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Il maestro Bimbisvegli

Il maestro Bimbisvegli

Un maestro per fare scuola dal basso che fa rima con pace e Nonviolenza.
Intervista a Giampiero Monaca con il progetto Bimbisvegli

Giampiero Monaca, il maestro attivista che si ispira a Montessori, Don Milani, Freinet, Freire e molti altri illustri pedagogisti della storia dell’educazione per condurre e portare avanti un progetto condiviso da genitori e alunni e di impronta pedagogica ed educativa dal titolo Bimbisvegli che purtroppo ha incontrato il lassismo e il menefreghismo di alcune istituzioni.
Ma ne parlerà il maestro Monaca in questa intervista inedita e esclusiva per fare il punto della situazione sul progetto Bimbisvegli.

Un progetto in grado di smuovere in tutti i sensi le coscienze di grandi e piccoli sulla necessità di fare scuola dal basso e con i mezzi a disposizione.
Quando questi mezzi non vengono investiti nella guerra e per le spese militari e l’addestramento militaresco dei più piccoli, come in epoca fascista.
Giampiero, quali motivazioni ti hanno portato a seguire le orme dei grandi della pedagogia? 

Tutto l’avventuroso percorso con le bimbe e i bimbisvegli è nato dalla costante osservazione grata e meravigliata, dei meravigliosi “scatti cognitivi” cui siamo testimoni e in parte artefici insieme alle nostre alunne ed alunni, in classe, quasi quotidianamente. Come maestro ed adulto accompagnatore di questi “cuccioli d’uomo e donna” che crescono, non smetto mai di restare affascinato quando una di loro sviluppa il primo pensiero logico astratto, o uno di loro impara in modo definitivo il valore delle quantità o il senso del tempo. Questo camminare insieme, mi ha portato, sin da subito, a osservare quali e quanto profondi possano essere i pensieri dei bambini su temi sociali o umani, a volte la loro schiettezza disarmata e disarmante ha bisogno solo di piccole rimodulazioni per diventare un progetto o un ideale applicabile alla società, in grado di rendere il mondo un po’ più bello e giusto. Dice spesso Francesco Tonucci “una società a misura di bambino è migliore per tutti”. Ecco Bimbisvegli è quello spazio intellettuale e fisico, emotivo, cooperativo, aperto, nonviolento, solidale in cui i piccoli sono incentivati a progettare azioni per una società migliore per tutti.
Il termine stesso Bimbisvegli racchiude in sé i due pilastri su cui si incardina l’intero intervento educativo.
Bimbi: si sostengono negli alunni tutti i diritti basilari dell’infanzia, tutte le caratteristiche delle tappe evolutive che ognuno di loro attraversa, ponendo in essere attività prevalentemente basate su un approccio empatico, affascinante, coinvolgente, sensoriale.

Ricordandoci del delicato momento evolutivo in cui si trovano i bambini di età 6-11 anni, molte attività saranno introdotte con il gioco: fare tutto con il gioco, ma niente per gioco.

I bambini, piccoli individui in formazione, vengono accolti nel loro bisogno di esprimere la loro fantasia, emotività, corporeità, empatia.

Svegli: si riconosce ai bambini, futuri adulti, cittadini del mondo che sarà, importanza e diritto a osservare il mondo, porsi domande, trovare e proporre soluzioni: esprimersi con la consapevolezza di essere ascoltati.
Per sostenere e favorire questa inclinazione a coinvolgersi per il bene comune e diventare futuri cittadini, solidali, critici e attivi, si coinvolgono i bambini nella maggior parte delle decisioni di classe: si leggono notizie d’attualità, si presentano personaggi del passato e del presente, che con il loro esempio e con il coraggio di scelte coerenti hanno saputo illuminare e rendere il mondo più bello e giusto.
Siamo tutti “nani su spalle di giganti”, i nostri bambini che imparano grazie a noi a guardare un po’ più in là, ma anche noi insegnanti, io per primo non posso che riconoscere con gratitudine che l’esempio e le competenze professionali dei miei genitori (mamma super maestra montessoriana, papà educatore e sociologo) alle esperienze ed all’approfondimento del metodo scout e alle lezioni di pedagogia del professor Remo Fornaca e di psicologia dell’età evolutiva dei professor Rocco Quaglia ed Aldo Bertinetti, hanno rappresentato per me un substrato di metariflessione e di formazione assai fertile.

