dei beni comuni dell’umanità.

Come afferma convintamente il comboniano padre Alex Zanotelli è significativo legare il premio Nobel per la Pace a ICAN, la campagna per il disarmo nucleare universale, con la campagna premio Nobel per la Pace a Mimmo Lucano, sindaco di Riace, paese dell’accoglienza. La guerra nucleare porrebbe la parola fine alla storia dell’umanità. Ma anche le politiche antimigranti di Stati Uniti, Europa e Italia porteranno gli essere umani a annientarsi a vicenda. Invece Riace e l’abolizione del nucleare apporterebbero un rifiorire della nostra comune, presente e futura umanità. Le armi nucleari proteggono un sistema mondiale ingiusto dove 3 miliardi di persone vivono con due dollari al giorno e 821 milioni soffrono la fame.

Le migrazioni forzate sono una emergenza e un dramma perché il mondo ricco non vuole accogliere i migranti, dopo aver creato le condizioni, con le guerre, lo sfruttamento, l’oppressione, i disastri ambientali, della loro fuga di massa dai Paesi d’origine, alla ricerca di assistenza, accoglienza, solidarietà nei nostri territori, in modo legale e sicuro. Invece l’Occidente risponde con l’oppressione e una politica di riarmo e una politica guerrafondaia. Le spese militari nel mondo crescono e alimentano miseria e pericoli per l’umanità, come il rischio di un’apocalisse nucleare.

Invece Mimmo Lucano ha accolto a Riace i migranti in modo intelligente e costruttivo  facendo rifiorire un paese semiabbandonato dall’emigrazione consistente dei calabresi locali. Solo accogliendo le vittime del sistema mondiale ingiusto potremmo avere un rifiorire della nostra umanità plurale e interculturale. Per questo ci auguriamo che la campagna premio Nobel a Riace e al sindaco Mimmo Lucano diventi un esempio per tutti. Perché le migrazioni forzate sono certamente un drammatico problema, ma possiamo trasformarle in una vera e autentica e efficace risorsa per salvare tutti noi, una risorsa per salvare l’intera umanità dal tracollo e il nostro pianeta dal collasso”.

Infine, Alessandro Marescotti Presidente della storica associazione ecopacifista PeaceLink, – Telematica per la Pace, coautore, tra gli altri, del libro collettaneo “Riace. Musica per l’Umanità” Mimesis Edizioni, ha inviato, in occasione dell’evento, il seguente messaggio inedito e in esclusiva per ANPI Borgomanero, che è stato letto in pubblico da Laura Tussi: “Cari Amici,  questo evento presenta un libro scritto con passione. Anche io ho voluto sostenere questo slancio, questo entusiasmo e questa voglia di operare per un mondo più libero e più umano. La scrittura è un modo per seguire questo slancio di libertà e di umanità. Laura Tussi e Fabrizio Cracolici hanno scelto di portarvi un messaggio di solidarietà e di speranza, un messaggio dentro un libro, come il classico messaggio dentro una bottiglia. Spetta a voi raccoglierlo. Questo libro conserva intatto il valore che la Costituzione assegna agli uomini e alla loro dignità. Siamo spiritualmente tutti qui a dire no alla barbarie e a ricordare il diritto ad una vita dignitosa.

Ai migranti, nostri fratelli, va riservata questa speranza. La nostra funzione nella società e nella scuola è quella di renderle libere e gioiose. Dobbiamo insegnare la libertà e la gioia. In tutti i modi, con tutti i linguaggi. Ai seminatori di odio razziale risponderemo con i nostri argomenti vincenti: la solidarietà e l’amore. Siate felici perché solo coltivando la felicità, coltiveremo l’idea di un futuro migliore in cui all’uomo un aiuto sarà l’uomo”.

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