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Il Manifesto – Lettera a Virginio Bettini. A un anno dalla sua scomparsa

Sul quotidiano comunista Il Manifesto:

Il Manifesto – Lettera a Virginio Bettini. A un anno dalla sua scomparsa

Lettera a Virginio Bettini pubblicata sul quotidiano comunista Il Manifesto in data 22 Settembre 2021. Virginio Bettini sempre contro il nucleare civile e militare: una vita di studio e attivismo
Virginio Bettini sempre contro il nucleare civile e militare: una vita di studio e attivismo
In Memoria di Virginio Bettini

Lettera a Virginio Bettini. A un anno dalla sua scomparsa

È occorso parecchio tempo per preparare il tuo libro postumo perché come tu ci hai chiesto, necessitava dei contributi di due tuoi cari compagni. Il primo contributo di Maurizio Acerbo e il secondo di Paolo Ferrero

Virginio Bettini sempre contro il nucleare civile e militare: una vita di studio e attivismo

Lettera a Virginio Bettini. A un anno dalla sua scomparsa

In Memoria di Virginio Bettini

A un anno dalla sua scomparsa

 

Caro Virginio,

eccoci qui un anno dopo la tua scomparsa, un anno trascorso all’insegna dell’impegno ecologico e di lotte di resistenza proprio come tu ci hai sempre spronato a fare, anche con i libri che abbiamo scritto assieme.

Un anno impegnativo che senza la tua presenza si è dimostrato difficile e non senza problemi da affrontare e superare.

Tu, Virginio, pioniere dell’ecologia italiana insieme a Giorgio Nebbia che definivi il tuo “grande compagno di viaggio”.

Nel 1970 eri negli USA con Barry Commoner di cui hai tradotto in italiano il fondamentale libro “Il cerchio da chiudere” e con lui hai pubblicato a doppia firma “Ecologia e lotte sociali” nel 1976. Insieme a Commoner in Vietnam per denunciare i disastri causati dalla guerra chimica USA. Ti sei sempre definito “commoneriano”.

La tua è stata una vita di studio, ricerca e attivismo.

Dal 1971 al 2012 hai insegnato all’Università di Architettura di Venezia (IUAV), ecologia, analisi e valutazione ambientale ed ecologia del paesaggio. Autore di libri, ricerche e articoli che hanno dato un contributo essenziale all’ambientalismo critico nel nostro paese. E hai messo il tuo sapere al servizio dei movimenti e delle comunità, da Seveso, alla mobilitazione antinucleare, al no tav.

Sei stato anche parlamentare europeo verde nel 1989. Più tardi ti sei avvicinato a Rifondazione Comunista e come candidato nel 2001 e hai partecipato al Forum Ambientalista condividendo la necessità di un approccio rossoverde anticapitalista…

Quando ripensiamo all’ultimo giorno trascorso assieme alla panetteria occupata di Milano per discutere e organizzare azioni future contro il nucleare civile e militare, ci si stringe il cuore.

Ma noi andiamo avanti, non ci arrestiamo, continuiamo a fare tutto quello che ci hai insegnato, cioè lottiamo per un mondo migliore anche scrivendo e presentando i nostri libri scritti con la tua collaborazione.

Durante il primo lockdown, abbiamo avuto modo e piacere nell’aiutarti a scrivere il tuo ultimo libro di ecologia, ecologia alla tua maniera e cioè militante. Perchè tu sei un militante dell’esistenza.

L’ultima cosa che ci hai chiesto è stata di pubblicare assolutamente questo libro è ci hai chiesto di portarlo ovunque venga richiesta testimonianza e in particolare di diffonderlo tra i giovani.

Eccoci caro Virginio, il libro è in dirittura d’arrivo.

È occorso parecchio tempo per preparare il libro perché come tu ci hai chiesto, necessitava dei contributi di due tuoi cari compagni, che sono in seguito arrivati.

Il primo contributo di Maurizio Acerbo e il secondo di Paolo Ferrero.

Con Fabrizio Cracolici, ho scritto la prefazione che tanto ti è piaciuta e Alfonso Navarra, storico ecopacifista, la postfazione.

Anche a Venezia e in Sardegna hanno organizzato iniziative per ricordarti e per commemorare tutto il tuo portato culturale e valoriale sull’ideale assoluto della tutela dell’ambiente e per salvare questo nostro pianeta al collasso e la nostra umanità al tracollo dalle insidie del nucleare civile e quindi anche militare.

La tua, una costante voce fuori dal coro per la salvaguardia ecosistemica e quindi per la Pace di questa nostra martoriata madre terra.

Arrivederci caro Virginio. Ti ritroveremo sempre in quell’immenso patrimonio culturale e ideale che ci hai lasciato e lo porteremo avanti come giusta causa di lotta e militanza ecopacifista.

I tuoi amici e compagni

Laura e Fabrizio

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Pace, nonviolenza, pacifismo, ambiente su Tempi di Fraternità

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Un particolare riguardo al nucleare, alla luce dell’entrata in vigore del trattato ONU di proibizione delle armi nucleari e ampio spazio dedicato all’educazione alla pace, alla nonviolenza, al pacifismo e altro ancora

Tempi di Fraternità: Pace per l'umanità

Sul sito di Tempi di Fraternità

Sul sito della rivista Tempi di Fraternità, nella sezione “Pace per l’umanità”, curata dalla nostra collaboratrice Laura Tussi, si possono trovare articoli riguardanti argomenti che sono legati al grande tema della pace oltre ad affrontare la questione degli armamenti, con particolare riguardo al nucleare, alla luce dell’entrata in vigore del trattato ONU di proibizione delle armi nucleari. Inoltre ampio spazio viene dedicato all’educazione alla pace, alla nonviolenza e al pacifismo, in tutti i possibili ambiti di intervento dalla scuola ai settori associativi territoriali.

I temi ambientali sono affrontati con particolare attenzione e compaiono inoltre numerose e interessanti interviste. Insomma, consultare i seguenti link può essere una interessante scoperta.

Buona lettura ! 