Bimbisvegli, tra l’altro, è un progetto molto flessibile e può essere praticato in città come in contesto rurale e, praticamente a costo zero, fatto questo non da poco data le ristrettezze dei finanziamenti e la tendenza a sospingere principalmente progetti patrocinati da enti bancari e benefattori che in cambio richiedono, quasi sempre, una qualche complicità con il sistema capitalistico o finanziario.

Bimbisvegli no, è un progetto praticato da persone libere, che mira alla formazione di persone libere, sin da piccoli.

l’Italia spende quotidianamente 98 milioni di euro per sovvenzionare l’intero apparato militare del nostro Paese. Quando ricordo questo dato a scuola, solitamente gli adulti sono increduli, i bambini si indignano fortemente.

Grazie all’esercizio della “matematica con i numeri giusti” è facile impostare problemi che evidenziano quanti serramenti isolanti per le nostre scuole, o quante palestre, o addirittura quante scuole o ospedali in paesi poveri si rinuncia a finanziare. Ogni settimana, sopra le nostre teste passano due caccia militari da addestramento che dall’aeroporto di Cameri vanno a quello di Pisa. Con i bambini e le bambine, ricordiamo che solo di carburante viene bruciato il valore di 80000 dosi di vaccino o di 25 apparecchiature di ventilazione o lo stipendio annuo di 10 infermieri e 5 medici.

 

Il modello scolastico Bimbisvegli può definirsi un progetto disarmista, antimilitarista, nonviolento e per la pace? 

Certamente lo è nel quotidiano, come si può desumere dagli esempi qui sopra, ma anche grazie ad alcuni strumenti specifici come, ad esempio la “linea del tempo dei disobbedienti che han reso il mondo più bello e in ogni aula è presente una linea del tempo sulla quale vengono inseriti personaggi significativi dei quali via via, la classe prende consapevolezza.

Ogni evoluzione, ogni scoperta, sia a livello storico/sociale, che bio/fisiologico avviene per divergenza dalla norma e dalle consuetudine. Il coraggio di cambiare idea, di scegliere la propria strada, di essere originali con l’obiettivo di trovare soluzioni a situazioni di ingiustizia per rendere il mondo migliore e la società più equa, viene presentato grazie a personaggi del passato ed attuali che lo hanno incarnato: da Antigone a Don Milani, da Yehoshua Ben Youssef a Montessori, da Ipazia a Vittorio Arrigoni, da Luther King a Renato Accorinti, da Greta Thunberg a David Grassi, da Falcone e Borsellino a Peppino Impastato. Tutti trovano il proprio posto, sotto forma di figurine disegnate dai bimbi e poste in questa semplice linea del tempo (posta al di sopra della lavagna), via via che se ne parla in classe, diventando una specie di “pantheon laico” che contemporaneamente permette a tutti di avere continuamente un riferimento etico e storico temporale.

In quale personaggio della nonviolenza ti rispecchi maggiormente?

Non oso accostarmi ad uno o una nello specifico, certamente Rosa Parks e Danilo Dolci, Peppino Impastato, Vittorio Arrigoni…come ho scritto nella dedica del film Antigone, girato insieme ai nostri alunni e visibile su youtube, a noi spetta soprattutto trovare il nostro personale equilibrio tra il coraggio di ardere, illuminando la strada agli altri e la forza di sopravvivere per raccontare la storia raccogliendo il testimone. Tra Antigone e tra Peppino e Giovanni Impastato, tra M.L.K e Rosa Parks. Una anticipazione: stiamo sottotitolando il film Antigone in ebraico e palestinese, affiancando i titoli in ogni scena, rendendo simbolicamente possibile la visione del film da una platea mista, in una notte di tregua tra fratelli in guerra. E’ quasi il succo della scuola stessa: imparare la storia passata per riconoscere ed evitare qualche errore futuro.

