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Il Manifesto – Appello per la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari

TPAN – Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento nel numero di 59

 

Il Manifesto – Appello per la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari

 

Il 22 gennaio 2022 ricorre il primo anniversario della entrata in vigore del TPAN – Trattato per la proibizione delle armi nucleari adottato nel 2017 in una Conferenza ONU a New York anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni pacifiste, insignite per questo loro contributo di un Premio Nobel per la pace.

di Laura Tussi, Antonia Sani, Alfonso Navarra

Fonte: Il Manifesto – https://ilmanifesto.it/lettere/appello-per-la-ratifica-del-trattato-di-proibizione-delle-armi-nucleari/

Il 22 gennaio 2022 ricorre il primo anniversario della entrata in vigore del TPAN – Trattato per la proibizione delle armi nucleari adottato nel 2017 in una Conferenza ONU a New York anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni pacifiste, insignite per questo loro contributo di un Premio Nobel per la pace.

Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento nel numero di 59, e continuano ad aggiungersi. Questo processo di allargamento avvicina sempre di più l’abolizione giuridica effettiva delle armi nucleari nel mondo, che accompagna e favorisce la loro eliminazione materiale.

Da subito il Trattato, valido solo per chi lo sottoscrive, produce un effetto culturale e politico globale di “stigmatizzazione” della deterrenza minandone la legittimità.

Come associazioni Wilpf Italia e Disarmisti esigenti, membri ICAN, impegnate da almeno 10 anni insieme nella campagna per la denuclearizzazione e per la ratifica del TPAN da parte del nostro paese, siamo oggi qui a prospettare la realtà imbarazzante e amara della nostra società politica. Sono centinaia i parlamentari che, nel corso degli anni, hanno sottoscritto il “Parliamentary Pledge” della Campagna ICAN in favore del trattato, ma continuiamo a registrare il rifiuto del Parlamento – nonostante le 10.000 firme raccolte e la mozione della senatrice De Petris – di presentare la richiesta di ratifica.

Alla vigilia della prima conferenza di revisione del TPAN, che si terrà dal 22 al 24 marzo di quest’anno a Vienna, sarebbe comunque importante che lo Stato italiano partecipasse almeno in veste di osservatore.

L’ombra della NATO imperversa e impedisce che l’Italia assuma una posizione autonoma, come una sorta di muro a fronte dei parlamentari firmatari che dichiararono le preoccupazioni espresse nel Preambolo del Trattato circa le catastrofiche conseguenze umanitarie che risulterebbero da un qualsiasi uso di armi nucleari.

Armi “totalmente disumane e ripugnanti”, che potrebbero portare all’estinzione della vita per un conflitto che potrebbe essere scatenato persino per errore.

Ci rivolgiamo in questo primo anniversario a tutto il popolo italiano affinché si renda conto del danno rappresentato dalla presenza di bombe nucleari in varie località del nostro paese (ufficialmente segrete).

Denunciamo l’indifferenza parlamentare in presenza della non ratifica, da parte del nostro Parlamento, che ci espone all’insaputa della maggior parte dei cittadini ai danni del ritorno dello stesso nucleare civile (da essi bocciato in due referendum, nel 1987 e nel 2011): si veda la vicenda in atto della proposta di inserire nella tassonomia UE delle fonti sostenibili anche il nucleare cosiddetto civile.

Con la presente ci rivolgiamo a deputati e senatori affinché la proposta di ratifica dello Stato italiano al Trattato di proibizione delle armi nucleari venga al più presto presentata e votata.

Questa adesione vorremmo fosse concepita anche come un impulso ad adottare, da parte dello Stato italiano, una efficace strategia complessiva che coinvolga gli stessi Stati dotati di armi nucleari in serie trattative per il disarmo in attuazione dell’articolo VI del Trattato di non proliferazione.

Disarmisti esigenti – Laura Tussi e Alfonso Navarra cell. 340-0736871  – WILPF Italia – Antonia Sani cell. 349-7865685

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Gli antinuclearisti disarmisti contro la Tassonomia Ue

Milano – Disarmisti Esigenti, con la LOC, Mondo senza guerre e senza violenza, Wilpf & Partners

Gli antinuclearisti disarmisti contro la Tassonomia Ue

Noi promotori VERSO UN COORDINAMENTO ANTINUCLEARE EUROPEO ci siamo trovati online in un incontro, introdotto da Alfonso Navarra, con la partecipazione di Moni Ovadia, Alex Zanotelli, i musicisti Renato Franchi e Marco Chiavistrelli e molti attivisti, con Radio Nuova Resistenza

Attivisti antinuclearisti in opposizione a Tassonomia Ue

Milano – Disarmisti Esigenti, con la LOC, Mondo senza guerre e senza violenza, Wilpf & Partners 

 

Le decisioni sul nucleare in Italia non si prendono rispettando i referendum del 1987 e 2011 che ci hanno visto vittoriosi contro il nucleare civile e per i beni comuni, ma in Italia Draghi e Cingolani decidono sul nucleare con la Francia, ascoltando Macron e non il popolo italiano.