 

PACE per l’umanità

Campagna Guantanamo [31 Agosto 2021]

Firma anche tu la lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi. L’Italia chieda agli Stati Uniti la chiusura della prigione americana di Guantanamo dove si torturano i prigionieri e dove vengono violati sistematicamente i diritti umani. La tua firma apparirà pubblicamente sul sito web di PeaceLink sotto la lettera a Draghi

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Giustizia climatica [31 Agosto 2021]

Casacomune propone la seconda edizione di una formazione per insegnanti ed educatori su cambiamenti climatici, biodiversità, conflitti ambientali. Il titolo del corso è “La scuola per il futuro”. Qui si riportano le slides di Alessandro Marescotti sulla giustizia climatica

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Proprio nel poter confrontare le innumerevoli soluzioni grafiche proposte nei vari dossier che trattano di conflitti e pace e guerre nel mondo è facile osservare subito alcuni fattori dominanti come il ricorso massiccio a simboli universalmente riconosciuti

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Una sentita riflessione va alle vicende attuali che si svolgono in Afghanistan e al dramma di un popolo perennemente occupato dagli Stati Uniti e da altri invasori e che lotta per l’emancipazione, l’indipendenza e l’autodeterminazione

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No euromissili Si ospedali – 7 aprile 2021 [05 Aprile 2021]

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Evento Libreria Il Mosaico – La violenza non è il mio destino [23 Marzo 2021]

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Libro “E anche questa è la mia vita” [03 Febbraio 2021]

Libro di Rita Trinchieri. Recensione di Laura Tussi. Hatria Edizioni

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Vir come volevi che ti chiamassimo noi. Quanti insegnamenti e quanta voglia di lottare per un mondo migliore ci hai trasmesso. Cittadino del mondo, ci lasci per l’ultimo viaggio al rientro nella tua città natìa

Il sale e gli alberi: recensione [06 Gennaio 2021]

Basaglia, l’antipsichiatria, la chiusura dell’ospedale psichiatrico di Imola negli anni Ottanta. Di questo, e di molto altro, tratta “Il sale e gli alberi” di Ernesto Venturini: una piccola storia nella grande storia del processo di liberazione dell’essere umano, tra successi e contraddizioni.

Storia di una bambina farfalla di Gaza: recensione [03 Gennaio 2021]

I bambini ci insegnano a volare! Recensione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici. Libro a cura di Gianna Pasini, con illustrazioni di Fogliazza e postfazione di Wasim Dahmash. Edito da Edizioni Q

PeaceLink e Unimondo – Intervista a Vittorio Agnoletto [30 Dicembre 2020]

Intervista a Vittorio Agnoletto sul suo ultimo Libro “Senza Respiro” con prefazione dell’ex Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Intervista di Laura Tussi a Vittorio Agnoletto. Video di Fabrizio Cracolici.

La scuola come spazio di dialogo [30 Dicembre 2020]

Un viaggio di speranza nella scuola del dialogo con Odissea, blog di Angelo Gaccione, compagno di Carlo Cassola nell’attivismo pacifista

Riflessioni di un obiettore di coscienza e di una attivista [22 Dicembre 2020]

Dalla Seconda Guerra Mondiale, al processo di Norimberga, dai movimenti per la nonviolenza e il disarmo, fino a arrivare alle Università per la Pace

Collegare culture [19 Dicembre 2020]

Garantire una dimensione globale all’educazione alla cittadinanza: un approccio cooperativo all’apprendimento degli studenti all’interno di Agenda ONU 2030

L’orto a scuola [19 Dicembre 2020]

Gli studenti imparano a scuola a salvare il pianeta. Il parco ludico e pedagogico e l’orto biologico e didattico a scuola con Agenda ONU 2030

Educazione e Ambiente [10 Dicembre 2020]

L’amore e l’interesse per la natura sono stati la forza motrice del progetto “Educazione e ambiente”, un viaggio nel quale i miei colleghi e io ci siamo confrontati all’unisono. È servito a stimolare numerose discussioni pedagogiche e ha incoraggiato l’applicazione di diverse teorie educative.

L’Agenda delle idee [10 Dicembre 2020]

Progetti di sviluppo dell’educazione all’attivismo partecipativo in base agli obiettivi di Agenda Onu 2030

Teoremi di Pace [04 Dicembre 2020]

Con i miei scritti, imparo la relazione nell’azione educativa e di attivismo e di impegno civile, in rapporto con l’altro da me

EquAgenda per la Pace e la Solidarietà [30 Novembre 2020]

Una produzione dell’associazione Ita-Nica e della cooperativa EquAzione della Comunità di base “le Piagge”

Intervista a Vittorio Agnoletto: la democrazia necessita di umanità [27 Novembre 2020]

Intervista a Vittorio Agnoletto sul suo ultimo Libro “Senza Respiro” con prefazione del Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Intervista di Laura Tussi a Vittorio Agnoletto. Video di Fabrizio Cracolici

Tempi di fraternità: pace per l’umanità [25 Novembre 2020]

Un innovativo spazio di accoglienza all’interno del sito della rivista Tempi di Fraternità dal titolo emblematico Pace per l’umanità

“Conosci il tuo patrimonio religioso” – Progetto Unesco [24 Novembre 2020]

Progetto di Nadia Scardeoni che ha la Mission di avvicinare le giovani generazioni all’arte sacra e liturgica delle confessioni religiose presenti nel territorio, di educare nelle classi multiculturali e tracciare sentieri di condivisione pacifica, favorendo incontri rispettosi tra diverse culture.Laura TUSSI è partner culturale del programma: https://apdvision.blogspot.com/2020/11/tussi.html

Esperienze di attivismo: dialoghi con Laura Tussi [15 Novembre 2020]

Lavorare in rete, tessere complicità e punti di forza con tutti i compagni di viaggio in cammino verso la pace e la nonviolenza

Arrivederci Piergiorgio! Arrivederci Direttore! [11 Novembre 2020]

Viviamo un misto di dolore per la tua improvvisa partenza e di gratitudine per aver camminato insieme per tanti anni godendo della tua amicizia, competenza e insaziabile amore per la vita. Siamo vicini alla tua famiglia, ai tanti che ti hanno voluto bene.