 

Come trovi la forza di continuare nonostante il menefreghismo e il lassismo delle istituzioni?

“Due strade incontrai nel bosco ed io ho scelto quella meno battuta, questo ha fatto tutta la differenza” sarò idealista, ma quando ho ascoltato questi versi di Frost da Robin Williams in “L’attimo fuggente” mi è cambiata profondamente la vita, ed ancora oggi, in tutta questa vicenda di confronto con le scelte di colei che percepisce lo stipendio da dirigente della mia scuola, mi sono reso conto che da sempre ogni mia scelta personale e professionale è sempre stata in qualche modo diretta verso strade alternative, forse per spirito di esplorazione o per creatività, senza giudizio per chi sceglie altri percorsi, sono fatto così.
In un futuro prossimo potremo attivare una innovativa collaborazione che sposa le nostre cause comuni tramite le presentazioni dei libri che trattano di Resistenza e Nonviolenza creativa, dal Premio Nobel per la pace per il disarmo nucleare universale con note di Resistenza tra Memoria e futuro per una nuova umanità?

Speriamo davvero, il mondo ha sempre bisogno di costruttori di pace, lo dimostrano, se mai ci fosse stato bisogno di una conferma, gli eventi di crisi internazionale. La pace vera, basata su libertà e giustizia, deve essere sperimentata vissuta, introiettata, con occhi aperti come bimbe e bimbisvegli, che imparano sin da piccoli come funziona il mondo ed imparano per essere cittadini critici ed affidabili, persone felici e solidali, impegnate a rendere il mondo un po’ più bello e giusto.

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Educazione e Ambiente 

Esperienze didattiche

Educazione e Ambiente

L’amore e l’interesse per la natura sono stati la forza motrice del progetto “Educazione e ambiente”, un viaggio nel quale i miei colleghi e io ci siamo confrontati all’unisono. È servito a stimolare numerose discussioni pedagogiche e ha incoraggiato l’applicazione di diverse teorie educative.

Progetto "Educazione e Ambiente". Natura Morta Autore: Laura Tussi Copyright © Laura Tussi Licenza: Creative Commons - Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0

Il mio amore per la natura e l’interesse verso l’educazione all’ambiente sono stati la forza motrice che mi ha motivata nell’impegnarmi a preparare un progetto sull’educazione ambientale.

All’inizio del mio percorso da insegnante, presso l’Istituto Comprensivo Prati – Rodari di Desio (Monza e Brianza), sapevo poco in cosa consistesse un progetto di questo tipo ed ero preoccupata che avrebbe potuto interferire con il mio programma scolastico. Essendo il mio primo anno da insegnante, l’idea mi suonava audace eppure ho deciso di lanciarmi.

Il cambiamento climatico era già sulla bocca di tutti, ma non molti studenti avevano avuto l’opportunità di riflettervi. Quindi sapevo fin dall’inizio che questo sarebbe stato un argomento del tutto nuovo per la maggior parte di loro.

Uno dei principali scopi del progetto era di creare consapevolezza sulla crisi ecologica che il mondo intero sta affrontando, il riscaldamento globale e le conseguenze ambientali sociali.

Ero consapevole che molti ragazzi erano ignari dei danni che gli abitanti del mondo sviluppato stanno causando attraverso le loro abitudini quotidiane. Ho pensato di utilizzare i vari mezzi di comunicazione per introdurre loro il concetto di riscaldamento globale.