 

Mercoledì 12 gennaio 2022 i Disarmisti esigenti, con la LOC e l’associazione mondo senza guerre e senza violenza si sono trovati a Milano sotto l’industria nucleare francese pro atomo in piazzale Cadorna dalle ore 13 alle ore 15.

 

In seguito i promotori del progetto VERSO UN COORDINAMENTO ANTINUCLEARE EUROPEO si sono trovati online in un incontro, introdotto dal portavoce dei Disarmisti esigenti Alfonso Navarra, con la partecipazione di Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Fabrizio cracolici, i musicisti Renato Franchi e Marco Chiavistrelli e molti altri attivisti e con la registrazione di Radio Nuova Resistenza.

Sono intervenuti i coordinatori Ennio Cabiddu, Luigi Mosca, Daniele Barbi, e Rosa Amodei a nome di WILPF Italia.

Tutto questo per contrastare le lobby delle centrali nucleari che prendono i loro accordi generali condizionati dalla Francia che ha bisogno di finanziamenti per le sue centrali nucleari e ne vuole impiantare altre entro il 2037.

Questo accordo della Francia è preso con Draghi e Cingolani che è l’ex amministratore delegato di Leonardo Finmeccanica non certo un uomo di pace a favore della tutela ambientale.

In realtà l’Europa sta decidendo che il nucleare è la soluzione al problema climatico con i nostri soldi pubblici di cittadini europei.

Il potere economico e finanziario e militarizzato è rappresentato dal nucleare che produce essenzialmente la potenza geopolitica, l’elettricità è solo un sottoprodotto.

L’iniziativa di mercoledì 12 gennaio si è tenuta proprio in quel giorno perché scadeva il periodo che la commissione europea ha dato al comitato degli esperti e i governi per esprimere un parere sull’atto delegato nato dal regolamento 2020/852 che regola la tassonomia dell’Unione Europea per inserire il nucleare nell’elenco delle sostenibili.

In questo modo si sottraggono risorse all’utilizzo di fotovoltaico, idraulico, geotermico, eolico per un piano di rilancio energetico nazionale basato sulle rinnovabili tendenzialmente al 100%.

La data del 12 gennaio cioè di questa decisione del comitato degli esperti e dei governi è stata rinviata fortunatamente al giorno 21 gennaio perché il nuovo governo tedesco ha palesato il suo disaccordo.

Dopo il parere del comitato degli esperti e dei governi la Commissione UE pubblicherà il suo atto delegato in Gazzetta ufficiale e quindi si esprimerà il consiglio europeo intorno a marzo e poi il parlamento europeo.

Il parlamento europeo è un organo su cui abbiamo maggiori speranze perché il numero degli eurodeputati contro il nucleare è maggiore per bocciare l’atto delegato, ma c’è il problema che l’attuale “maggioranza Ursula” salti e si apra alla destra sovranista.

Questo è un problema molto delicato.

In dicembre ci siamo mobilitati con la Tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini davanti al MITE e così faremo anche nei prossimi mesi, non trascurando però di denunciare il ruolo dello Stato atomico francese.

Sul nucleare in Italia non decide la politica, ma l’economia e la finanza e decide Macron con Draghi e i potentati dell’energia nucleare.

Noi ecologisti e antinuclearisti con i Disarmisti Esigenti vogliamo far rispettare il mandato antinucleare referendario.

I Disarmisti esigenti a quanto ci risulta sono stati gli unici in tutta Europa in piazza fisicamente in presenza – il giorno del 12 gennaio – contro la tassonomia ma in Germania nei giorni precedenti ci sono state mobilitazioni ad Amburgo.

In questo scenario in continua evoluzione a noi sembra che manchi, sopratutto in Italia, una chiara e definitiva opposizione al nucleare dei FFF.

Per questo abbiamo sentito la necessità, quasi l’urgenza, di scrivere una lettera aperta alla loro leader Greta Thunberg per non consentire alla potente lobby nuclearista di annoverare il grande movimento giovanile fra quelli che sarebbero favorevoli a considerare il nucleare come una fonte di energia utile alla transizione ecologica.