BookCity 2020 – La cultura salverà il mondo [09 Novembre 2020]

L’edizione BookCity 2020 vedrà, tra gli altri, come ospiti, Vittorio Agnoletto, Fabrizio Cracolici, Alfonso Navarra, Laura Tussi, con Musica di Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones

Cittadinanza globale a partire da Taranto [29 Ottobre 2020]

A Cortona nel 2008 l’esperienza fondante di un summit sulla cittadinanza attiva e globale

Gianni Rodari a cento anni dalla nascita [29 Ottobre 2020]

Nella biografia di Rodari, emerge l’amore per la vita, diventando prima insegnante e poi giornalista e ponendosi sempre in una posizione di anticonformismo nei confronti della realtà. Infatti metteva in ridicolo il militarismo con garbo e fantasia

Educazione e relazioni di potere [29 Ottobre 2020]

Le relazioni di potere compongono una trama plurale, diffusa, trasversale a tutte le relazioni umane e sono direttamente collegate alle possibilità di costruirci in soggetti sociali e storici in trasformazione

Il Trattato di Proibizione delle armi nucleari è in vigore ! [29 Ottobre 2020]

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L’etica dà sostegno a quell’impulso di trasformazione proprio della permanente ricerca del senso della vita

Intervista a Fiorella Gazzetta, medico in soccorso degli ultimi [29 Ottobre 2020]

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Un nuovo modello di sviluppo che a partire dall’educazione alla pace, da fattori locali, nazionali, internazionali, planetari, abbia come punto di riferimento le persone, gli ideali, i bisogni, i loro sogni, le speranze, i loro diritti

Nonviolenza: la forza della verità [19 Ottobre 2020]

Dal principio del dire la verità ai potenti alla legge dell’amore

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I giovani e la piena consapevolezza delle sfide del terzo millennio dalla diseguaglianza globale, ai dissesti climatici, alla potenziale, ma quanto mai imminente e irreversibile, guerra nucleare

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“O si entra in questa dimensione di voler pensare agli altri e ciascuno di noi entra in questa prospettiva anche di globalizzazione della solidarietà con gli altri, o non riusciremo a salvarci tutti assieme, in questo dovremmo imparare anche dall’Africa”.

E’ morto Virginio Bettini [22 Settembre 2020]

Ha collaborato con Barry Commoner e con lui pubblicò a doppia firma “Ecologia e lotte sociali” nel 1976. Insieme andarono in Vietnam per denunciare i disastri causati dalla diossina lanciata dagli USA nella guerra chimica. E’ stato europarlamentare verde.

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“Sono arrivata ad un punto in cui non riuscivo più a stare zitta. Continuavo a pensarci e mi sono detta bisogna cogliere l’opportunità di cambiare qualcosa. Così ho cominciato a studiare, a leggere e informarmi, ad usare i social per comunicare, per far capire e informare le persone

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Educare a una cittadinanza globale nella scuola [04 Settembre 2020]

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Amore & Resistenza [29 Agosto 2020]

Piccola recensione ritmica di Renato Franchi & Gianfranco D’Adda, Musicisti, per il Libro “David Maria Turoldo. Il Resistente” di Guerino Dalola, con prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Per un’educazione trasformatrice [29 Agosto 2020]

Per formare le nuove generazioni alla cittadinanza attiva e globale e planetaria è necessaria la formazione di educatori che siano animati non da una cultura della trincea e dell’arroccamento, ma da una cultura degli avamposti e dunque del rischio, del cambiamento e della trasformazione.

La scuola al centro del cambiamento [22 Agosto 2020]

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“L’onda nera nel Lambro” [17 Agosto 2020]

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NO arsenali SI ospedali: l’iniziativa che vuole incidere sulla legge di bilancio [24 Luglio 2020]

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L’attivismo per la Palestina [03 Giugno 2020]

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Intervista a Moni Ovadia di Laura Tussi su Invicta Palestina

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In momenti cupi come quello del periodo nazifascista, molti giovani hanno sacrificato la propria vita per il raggiungimento della Pace e della Libertà, per porre fine a una feroce guerra. Vogliamo mantenere viva la Memoria.

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Il principio speranza di Ernst Bloch e il principio responsabilità di Hans Jonas sono importanti moniti per la pace. La biblioteca civica popolare di Nova Milanese e l’archivio storico della città di Bolzano hanno raccolto più di 200 videotestimonianze

Agenda Onu 2030: ripartiamo dalla pace [16 Maggio 2020]

L’essere umano dovrebbe praticare il senso e il sentire di un comune rispetto per ogni forma di vita sul pianeta e di tutela di tutti gli ecosistemi terrestri

Agenda ONU 2030: la pace vive! [13 Maggio 2020]

Pedagogia della pace, didattica della storia, narrativa della memoria, ecodidattica sono locuzioni di senso e significato che implicano un interesse nei confronti della storia passata, della tutela dei grandi beni comuni della pace, della memoria e dell’ambiente

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Intervista: la necessità di consumare meno

Esperienza didattica raccontata da una collega dell’Istituto Gramsci di Prato in Toscana

Intervista: la necessità di consumare meno

In questa dimensione, realmente interculturale, da anni si realizzano progetti anche di vasta portata che hanno come obiettivo l’educazione per la cittadinanza attiva e globale e per l’ambiente

Consumare meno

Esperienza didattica raccontata da una collega dell’Istituto Gramsci di Prato in Toscana

 

Sono rimasta molto entusiasta e colpita da un’esperienza didattica raccolta e che mi è stata raccontata da una collega di un istituto tecnico, l’Istituto Gramsci di Prato in Toscana.

Questa collega mi ha raccontato che il progetto a cui lei ha partecipato è stato realizzato in un istituto di istruzione superiore di Prato che comprende due indirizzi di studio tecnici e scientifici.