Quando ho iniziato a raccogliere informazioni, mi sono resa conto di quanto poco fossi consapevole io stessa dell’argomento. Più indagavo, più prendevo coscienza della vastità della materia in questione della preparazione che il progetto richiedeva per essere organizzato adeguatamente.Il Mer de Glace, sul versante settentrionale del Monte Bianco, è il più grande ghiacciaio francese e si sta ritirando rapidamente, come molti altri nelle Alpi

Con il riscaldamento globale sullo sfondo, abbiamo studiato il concetto di disgelo e solidificazione, abbiamo girato attorno al globo ed esplorato i vari continenti, il Polo Nord e il Polo Sud, solcato gli oceani e conosciuto le differenti nazioni e culture. Queste sono state tutte lezioni interessanti che gli studenti hanno adorato, dato che esse implicavano anche lo svolgimento di diverse attività manuali. Attraverso questo processo, i ragazzi sono stati incoraggiati ad andare oltre la mentalità della piccola cittadina e di considerarsi come cittadini globali. I ragazzi hanno anche sviluppato un’ampia visione dell’ambiente. Non disegnano più soltanto il giardino della scuola e gli alberi circostanti, il parco giochi del loro paese, quando viene chiesto loro qualcosa sull’ambiente, ma accennano anche ad animali selvaggi, montagne, laghi, foreste, deserti e ogni sorta di animali e piante selvatiche che fanno parte dell’ambiente immediatamente loro circostante.

 

Il progetto 

Naturalmente, il principale obiettivo del progetto non si limitava alla conoscenza della catastrofica situazione del pianeta. L’idea del progetto è di sviluppare tra gli studenti una consapevolezza dell’essere cittadini responsabili di un mondo globalizzato e di prenderne i relativi provvedimenti, cosa che abbiamo fatto. Fin dall’inizio, in modo da massimizzare l’efficacia del progetto, la classe è stata d’accordo sul fatto che ogni ragazzo avrebbe riportato all’esterno dell’aula le conoscenze discusse in classe in modo da creare maggior consapevolezza della cittadinanza e magari oltre. Dopo alcune lezioni, gli studenti si sono sentiti sempre più coinvolti nelle attività e vogliosi di iniziare a diffondere informazioni, aumentare la consapevolezza tra i loro genitori, nonni, parenti e amici. Un altro passo cruciale è stato mosso nel dare un buon esempio di come applicare i principi dell’educazione ambientale in classe. Abbiamo iniziato a mettere in pratica lo slogan “riduci-riusa-ricicla”.

Gli studenti hanno cominciato a utilizzare in maniera più accorta i propri quaderni sprecando meno carta, a raccogliere materiali che avrebbero potuto essere utili in classe e a differenziare i rifiuti. Anche l’idea di suscitare maggiore consapevolezza tra le famiglie degli studenti ha dimostrato di essere efficace.

Entro un periodo di tempo veramente breve i ragazzi sono venuti a scuola vantandosi delle buone pratiche che le loro famiglie avevano adottato, come la differenziazione dei rifiuti, il risparmio della corrente elettrica, un uso più limitato delle auto nei tragitti brevi.

Sono sicura che questo progetto ha lasciato un segno nella mente di ogni ragazzo. A un certo punto, un cambiamento nelle loro abitudini è diventato piuttosto evidente. Era chiaro che non si sentivano responsabili solo per quello che stava accadendo nel loro ambiente circostante, ma anche per quanto stava succedendo negli altri paesi, anche se questi erano distanti vari chilometri.

Hanno imparato che gli orsi polari, le rondini artiche, i pinguini stavano cadendo vittime dello stile di vita che gli esseri umani avevano adottato nel mondo sviluppato.

Hanno imparato che il nostro eccessivo uso di carburanti fossili è la causa principale dei drastici cambiamenti climatici da cui derivano le ondate di caldo, le inondazioni, il prosciugamento del letto dei fiumi e gli uragani.

Hanno compreso che il cambiamento climatico potrebbe causare ulteriori disastri naturali, maggiore siccità e carestie e condizioni metereologiche estreme. Ad esempio un innalzamento dei livelli del mare ha già comportato lo sprofondamento di magnifiche terre abitabili.