Qui la Lettera aperta a Greta Thunberg:

https://www.peacelink.it/ospiti/a/48936.html

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Greta Thunberg, unisciti a noi contro il nucleare civile e militare

Lettera aperta a Greta Thunberg: di Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu

Greta Thunberg, unisciti a noi contro il nucleare civile e militare

Con il supporto di: Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Giorgio Cremaschi, Fabrizio Cracolici, Paolo Ferrero, Mimmo Lucano, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Claudia Pinelli, Silvia Pinelli, Mario Salomone, Alex Zanotelli
Laura Tussi

Laura Tussi , Alfonso Navarra, Ennio Cabiddu

Lettera a Greta Thunberg di Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu

Lettera aperta a Greta Thunberg: di Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu

Con il supporto di: Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Giorgio Cremaschi, Fabrizio Cracolici, Paolo Ferrero, Mimmo Lucano, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Claudia Pinelli, Silvia Pinelli, Mario Salomone, Alex Zanotelli

 

Cara Greta Thunberg

Siamo gli organizzatori di un appello già lanciato a fine novembre (si vada online su: notassonomianukerispettareferendum – Petizioni.com), forze ed esponenti ecologisti e pacifisti, fortemente critici sulla “transizione ecologica” così come viene delineata in Italia e in Europa dalle politiche governative e dalle politiche comunitarie: faremmo meglio anzi, se si fa un bilancio complessivo, a parlare di “non transizione ecologica”.

Ci rivolgiamo a te quale animatrice e promotrice dei Fridays for future, un movimento nuovo che mobilita con i global strike un ampio attivismo giovanile sull’emergenza climatica ed ambientale.

Ci accomuna anche la cittadinanza europea e vorremmo ricordarti che il tuo paese, la Svezia, vuole, allo stesso modo della Germania, lo Stato guida della UE, uscire dal nucleare: una decisione che valutiamo importante e positiva per tutti coloro che hanno a cuore la salute delle persone e del Pianeta.

La Commissione europea, che ha annunciato l’introduzione di gas e nucleare nella tassonomia delle fonti sostenibili, sta per varare l’atto delegato del regolamento 2020/852: ora dovrebbe riunirsi a metà gennaio per formalizzare una decisione che, per il contrasto di posizioni tra Paesi filonucleari e Paesi antinucleari, finora aveva sempre rinviato.

Nelle nostre speranze questa decisione pro-atomo (e pro-gas) l’Europa non dovrà assumerla mai e poi mai! Ed abbiamo molte probabilità che questo succeda; ed anche se la Commissione procedesse di fronte ad eventuali stop (quello dell’Italia sarebbe doveroso visto che il popolo si è pronunciato con un referendum), dovremmo considerare che il Parlamento europeo può opporsi alla entrata in vigore dell’atto delegato ed in esso le posizioni antinucleari sono di grande peso, forse quasi maggioritarie in partenza.

Ti rivolgiamo ora pubblicamente alcune domande e ci aspettiamo risposte che preferiremmo ci rendessi per il tramite della stampa: confidiamo che tu riesca, anche grazie al nostro stimolo, a mobilitare molte energie giovanili per una partita ecologicamente determinante che possiamo giocare con discrete possibilità di vincere!

La prima domanda è: sei, in quanto ecologista, radicalmente antinucleare? anche tu senti come noi – ecopacifisti di lunga data – l’appartenenza ad una posizione di coscienza, “identitaria” ma non ideologica, di rifiuto netto contro il nucleare nell’impegno per la giustizia sociale e ambientale?

La seconda domanda è: sei per la denuclearizzazione immediata senza se e senza ma? anche tu pensi che il nucleare, di qualsiasi forma e generazione, non possa fare parte in alcun modo, anche e soprattutto in condizioni di emergenza, della soluzione ai problemi della transizione energetica e della conversione ecologica della società?

Noi, auspicando che tu li condivida in buona parte, ti proponiamo i nostri motivi di opposizione alla tecnologia nucleare.  È nostra convinzione che essa:

non sia pulita, principalmente a causa delle scorie radioattive prodotte e da gestire e dello smantellamento dei reattori in fin di vita

non è rinnovabile, poiché fossile nel significato letterale originario; e comunque estrattiva e non rinnovabile (necessità di estrarre dalle rocce l’Uranio ed eventualmente il Torio)

non sia sicura, poiché non è possibile eliminare il rischio di incidenti, anche gravissimi, dovuti a possibili errori nella costruzione o nel corso del funzionamento dei reattori, ad eventuali attacchi terroristici (bombe, cyber-attacchi, etc), ad eventi di origine geologica (terremoti, tsunami, etc)ed anche semplicemente all’invecchiamento delle installazioni

favorisca la proliferazione del nucleare militare

il contributo alla riduzione del CO2 è attualmente marginale (≈2%) e rimarrebbe verosimilmente tale per parecchi anni, data l’età media (≈ 35 anni) dei reattori attuali (≈ 440), che dovranno quindi essere eliminati, smantellati ed (eventualmente) sostituiti.

infine il costo dell’energia nucleare è in continuo aumento, mentre quello delle energie rinnovabili (soprattutto il solare) è in continua diminuzione.