 

Marina, in quale contesto sociale e culturale si è svolto il progetto didattico sul consumo critico e la cittadinanza attiva e globale?

 

Prato è un capoluogo di provincia di antica tradizione artigianale industriale, incentrata principalmente sul settore tessile, attualmente in grave crisi a causa della concorrenza cinese che in quest’area ha stabilito una comunità tra le più numerose in Italia.

Nella scuola della collega la presenza degli alunni stranieri è molto elevata, in continua crescita e si concentra soprattutto nell’indirizzo commerciale, preferito soprattutto gli studenti cinesi.

In questa dimensione, realmente interculturale, da anni si realizzano progetti anche di vasta portata che hanno come obiettivo l’educazione per la cittadinanza attiva e globale nella coscienza che agli studenti debbano essere forniti strumenti di comprensione della crescente complessità di relazioni esistenti tra culture e sistemi economici delle diverse comunità sociali.

 

Il progetto di cui mi hai riferito e raccontato è finanziato con fondi destinati a progetti di educazione ambientale in seguito alla partecipazione a un bando di concorso provinciale. Quale è la sua motivazione?

 

Lo scopo dell’azione educativa è quella di promuovere percorsi di educazione alla cittadinanza attiva e consapevole, affrontando i temi dell’utilizzo razionale ed ecocompatibile delle risorse ambientali ed energetiche, con la prospettiva di stimolare la riflessione sui comportamenti di consumo individuali e di modificare le caratteristiche verso una maggiore sostenibilità ambientale.

 

Quali sono le metodologie applicate?

 

L’aspetto metodologico peculiare è stato lo spazio dedicato all’osservazione e al monitoraggio dei comportamenti personali e familiari, per consentire agli studenti di misurare il proprio impatto ambientale, diventando consapevoli dell’importanza dei comportamenti individuali e collettivi nella creazione e nella risoluzione dei problemi trattati.

Il progetto ha coinvolto le classi dell’indirizzo geometri in percorsi differenziati che avevano come denominatore comune le relazioni tra consumi di risorse e cambiamenti climatici.

 

Come è stato suddiviso il progetto per classi?

 

Alcune classi hanno affrontato il tema dei rifiuti, altre hanno affrontato il tema delle risorse idriche.

In seguito, un percorso incentrato principalmente sulle risorse energetiche in cui ancora hanno approfondito, dal punto di vista progettuale e impiantistico, le tematiche relative al risparmio energetico degli edifici residenziali e tutti i percorsi sono stati integrati con visite guidate a impianti di interesse specifico e esposizioni e manifestazioni sui temi affrontati.

 

Avete in proposito organizzato un viaggio di istruzione a Friburgo.

Tra questi temi, nell’ambito del viaggio di istruzione annuale delle classi, si fa riferimento in particolare al quartiere di Vauban di Friburgo in Brisgovia Germania, uno dei primi e meglio conosciuti esempi di progettazione ecosostenibile. Il percorso più complesso e interessante dal punto di vista metodologico per le osservazioni che hanno tratto gli studenti è stato senz’altro quello relativo i consumi. In una prima fase sono stati analizzate relazioni esistenti tra i consumi energetici mondiali, il problema del riscaldamento globale, poi sono state analizzate le relazioni tra stili di vita delle comunità e i consumi energetici. In seguito sono state individuate interconnessioni tra consumi di energia e consumi di risorse complessive: gli studenti hanno analizzato i propri stili di consumo calcolando, con una metodologia abbastanza complessa, la quantità di gas serra prodotta da ciascuno in ambito familiare attraverso l’uso di combustibili per trasporto, riscaldamento e la propria impronta ecologica.

Poi sono stati elaborati i dati raccolti e confrontati con la media locale e con quella nazionale che a loro volta sono stati confrontati con i dati internazionali.

 

Sono state approntate ricerche bibliografiche e è stato realizzato un lavoro multimediale.

 

Nella fase successiva, dopo aver preso atto grazie all’indagine precedente dei comportamenti che determinano il maggior spreco di risorse, sono stati individuati quelli che consentono di ridurre i consumi attraverso ricerche bibliografiche in rete.

Infine due classi coinvolte hanno prodotto un lavoro multimediale che illustra l’esperienza.

Dal punto di vista strettamente operativo, il progetto è stato portato a termine con modalità e tempi previsti.

 

Avete potuto fruire della visione del film di Al Gore “Una scomoda verità”. Quali risultati avete ottenuto?

 

L’aspetto più critico dell’azione educativa ha riguardato le modalità con cui è stato affrontato il problema dei cambiamenti climatici.

L’avvio vero e proprio del progetto è coinciso per tutte le classi con la proiezione del film “Una scomoda verità” di Al Gore che, sebbene preceduta da un adeguato lavoro di preparazione, ha provocato forti reazioni emotive anche di disdegno e di segno opposto. Alcuni hanno avuto una reazione di rifiuto totale del film. La maggioranza dei ragazzi ha dichiarato di essere rimasta molto colpita dal contenuto del documentario, ma l’effetto psicologico è stato, per molti, quello di sentirsi minacciati da un problema fuori dalla loro possibilità di controllo e pertanto semplicemente angoscioso. Una minoranza relativa ha reagito domandandosi positivamente quali azioni intraprendere per contrastare un problema di così vasta portata.

L’analisi del proprio impatto ambientale ha convinto i ragazzi del fatto che le soluzioni per ridurre lo spreco di risorse e risparmiare energia comportano una revisione profonda degli stili di consumo e di vita, ovviamente poco entusiasmante per una generazione cresciuta con i modelli televisivi e poco abituata alla sobrietà. Questo risultato in buona parte inaspettato ha portato a riflettere molto sull’importanza pedagogica del progetto.

 

E’ importante la dimensione pedagogica e emotiva del progetto?

 

Come accade a molti docenti di discipline tecniche soprattutto delle scuole superiori, nel corso degli anni sviluppano una metodologia di approccio alle materie che cerca di facilitare la comprensione dei contenuti specifici e rendere le lezioni interessanti, ma ci si preoccupa poco della dimensione emotiva degli studenti che sta al di fuori della relazione docente e classe.