 

A posteriori 

Col senno di poi, si può dire che il progetto avrebbe potuto svolgersi più lentamente, sviluppandosi in un periodo di tempo più lungo. Mi è parso che a un certo punto gli studenti siano stati sovraccaricati dell’ammontare di informazioni che il tema del cambiamento climatico comporta. Il tema è vasto e anche se abbiamo sfiorato solo la punta dell’iceberg, siamo stati portati a trattare molti argomenti diversi in modo da consentire di iniziare a mettere insieme i pezzi del mosaico. Alcuni studenti si sono impegnati particolarmente per poter elaborare le informazioni e i numerosi nuovi concetti loro presentati durante il periodo di tempo assegnato.

Il progetto “Educazione e ambiente” è stato un viaggio nel quale i miei colleghi e io ci siamo confrontati all’unisono. È servito a stimolare numerose discussioni pedagogiche e ha incoraggiato l’applicazione di diverse teorie educative.

Ci siamo consultati spesso gli uni con gli altri, condiviso i nostri pensieri e idee per migliorare la nostra pianificazione curricolare e le tecniche didattiche. Questo senso di collegialità non ha solo rafforzato le nostre relazioni professionali, ma ci ha anche aiutati ad apprezzare le strategie messe in campo dagli uni e dagli altri. Un ulteriore valore aggiunto è consistito nel fatto che il mio stesso entusiasmo è stato percepito e apprezzato dai ragazzi, contribuendo ad aumentare la loro stima nei miei confronti. Sono felice di affermare che il progetto è stato piacevolmente produttivo. Ha dato prova di essere un’esperienza positiva non solo per i giovani partecipanti, ma anche per me in quanto insegnante alle prime armi. Mi ha aiutata a comprendere quanto certi sforzi portino un respiro d’aria nuova in classe, e allo stesso tempo preservino in noi educatori l’entusiasmo, rendendo inoltre l’intera scuola orgogliosa degli obiettivi raggiunti lungo tutto il percorso e il processo.

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I perchè del Progetto “Per non dimenticare”

Testimoni dai Lager

I perchè del Progetto “Per non dimenticare”

Perché da anni promuoviamo e sosteniamo il progetto Per non dimenticare delle città di Nova Milanese e Bolzano

Laura Tussi

Laura Tussi (e Fabrizio Cracolici, Rete ICAN Premio Nobel per la Pace)

Progetto "Per non dimenticare"

Un percorso iniziato nel 2012 quando la consapevolezza dell’esigenza di dare voce a testimoni che hanno vissuto l’orrore della deportazione nei lager nazifascisti è diventato per noi motivo fondamentale e valoriale.Come prima cosa abbiamo creato un canale video dove sono raccolte le testimonianze a sostegno di questo progetto di personaggi della cultura della politica e dello spettacolo a livello internazionale.

Oltre 400 incontri pubblici in Italia e all’estero completamente autofinanziati per promuovere il progetto.

La ricostruzione dei percorsi e dei materiali sui deportati ha visto, con grande consapevolezza e onore, impiegare migliaia di ore della nostra vita che oggi ha un senso profondo e vivo.

Siamo entrati in scuole e luoghi istituzionali realizzando corsi di formazione con docenti di ogni ordine e grado di scuola, dalle primarie all’università.

Con le amministrazioni di Nova Milanese e Bolzano in questi anni si è creata un’ottima collaborazione e abbiamo avuto la possibilità di implementare con nuove interviste (con la ricerca in istituti storici e la consultazione di centinaia di libri) il sito istituzionale www.lageredeportazione.org con questo canale contenente le nuove testimonianze del Progetto “Per non dimenticare” e del sito istituzionale della città di Nova Milanese.

Perché questo lavoro di ricerca e impegno di valorizzazione dell’esistenza della deportazione nazifascista diventi testata d’angolo di una più complessiva opera di restituzione e chiarificazione: noi continueremo sempre ad “IMPEGNARCI”, perché tutto questo purtroppo è stato e mai più possa accadere.

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