Un saluto di stima in attesa della tua risposta: pubblica, come è pubblico il nostro invito

Di Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu – Disarmisti esigenti

con il supporto di: Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Giorgio Cremaschi, Fabrizio Cracolici, Paolo Ferrero, Mimmo Lucano, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Claudia Pinelli, Silvia Pinelli, Mario Salomone, Alex Zanotelli

Nota bene: Noi, disarmisti esigenti, WILPF Italia, Laudato Si’ e partners, in collaborazione con personalità come Luciana Castellina, Edo Ronchi, Massimo Scalia, Guido Viale, Vittorio Bardi, Marco Bersani, Moni Ovadia e Alex Zanotelli, continuando l’esperienza della tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini a Roma, vantando coinvolgimenti dalla Germania, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Danimarca, dall’Inghilterra, ci siamo incontrati online per portare avanti la mobilitazione contro il rilancio del nucleare in Europa (e quindi in Italia).

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No Tassonomia Ue pro nucleare e pro gas. Rispettare i referendum sui beni comuni

Tutto procede silenziosamente e con la copertura di Cingolani e Draghi

No Tassonomia Ue pro nucleare e pro gas. Rispettare i referendum sui beni comuni

Rispettare i referendum sui beni comuni. Siamo ad un passaggio cruciale sulla transizione energetica. Le lobby del nucleare e del gas stanno imponendo a Bruxelles l’inserimento di investimenti nucleari e a metano nel novero degli elenchi da finanziare in varie modalità con i fondi pubblici
13 dicembre 2021

Alfonso Navarra

Il Manifesto - Siamo contro la tassonomia UE pro nucleare e pro gas

PREMESSA

Siamo ad un passaggio cruciale sulla transizione energetica. Le lobby del nucleare e del gas stanno imponendo a Bruxelles l’inserimento di investimenti nucleari e a metano nel novero degli elenchi da finanziare in varie modalità con i fondi pubblici, cioé con i nostri soldi. Tutto procede silenziosamente e con la copertura da noi di Cingolani e Draghi, schierati nel dibattito europeo con la parte più conservatrice e avversa all’ecologia sociale (“integrale” secondo Papa Francesco) e alla diffusione delle fonti rinnovabili. Dobbiamo avviare una campagna, di cui la mobilitazione del 15 dicembre è solo un primo passo, che possa far intervenire su una simile rottura, coinvolgendo le giovani generazioni di attivisti, l’opinione pubblica e le rappresentanze democratiche e del lavoro. Di qui la nostra proposta di condividere, sottoscrivendola,  la presa di posizione dei Disarmisti esigenti, di Wilpf Italia e dell’Osservatorio del lavoro, supportata da personalità autorevoli quali Moni Ovadia e Alex Zanotelli. E Luciana Castellina, Haidi Giuliani, Massimo Scalia e Guido Viale. Ed è utile – crediamo – essere a conoscenza del fatto che proprio il 15 dicembre l’Associazione italiana nucleare, con la partecipazione di esponenti di governo (il Ministro degli affari europei Vincenzo Amendola e la sottosegretaria al MITE Vannia Gava), tiene un convegno alla Camera dal titolo: “Il nucleare decisivo per la transizione energetica”.

Qui di seguito il testo della dichiarazione da sottoscrivere a supporto della campagna e poi riportato in basso, il comunicato di adesione dell’Osservatorio sul PNRR.

 

APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE UNITARIA IN VISTA DI BILANCIO 2022 E CONSIGLIO UE: UNICA LOTTA PER TAGLIO DEI SAD, POLITICA ECOLOGICA INDIPENDENTE, TASSONOMIA NO GAS E NO NUCLEARE

Il 15 dicembre al Senato il presidente del Consiglio Mario Draghi farà le sue comunicazioni ai parlamentari in vista del Consiglio Europeo che si terrà a Bruxelles il 16 e 17 dicembre. Sarà un vertice importante per l’Europa perché verranno discusse le priorità e gli indirizzi politici della UE e le prospettive del processo di integrazione dopo la chiusura dell’”era Merkel”.