E’ iniziato in seguito un momento sufficientemente ampio di libera riflessione che consente ai ragazzi di esprimere le proprie perplessità e angosce rispetto ai problemi trattati.

Inoltre con la visita al quartiere Vauban di Friburgo non sono mancanti robusti elementi di rinforzo che hanno fatto comprendere gli aspetti positivi e immediatamente fruibili di uno stile di vita improntato alla sobrietà e al rispetto dell’ambiente.

 

“Una scomoda verità” di Al Gore

https://www.youtube.com/watch?v=F1Qn-gueAgw

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AltroNovecento: ricordando Virginio Bettini

Intervista e memoria per Virginio Bettini

AltroNovecento: ricordando Virginio Bettini

Vir come volevi che ti chiamassimo noi. Quanti insegnamenti e quanta voglia di lottare per un mondo migliore ci hai trasmesso. Cittadino del mondo, ci lasci per l’ultimo viaggio al rientro nella tua città natìa

AltroNovecento, Rivista telematica

Finalmente è uscito il numero 43 di AltroNovecento, Rivista telematica promossa dalla Fondazione Luigi Micheletti.

In questo Link è possibile leggere l’ intervista di Laura Tussi e Alessandro Marescotti al nostro caro amico Virginio Bettini

 

http://www.fondazionemicheletti.it/altronovecento/articolo.aspx?id_articolo=43&tipo_articolo=d_persone&id=163

 

In quest’altro link, è possibile leggere nostre riflessioni su Virginio Bettini

 

http://www.fondazionemicheletti.it/altronovecento/articolo.aspx?id_articolo=43&tipo_articolo=d_persone&id=160

 

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Andrea Poggio, Gianni Tamino: in memoria di Virginio

di  L.Tussi e F. Cracolici, A. Poggio, G. Tamino

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Vir come volevi che ti chiamassimo noi. Quanti insegnamenti e quanta voglia di lottare per un mondo migliore ci hai trasmesso. Cittadino del mondo, ci lasci per l’ultimo viaggio al rientro nella tua città natìa.

E’ morto Virginio Bettini nella sua abitazione a Nova Milanese. Aveva 78 anni. Antinucleare storico, già Europarlamentare dei Verdi Arcobaleno nel 1989, allievo di Barry Commoner, stava per pubblicare un libro sulla crisi ecologica e i modi per superarla, con la nostra collaborazione. L’ultimo suo intervento pubblico assieme a noi è stato nell’incontro dei comitati contro la guerra, il 19 settembre 2020 a Milano, riuniti presso la Panetteria occupata per organizzare iniziative contro le atomiche tattiche a Ghedi e la corsa al riarmo e alle guerre. Ha parlato in tono appassionato, ma anche con accenti severi, della necessità di dare profondità scientifica alla nostra azione, dando la sua piena disponibilità a collaborare, sapendo individuare come movimento il terreno di lotta del porre limiti sociali all’invadenza pericolosissima della tecnoscienza.

Vogliamo qui menzionare i rapporti di collaborazione che abbiamo intrapreso, in un cammino condiviso da più di 10 anni, con Virginio Bettini perché stimiamo la sua autorevolezza come maestro dell’ecologia politica e come europarlamentare e professore e docente di grande valore e prestigio a livello mondiale, che, tra gli altri, ha collaborato anche con il celebre ecologista Barry Commoner e con il grande scienziato Giorgio Nebbia.

I contenuti di Bettini, espongono quanto abbiamo proposto, insieme all’autore, spesso anche con Alfonso Navarra, nelle iniziative e nelle presentazioni in pubblico di vari nostri libri inerenti i temi, del disarmo nucleare, della didattica della pace e della memoria storica, della Resistenza Partigiana Antifascista e della pedagogia nonviolenta.

Con Virginio Bettini e in sua memoria, in particolare negli ambienti ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, proponiamo i moniti del grande Partigiano Deportato, Padre Costituente dell’ONU Stéphane Hessel “la nonviolenza come cammino che dobbiamo imparare a percorrere” e “Esigete un disarmo nucleare totale”, a partire da ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, che è stata insignita Premio Nobel per la Pace 2017 e di cui tutti noi attivisti per il disarmo nucleare siamo parte attiva. Virginio Bettini, insieme a Giorgio Nebbia e Gianni Mattioli, è stato tra i più grandi e principali oppositori al progetto del nucleare in Italia. Un vero riferimento dell’ecologismo politico equiparabile ad altri maestri come Laura Conti e Alexander Langer. Tutti questi grandi ecologisti sottolineano come i temi dell’ecologia urbana, del paesaggio e del nucleare civile devono essere approfonditi così come le problematiche relative alle riemergenti tecnologie nucleari, che cercano sempre di rialzare la testa nonostante le sconfitte.

Abbiamo sempre registrato, durante le presentazioni dei nostri libri in pubblico, una grande attenzione dei giovani agli interventi orali di Virginio Bettini in queste iniziative molto partecipate; e ora invitiamo i nostri lettori in particolare a leggere questo breve articolo del nostro caro amico Bettini, perché, nella dispiegata ed argomentata forma scritta, l’autore inquadra sistematicamente la questione ecologica nei suoi attuali termini scientifici, e nei diversi aspetti in cui si articola.

Nel cammino nonviolento che dovremo percorrere per uscire positivamente dalle emergenze che ci stanno minacciando, tra cui i dissesti climatici, il rischio della guerra nucleare e la disuguaglianza sociale globale, proponiamo il portato valoriale dell’ecologia sociale ed in essa non dimentichiamo il grande e sapiente contributo di Virginio Bettini.

Le nuove generazioni che scoprono l’ecologia tramite Fridays For Future Italia faranno bene a riscoprire chi ha fatto la storia dell’ambientalismo in Italia.

Un dono è stato incontrarti, caro Virginio, e ti giuriamo che continueremo la tua lotta per un mondo migliore. Una lacrima, una carezza e un abbraccio che accoglie caro Vir.