Indichiamo proprio il 15 dicembre, nel pieno della discussione della legge di bilancio 2022, e alla vigilia dello sciopero generale del 16 dicembre indetto da CGIL e UIL, quale data per metterci insieme per la giustizia ambientale e sociale, a partire dal rispetto dei referendum del 2011, su acqua e nucleare, prefiguranti nel loro risultato inequivocabile un mandato popolare per un welfare che valorizzi i beni comuni e pubblici.

Siamo forze ed esponenti ecologisti e pacifisti, fortemente critici sulla “transizione ecologica” così come viene delineata dalle politiche governative: faremmo meglio anzi a parlare di “non transizione ecologica”, perché quello che costatiamo, nell’assemblaggio incoerente di politiche di bilancio, PNRR e prese di posizione in sede europea, è l’assenza di un qualsiasi serio disegno di attuazione, fondato su un ruolo trainante degli investimenti pubblici, di un Green New Deal degno di questo nome.

Quella che osserviamo con indignazione è la sudditanza, da parte del governo italiano, agli interessi dell’ENI nella politica energetica, ambientale e persino estera: in particolare il ministro Roberto Cingolani ci appare come l’esecutore di una deriva tecnocratica giustificata come “neutralità tecnologica”, espressa con il mito infondato del nucleare di quarta generazione e da fusione.

Riteniamo inaccettabile, ad esempio, anche da un punto di vista di moralità democratica e istituzionale (il voto popolare sui referendum non può essere disprezzato!) che, su questa linea, Cingolani, a Bruxelles, per conto del governo italiano, abbia dato il suo via libera all’inserimento di nucleare e gas nella cosiddetta “tassonomia UE” delle tecnologie da raccomandare e sostenere negli investimenti finanziari necessitanti di marchi certificati (e garantiti con soldi pubblici) di “sostenibilità”.

Il nostro giudizio è che, di questa deriva, il principale motore sia la dirigenza dell’ENI che non intende cambiare rotta rispetto alla centralità del gas nella sua politica e nella politica energetica dello Stato.

Pensiamo che, a questo punto, occorra mobilitarsi contro la volontà, taciuta, ma chiara nei fatti, del Governo di non toccare neanche un euro dei finanziamenti pubblici a favore dei fossili (e non dimentichiamo che il nucleare, nel suo significato letterale, è una energia fossile!).

Si tratta non solo dei finanziamenti al CCS, sui quali è acceso da tempo lo scontro, ma di quella marea di 19 miliardi destinati ai “Sussidi Ambientalmente Dannosi” (SAD), cioè per le tariffe agevolate per gli impieghi di idrocarburi di cui fruisce un’ampia platea di settori imprenditoriali.

Ci rivolgiamo – per riempire le piazze come oggi è necessario – con particolare speranza e fiducia ai giovani attivisti che in questi ultimi anni hanno dato vita a grandi manifestazioni per superare l’emergenza climatica e ambientale: nuove politiche orientate alla piena occupazione “verde”, in una società strutturalmente pacifica (energie rinnovabili e disarmo!), trovano radici proprio in quel cambiamento radicale di rotta che essi invocano nei loro “strikes” per evitare il collasso incombente della civilizzazione umana.

La nostra proposta è di darci un primo appuntamento a Roma, dalle ore 15:00, in continuità con la Tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini, e di altre esperienze di attiva partecipazione sociale, sotto il Ministero dell’economia e delle finanze, in via XX Settembre, 97.

In collegamento con questa manifestazione, speriamo il più possibile partecipata, riteniamo utile organizzare un incontro on line alle 18:00 per commentare insieme il discorso di Mario Draghi, cioè il suo programma di candidato a perno “conservatore” per la gestione di nuovi equilibri neoliberisti in Europa.

Intendiamo proporre in alternativa, anche alle forze sindacali impegnate nello sciopero generale, soluzioni di conversione ecologica (bellissima espressione usata da Papa Francesco), che non ignorino le sfide epocali che siamo obbligati a fronteggiare: perché le ansie per “la fine del mese”, ce lo insegnano i giovani attivisti impegnati a spegnere l’incendio di una Terra che brucia, devono essere messe in relazione con la preoccupazione per la “fine del mondo” da scongiurare.

Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Mario Agostinelli, Alfonso Navarra, Patrizia Sterpetti, Massimo Scalia, Marco Bersani, Luciana Castellina, Antonia Sani, Massimo Serafini, Haidi Gaggio Giuliani, (Fabio Amato), Vittorio Bardi, Ennio La Malfa, Renato Zanoli, Guido Viale

Ennio Cabiddu – Luigi Mosca – Oliviero Sorbini – Daniele Barbi – Fabrizio Cracolici – Laura Tussi – Andrea Bulgarini – Elio Pagani – Keivan Motavalli – Gian Piero Godio – Maurizio Bucchia – Antonella Nappi – Marco Zinno – Enrico Peyretti – Marco Palombo – Rocco Altieri – Mino Forleo – Vittorio Pallotti – Teresa Lapis – Renato Napoli – Angelo Gaccione – Giuseppe Natale

Coordinamento organizzativo:

Disarmisti esigenti – Alfonso Navarra cell. 340-0736871  email alfiononuke@gmail.com;

Wilpf Italia Patrizia Sterpetti  cell. 320-7825935 email patty.sterpetti@gmail.com;

Laudato Si’ – Mario Agostinelli  email agostinelli.mario@gmail.com;

Altre info su:

www.disarmistiesigenti.org

 

*******************************************************************

DA PARTE DI OSSERVATORIO SUL PNNR

(COORDINAMENTO PER LA DEMOCRAZIA COSTITIZIONALE – LAUDATO SI’ – NOSTRA!)

IL GOVERNO FERMI LA PROPOSTA DI INSERIRE NUCLEARE E GAS TRA LE ENERGIE VERDI IN EUROPA

Un conto è affermare che per realizzare gli obiettivi climatici c’è bisogno di un periodo di transizione a causa dei ritardi dei Governi europei nel realizzare gli obiettivi indispensabili per contenere la crescita della temperatura entro 1,5 gradi. Altro è spacciare nucleare e gas naturale per quello che non sono, cioè energie “verdi” come vento, sole, acqua, terra. Questo tentativo di alterare la verità punta a permettere ai paesi che hanno centrali nucleari di utilizzare i fondi europei per alleggerire i costi proibitivi del nucleare e ad altri di fingere di non sapere che il metano produce CO2, anche se in combustione meno del carbone, ed è molto inquinante nell’atmosfera per la dispersione derivante da estrazione e lavorazione.Il Governo italiano, in particolare il Ministro Cingolani, anziché mantenere una posizione limpidamente contraria ha appoggiato il pasticcio che l’Europa potrebbe approvare nei prossimi giorni, se i paesi ancora contrari non insisteranno per bloccare questo tentativo.Per di più i prezzi delle fonti fossili, soprattutto del gas naturale, sono esplosi, non tanto in rapporto con la ripresa post pandemia, quanto per un’enorme speculazione finanziaria che scommette sull’aumento dei prezzi di questi prodotti, usando come in passato i futures. Gli analisti non hanno spiegazioni per questi aumenti che non hanno fondamento economico ma puramente speculativo.La speculazione si batte solo se nel tempo più rapido possibile viene realizzato un piano di investimenti nelle fonti alternative, in coerenza con gli obiettivi europei per il 2030.  L’Italia ha l’obiettivo di 70 Giga Watt di fonti alternative al 2030, che al ritmo attuale non verrà mai raggiunto. Investimenti a ritmo incalzante e le indispensabili semplificazioni procedurali possono facilitare la realizzazione dell’obiettivo, ma il Governo pensa ad altro ed è in ritardo sugli stessi impegni presenti nel PNRR.In Germania il nuovo governo ammette di avere bisogno del gas nella transizione, ma conferma l’uscita dal nucleare entro il 2022, si impegna a dismettere il carbone entro il 2030, anziché il 2038, non pretende di fare passare il gas come fonte rinnovabile ma si impegna a realizzare centrali a gas solo per il periodo strettamente necessario.In Italia nulla di tutto questo. Né sincerità, né chiarezza, né un progetto sulle rinnovabili degno di questo nome. Anzi, attraverso Terna si continua con le aste per avere energia a disposizione per le fasi di carenza elettrica nella rete senza porre la condizione delle fonti di alimentazione e “dimenticando” che l’Italia ha la possibilità di usare i pompaggi dell’idroelettrico.Si parla di aste a 9 zeri i cui costi vengono scaricati sulle bollette elettriche, come del resto avviene con gli enormi costi dello smaltimento delle scorie nucleari.Per questo il Governo dovrebbe ripensarci, impegnando il Ministro Cingolani a cambiare strada. Il nucleare in Italia non è credibile, non ci sarebbe neppure il tempo entro il 2030 e in ogni caso dovremmo prima passare attraverso un referendum popolare che sconfessi quelli precedenti.Il Governo deve rendersi conto che sostenere il nucleare e il gas nella tassonomia verde comprometterebbe la sua credibilità in Italia e in Europa, costruita con impegni al G20 e alla Cop 26, e soprattutto confermerebbe che la spinta per la transizione ecologica erano solo parole, perché nei fatti prevalgono politiche a sostegno dell’uso delle fonti fossili climalteranti e dei gruppi economici e delle aziende che vogliono continuare a fare profitti scaricando le conseguenze su salute e ambiente. Sarebbe il fallimento della transizione ecologica di cui si parla nel PNRR e delle speranze che ha suscitato. Il PNRR diventerebbe solo uno strumento per spendere soldi allo scopo di finanziare i soliti gruppi economici e di potere.