  • Lettera a Virginio Bettini

    Avevi 78 anni e sei volato via, nella tua abitazione, dove vivevi

    Lettera a Virginio Bettini

    Un dono è stato incontrarti e ti giuriamo che continueremo la tua lotta per un mondo migliore. Una lacrima, una carezza e un abbraccio che accoglie caro Vir. Maurizio Acerbo ha preso l’impegno di scrivere la prefazione al nostro ultimo lavoro con te, dedicato alla memoria di Giorgio Nebbia.
    8 ottobre 2020 – Laura Tussi
  • E' morto Virginio Bettini

    Rassegna Stampa

    E’ morto Virginio Bettini 

    Ha collaborato con Barry Commoner e con lui pubblicò a doppia firma “Ecologia e lotte sociali” nel 1976. Insieme andarono in Vietnam per denunciare i disastri causati dalla diossina lanciata dagli USA nella guerra chimica. E’ stato europarlamentare verde nel 1989.
    29 settembre 2020 – Il Manifesto
  • Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN: condividiamo con i nostri video l’impegno per la denuclearizzazione!

    Canale Nobel ICAN:

    Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN: condividiamo con i nostri video l’impegno per la denuclearizzazione!

    Citiamo tra gli interventi video già pubblicati quelli di Alex Zanotelli, Moni Ovadia,Vittorio Agnoletto,Agnese Ginocchio, Maurizio Acerbo, Virginio Bettini, gli artisti dell’Orchestrina del suonatore Jones e molti altri
    17 settembre 2018 – Laura Tussi
  • Il problema nucleare

    Tempi di Fraternità

    Il problema nucleare

    Estratto del contributo al libro a cura di Virginio Bettini, Dal paesaggio alla civitas. Dall’Ecologia del paesaggio alla pianificazione territoriale, Mimesis Milano Udine 2018
    10 aprile 2018 – Laura Tussi

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    L’amore e l’interesse per la natura sono stati la forza motrice del progetto “Educazione e ambiente”, un viaggio nel quale i miei colleghi e io ci siamo confrontati all’unisono. È servito a stimolare numerose discussioni pedagogiche e ha incoraggiato l’applicazione di diverse teorie educative.
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L’orto a scuola

Un progetto di educazione ambientale

L’orto a scuola

Il parco ludico e pedagogico e l’orto biologico e didattico a scuola con Agenda ONU 2030

"L'orto a Scuola" progetto Istituto Comprensivo Margherita Hack di Nova Milanese - Monza e Brianza

Della scuola Istituto Comprensivo Margherita Hack di Nova Milanese-Monza e Brianza fanno parte insegnanti e educatori che si impegnano per infondere nella popolazione studentesca e nella popolazione in generale norme di condotta che portino alla preservazione dell’ambiente, alla promozione di un’educazione ambientale e alla formazione della cittadinanza. Il progetto connesso con Agenda ONU 2030 per l’educazione alla cittadinanza attiva e globale è visto come un contributo per la realizzazione della piena cittadinanza dei ragazzi.

Puntare sulla formazione dei giovani, renderli coscienti rispetto a un’educazione ambientale e umana e in rapporto all’urgenza della preservazione del nostro pianeta sono obiettivi sia nostri sia di organizzazioni mondiali e degli organizzatori di Agenda ONU 2030. In questo ambito, la scuola ha portato avanti diverse iniziative: ha sviluppato varie attività e progetti tra i quali mi sembra interessante evidenziare il progetto “L’orto a scuola”, costituito dalla realizzazione di un parco ludico e pedagogico e di un orto biologico e didattico con serra inclusa.

Siamo una scuola che scommette e continuerà a scommettere sulla formazione e sulla responsabilizzazione e presa di coscienza dei nostri giovani affinché si adoperino per preservare oggi ciò che è a rischio per domani. Consapevoli del fatto che, spesso, le parole sono spazzate via dal vento, abbiamo deciso di mettere la teoria in pratica e coinvolgere i giovani in maniera attiva e partecipata in tutte le fasi del progetto. Abbiamo perciò realizzato azioni che vanno dirette allo studio degli spazi, in seguito alla fase di osservazione, gli studenti discutono sulle possibili soluzioni, all’elaborazione del progetto, ogni ragazza e ragazzo ha elaborato un suo progetto e tutti insieme sono serviti come base per il progetto finale.

Dalla pulizia degli spazi, gli alunni hanno partecipato a questa sistemazione, alla recinzione dei terreni per renderli più accoglienti e meno soggetti a pratiche che potrebbero danneggiarli.

I lavori pratici, che andavano dalla zappatura della terra alla semina di ortaggi, alberi da frutto, sementi, ad irrigazione, raccolta di prodotti e loro successiva distribuzione e vendita alla collocazione dei tavoli nella parte del parco ludico e pedagogico dove gli alunni hanno svolto alcune attività curricolari ed extracurriculari. I lavori di riqualificazione e manutenzione, le campagne di sensibilizzazione all’interno e al di fuori della scuola. Dallo studio delle specie vegetali da piantare all’elaborazione di locandine a tema.

Dalla collocazione e sistemazione di appezzamenti all’identificazione delle specie vegetali.

Dalla sistemazione di piante i cui frutti saranno consumati nella mensa scolastica alla realizzazione di una piantagione di alberi da frutto e alla creazione sul posto di calendari legati a foresta e ambiente. Ed è da evidenziare che le attività relative al progetto “L’orto a scuola” si stanno realizzando in maniera interdisciplinare e continuativa.

Iniziate in passato, queste attività, continuano con entusiasmo, dinamismo e grande ricettività da parte della comunità scolastica e sicuramente proseguiranno con la stessa vivacità. Il progetto ormai radicato nella scuola ha già dato e sta continuando a dare vari frutti, ma deve proseguire affinché questi si moltiplichino. Soprattutto occorrerebbe un cambiamento di mentalità, perché la vita sul pianeta terra possa continuare in maniera giusta ed equilibrata. È stato gratificante, e continua ad esserlo, verificare come poco a poco di fronte al cambiamento gli studenti abbiano fatto propri dei valori e degli atteggiamenti finalizzati al conseguimento di un mondo migliore.

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Educazione e Ambiente 

Esperienze didattiche

Educazione e Ambiente

L’amore e l’interesse per la natura sono stati la forza motrice del progetto “Educazione e ambiente”, un viaggio nel quale i miei colleghi e io ci siamo confrontati all’unisono. È servito a stimolare numerose discussioni pedagogiche e ha incoraggiato l’applicazione di diverse teorie educative.

Progetto "Educazione e Ambiente". Natura Morta Autore: Laura Tussi Copyright © Laura Tussi Licenza: Creative Commons - Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0

Il mio amore per la natura e l’interesse verso l’educazione all’ambiente sono stati la forza motrice che mi ha motivata nell’impegnarmi a preparare un progetto sull’educazione ambientale.

All’inizio del mio percorso da insegnante, presso l’Istituto Comprensivo Prati – Rodari di Desio (Monza e Brianza), sapevo poco in cosa consistesse un progetto di questo tipo ed ero preoccupata che avrebbe potuto interferire con il mio programma scolastico. Essendo il mio primo anno da insegnante, l’idea mi suonava audace eppure ho deciso di lanciarmi.

Il cambiamento climatico era già sulla bocca di tutti, ma non molti studenti avevano avuto l’opportunità di riflettervi. Quindi sapevo fin dall’inizio che questo sarebbe stato un argomento del tutto nuovo per la maggior parte di loro.

Uno dei principali scopi del progetto era di creare consapevolezza sulla crisi ecologica che il mondo intero sta affrontando, il riscaldamento globale e le conseguenze ambientali sociali.

Ero consapevole che molti ragazzi erano ignari dei danni che gli abitanti del mondo sviluppato stanno causando attraverso le loro abitudini quotidiane. Ho pensato di utilizzare i vari mezzi di comunicazione per introdurre loro il concetto di riscaldamento globale.

Quando ho iniziato a raccogliere informazioni, mi sono resa conto di quanto poco fossi consapevole io stessa dell’argomento. Più indagavo, più prendevo coscienza della vastità della materia in questione della preparazione che il progetto richiedeva per essere organizzato adeguatamente.Il Mer de Glace, sul versante settentrionale del Monte Bianco, è il più grande ghiacciaio francese e si sta ritirando rapidamente, come molti altri nelle Alpi

Con il riscaldamento globale sullo sfondo, abbiamo studiato il concetto di disgelo e solidificazione, abbiamo girato attorno al globo ed esplorato i vari continenti, il Polo Nord e il Polo Sud, solcato gli oceani e conosciuto le differenti nazioni e culture. Queste sono state tutte lezioni interessanti che gli studenti hanno adorato, dato che esse implicavano anche lo svolgimento di diverse attività manuali. Attraverso questo processo, i ragazzi sono stati incoraggiati ad andare oltre la mentalità della piccola cittadina e di considerarsi come cittadini globali. I ragazzi hanno anche sviluppato un’ampia visione dell’ambiente. Non disegnano più soltanto il giardino della scuola e gli alberi circostanti, il parco giochi del loro paese, quando viene chiesto loro qualcosa sull’ambiente, ma accennano anche ad animali selvaggi, montagne, laghi, foreste, deserti e ogni sorta di animali e piante selvatiche che fanno parte dell’ambiente immediatamente loro circostante.

 

Il progetto 

Naturalmente, il principale obiettivo del progetto non si limitava alla conoscenza della catastrofica situazione del pianeta. L’idea del progetto è di sviluppare tra gli studenti una consapevolezza dell’essere cittadini responsabili di un mondo globalizzato e di prenderne i relativi provvedimenti, cosa che abbiamo fatto. Fin dall’inizio, in modo da massimizzare l’efficacia del progetto, la classe è stata d’accordo sul fatto che ogni ragazzo avrebbe riportato all’esterno dell’aula le conoscenze discusse in classe in modo da creare maggior consapevolezza della cittadinanza e magari oltre. Dopo alcune lezioni, gli studenti si sono sentiti sempre più coinvolti nelle attività e vogliosi di iniziare a diffondere informazioni, aumentare la consapevolezza tra i loro genitori, nonni, parenti e amici. Un altro passo cruciale è stato mosso nel dare un buon esempio di come applicare i principi dell’educazione ambientale in classe. Abbiamo iniziato a mettere in pratica lo slogan “riduci-riusa-ricicla”.

Gli studenti hanno cominciato a utilizzare in maniera più accorta i propri quaderni sprecando meno carta, a raccogliere materiali che avrebbero potuto essere utili in classe e a differenziare i rifiuti. Anche l’idea di suscitare maggiore consapevolezza tra le famiglie degli studenti ha dimostrato di essere efficace.

Entro un periodo di tempo veramente breve i ragazzi sono venuti a scuola vantandosi delle buone pratiche che le loro famiglie avevano adottato, come la differenziazione dei rifiuti, il risparmio della corrente elettrica, un uso più limitato delle auto nei tragitti brevi.

Sono sicura che questo progetto ha lasciato un segno nella mente di ogni ragazzo. A un certo punto, un cambiamento nelle loro abitudini è diventato piuttosto evidente. Era chiaro che non si sentivano responsabili solo per quello che stava accadendo nel loro ambiente circostante, ma anche per quanto stava succedendo negli altri paesi, anche se questi erano distanti vari chilometri.

Hanno imparato che gli orsi polari, le rondini artiche, i pinguini stavano cadendo vittime dello stile di vita che gli esseri umani avevano adottato nel mondo sviluppato.

Hanno imparato che il nostro eccessivo uso di carburanti fossili è la causa principale dei drastici cambiamenti climatici da cui derivano le ondate di caldo, le inondazioni, il prosciugamento del letto dei fiumi e gli uragani.