Sosteniamo la proposta di un primo appuntamento a Roma il 15 dicembre prossimo, dalle ore 15,00, sotto il Ministero dell’economia e delle finanze, in via XX Settembre 97, in continuità con la Tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini, e altre esperienze di attiva partecipazione sociale.

Mario Agostinelli, Alfiero Grandi,  Jacopo Ricci,  Massimo Scalia  11/12/2021

Note: Articolo pubblicato da Laura Tussi

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    Lo scorso weekend si è conclusa la COP26, la ventiseiesima edizione della Conferenza delle parti l’appuntamento che dal 1992 chiama tutti i leader mondiali a decidere le strategie globali per far fronte alla crisi climatica. I pro e i contro dell’accordo raggiunto.
    17 novembre 2021 – Domenico Vito
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    Proposta indecente: armi “beni essenziali” esenti da iva

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    I nostri obiettivi da portare come ecopacifisti alla Cop26 sono l’inserimento dell’impatto delle attività militari e del disarmo negli accordi di Parigi e lo sbarramento al rientro in gioco della lobby nucleare.
    23 ottobre 2021 – Laura Tussi
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Tenda Antinucleare con Moni Ovadia e Alex Zanotelli

EVENTO

Tenda Antinucleare con Moni Ovadia e Alex Zanotelli

1 dicembre 2021

Esigiamo da Draghi e Cingolani il rispetto dei referendum sui beni comuni!

Organizzata per protesta contro l’eventualità che la UE consideri il nucleare, insieme a gas e CCS, tecnologia «verde» su cui investire. Davanti al MITE in via Cristoforo Colombo, organizzazione: Disarmisti esigenti, WILPF Italia, Missione Mediterraneo.
Con la collaborazione di Radio Nuova Resistenza

La settimana la concepiamo anche come una sorta di festival delle idee trasmissibili attraverso Radio Nuova Resistenza.
Ogni giorno un tema da sviluppare: a) come dibattiti attuati in trasmissioni radio; b) con eventi proposti tramite facebook.

1 dicembre (mercoledi) – la giustizia sociale e ambientale: il bilancio della COP26

Ore 17.00 – Un appello ai giovani dei Fridays e di XR – colloquio trasmesso per radio con Moni Ovadia. Introducono Alfonso Navarra, Patrizia Sterpetti e Ennio La Malfa, Ennio Cabiddu relaziona su Glasgow

Ore 18.00 – I rapporti tra nucleare civile e militare con Luigi Mosca da Parigi, coadiuvato da Alfonso Navarra. Antonia Sani relaziona sul TPAN. Elio Pagani sullo studio relativo alla legalità delle armi nucleari in Italia – Evento Fb

2 dicembre (giovedi)

Ore 17.00 –Una lotta unitaria sui referendum per i beni comuni- Interviene su banche armate e fossili Antonio De Lellis (ATTAC)

Ore 18.00 – l’impatto ambientale e territoriale delle attività militari – evento fb

3 dicembre (venerdi) – la lotta antimilitarista e nonviolenta delle donne

4 dicembre (sabato) – la tassonomia verde

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Fabio Amato della Sinistra al Parlamento Europeo: la partita è ancora aperta

Ore 18.00 – l’acqua è vita ed i referendum sui beni comuni vanno rispettati con Alex Zanotelli– evento fb

5 dicembre domenica – legge di bilancio e PNRR

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Massimo Scalia, Vittorio Bardi

 

Ore 18.00 – uno studio per un PNIEC alternativo illustrato da Keivan Motavalli – evento fb

6 dicembre (lunedi) – 100 per 100 rinnovabili anche nella tassonomia

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Giuseppe Farinella sulla situazione delle FER in Italia

Ore 18.00/19.30 – energia di pace e cultura della terrestrità – intervengono Antonella Nappi, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi

7 dicembre martedi – per il clima fuori dal fossile (e dal nucleare anch’esso fossile)

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Mario Agostinelli ed esponenti di «PER IL CLIMA FUORI DAL FOSSILE»

Ore 18.00 – IL COORDINAMENTO ANTINUCLEARE EUROPEO evento fb Roma – Bruxelles – Parigi – Treviri (Luigi Mosca – Daniele Barbi – Alfonso Navarra, altri…)

CHI SIAMO

Siamo qui sotto il Ministero della transizione ecologica – MITE quali associazioni membre della Campagna ICAN (per la proibizione delle armi nucleari) nel mondo e in Europa, ma anche personalità (Moni OvadiaAlex Zanotelli) e organizzazioni ecopacifiste coerenti e conseguenti, consapevoli del legame indissolubile esistente tra nucleare civile e nucleare militare, interpreti della volontà antinucleare dei popoli: in modo inequivocabile di quello italiano che si è espresso in due voti referendari nel 1987 e nel 2011.