Hanno compreso che il cambiamento climatico potrebbe causare ulteriori disastri naturali, maggiore siccità e carestie e condizioni metereologiche estreme. Ad esempio un innalzamento dei livelli del mare ha già comportato lo sprofondamento di magnifiche terre abitabili.

 

A posteriori 

Col senno di poi, si può dire che il progetto avrebbe potuto svolgersi più lentamente, sviluppandosi in un periodo di tempo più lungo. Mi è parso che a un certo punto gli studenti siano stati sovraccaricati dell’ammontare di informazioni che il tema del cambiamento climatico comporta. Il tema è vasto e anche se abbiamo sfiorato solo la punta dell’iceberg, siamo stati portati a trattare molti argomenti diversi in modo da consentire di iniziare a mettere insieme i pezzi del mosaico. Alcuni studenti si sono impegnati particolarmente per poter elaborare le informazioni e i numerosi nuovi concetti loro presentati durante il periodo di tempo assegnato.

Il progetto “Educazione e ambiente” è stato un viaggio nel quale i miei colleghi e io ci siamo confrontati all’unisono. È servito a stimolare numerose discussioni pedagogiche e ha incoraggiato l’applicazione di diverse teorie educative.

Ci siamo consultati spesso gli uni con gli altri, condiviso i nostri pensieri e idee per migliorare la nostra pianificazione curricolare e le tecniche didattiche. Questo senso di collegialità non ha solo rafforzato le nostre relazioni professionali, ma ci ha anche aiutati ad apprezzare le strategie messe in campo dagli uni e dagli altri. Un ulteriore valore aggiunto è consistito nel fatto che il mio stesso entusiasmo è stato percepito e apprezzato dai ragazzi, contribuendo ad aumentare la loro stima nei miei confronti. Sono felice di affermare che il progetto è stato piacevolmente produttivo. Ha dato prova di essere un’esperienza positiva non solo per i giovani partecipanti, ma anche per me in quanto insegnante alle prime armi. Mi ha aiutata a comprendere quanto certi sforzi portino un respiro d’aria nuova in classe, e allo stesso tempo preservino in noi educatori l’entusiasmo, rendendo inoltre l’intera scuola orgogliosa degli obiettivi raggiunti lungo tutto il percorso e il processo.

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“L’onda nera nel Lambro” Libro di Marco Fraceti

Recensione del libro di inchiesta di Marco Fraceti

“L’onda nera nel Lambro”

Il caso Lombarda Petroli e lo sversamento di idrocarburi del 2010 nel fiume Lambro. Prefazione di Vittorio Agnoletto. Mimesis Edizioni, collana Eterotopie.
Laura Tussi15 agosto 2020

Libro di Marco Fraceti

“L’onda nera nel Lambro. Il caso Lombarda Petroli e lo sversamento abusivo di idrocarburi” è un importante libro di inchiesta scritto dall’amico Marco Fraceti di cui ci ha fatto personalmente dono con una dedica che dimostra tutta la sua stima, per continuare a credere in “un altro mondo possibile”, parafrasando e ricollegandosi alla vita di impegno e sacrificio del nostro comune amico Vittorio Agnoletto.Vittorio Agnoletto, medico in prima linea contro lo strapotere e le ingiustizie perpetrate dalla giunta della regione Lombardia, ha scritto la prefazione di questo libro che denuncia e racconta, attraverso una narrativa che esplica con forza e coraggio le vicende di un territorio dominato dalla malavita, inquietanti domande sui perché del “mondo di mezzo” che purtroppo ostacola prepotentemente la pace, il destino e la vita del nostro martoriato paese.

L’autore Marco Fraceti è giornalista e scrittore impegnato in inchieste sulle infiltrazioni mafiose in terra di Brianza. Ha collaborato con Radio Popolare e è direttore dell’Osservatorio Antimafia di Monza e Brianza intitolato a Peppino Impastato. Fraceti racconta e denuncia che nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 2010 una consistente, una mortifera, una abnorme onda nera, una quantità di tremila tonnellate di idrocarburi si riversa nel fiume Lambro, fuoriuscendo dai serbatoi di una azienda, la Lombarda Petroli a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza.

In quella terribile e devastante notte, avviene uno degli scempi ambientali più disastrosi e gravi del nostro paese e il tutto con l’assenza di responsabilità e responsabili ancora ad oggi.

Marco Fraceti percorre indagini tramite piste non ancora battute che illuminano una vicenda davvero molto intricata, dove non si riescono a trovare i responsabili e a capire chi è stato e a dare risposte certe e concrete e attendibili. L’Autore effettua un’inchiesta autonoma e un’indagine parallela a quella svolta dalla Magistratura perché non si sofferma sulle apparenze e sulle risposte semplicistiche e non presta attenzione alle casualità e alle coincidenze.Il disastro ambientale sul fiume Lambro nel 2010

Con un impegno di indagine meticoloso e metodico e puntuale, l’autore verifica e analizza l’immane quantitativo di testimonianze e dati raccolti negli archivi e nei fascicoli giudiziari e li sovrappone con informazioni sul campo e con un’ampia mole di documenti e fascicoli di archivio provenienti da ulteriori inchieste giudiziarie condotte contro la criminalità organizzata nello stesso territorio: la Brianza.

Dalle indagini dell’autore risulta, trapela e si pone in rilievo una impressionante cartina di tornasole di collusioni tra illegalità, politica e bieche manovre affaristiche che deviano e disturbano una condizione di pace nella vita della benestante provincia brianzola, in apparenza tranquilla e serena.

Marco Fraceti dedica il libro alle ragazze e ai ragazzi di Fridays For Future che con le loro azioni e il loro altruismo e attivismo costituiscono un’alternativa vera, valida e costruttiva per un mondo, una madre terra e per un’umanità sull’orlo del tracollo e del collasso.

Note: Recensione realizzata con Fabrizio Cracolici

La vicenda https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_ambientale_del_fiume_Lambro

La sentenza della Cassazione
https://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/petrolio-nel-lambro-e-stato-disastro-colposo-la-cassazione-conferma-le-condann_1243871_11/