PER COSA PROTESTIAMO IN MODO PACIFICO

Siamo qui a protestare e digiunare: diciamo NO a ogni forma di “tassonomia” (le regole per classificare, una parola che dovremo abituarci ad usare perché tira in ballo migliaia di miliardi di dollari) che, tendendo all’obiettivo della decarbonizzazione contro il riscaldamento globale del Pianeta, includa la tecnologia “atomica”, comunque declinata, tra le energie “verdi”, o quasi “verdi” (“transizionali”, nella formula di compromesso che si sta prospettando tra Francia e Germania).

COSA VOGLIAMO DAL GOVERNO ITALIANO IN NOME DEI REFERENDUM

Cittadine/i che non amiamo essere prese/i per i fondelli, siamo indignati perché osserviamo il governo italiano non rispettare il mandato popolare e non darsi da fare affinché la Commissione Ue, in qualità di custode dei trattati e di promotore delle politiche di Green New Deal, si astenga il 7 dicembre dall’approvare un regolamento che giudichiamo funzionale ad un green washing di proporzioni colossali.

Cingolani dovrebbe incontrare una nostra delegazione e convenire con noi che non deve essere avallato un mistificatorio timbro di sostenibilità a fonti e tecnologie antiecologiche (non solo il nucleare, ma anche il gas e il CCS), permettendo che enormi flussi finanziari si indirizzino verso di esse con garanzia e sovvenzioni pubbliche, cioè con i nostri soldi di contribuenti.

Auspichiamo che, anche attraverso la pressione decisiva dell’opinione pubblica risvegliata, la transizione ecologica della UE, e con essa quella italiana, segua una strada coerente per la giustizia sociale e ambientale sulla base di una Pace effettiva con la Natura!

 

ADESIONI E INFO

Unitevi a Disarmisti esigenti, WILPF ItaliaMissione MediterraneoLaudato si’ & partners per il no al nucleare, sì al disarmo negli accordi di Parigi sul clima, sì alle rinnovabili:

https://www.petizioni.com/rispettarereferendum   – cell. 340-0736871

Per maggiori informazioni:
Alfonso Navarra
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Il Manifesto – Lettera a Virginio Bettini. A un anno dalla sua scomparsa

Sul quotidiano comunista Il Manifesto:

Il Manifesto – Lettera a Virginio Bettini. A un anno dalla sua scomparsa

Lettera a Virginio Bettini pubblicata sul quotidiano comunista Il Manifesto in data 22 Settembre 2021. Virginio Bettini sempre contro il nucleare civile e militare: una vita di studio e attivismo
Virginio Bettini sempre contro il nucleare civile e militare: una vita di studio e attivismo
In Memoria di Virginio Bettini

Lettera a Virginio Bettini. A un anno dalla sua scomparsa

È occorso parecchio tempo per preparare il tuo libro postumo perché come tu ci hai chiesto, necessitava dei contributi di due tuoi cari compagni. Il primo contributo di Maurizio Acerbo e il secondo di Paolo Ferrero

Virginio Bettini sempre contro il nucleare civile e militare: una vita di studio e attivismo

Lettera a Virginio Bettini. A un anno dalla sua scomparsa

In Memoria di Virginio Bettini

A un anno dalla sua scomparsa

 

Caro Virginio,

eccoci qui un anno dopo la tua scomparsa, un anno trascorso all’insegna dell’impegno ecologico e di lotte di resistenza proprio come tu ci hai sempre spronato a fare, anche con i libri che abbiamo scritto assieme.

Un anno impegnativo che senza la tua presenza si è dimostrato difficile e non senza problemi da affrontare e superare.

Tu, Virginio, pioniere dell’ecologia italiana insieme a Giorgio Nebbia che definivi il tuo “grande compagno di viaggio”.

Nel 1970 eri negli USA con Barry Commoner di cui hai tradotto in italiano il fondamentale libro “Il cerchio da chiudere” e con lui hai pubblicato a doppia firma “Ecologia e lotte sociali” nel 1976. Insieme a Commoner in Vietnam per denunciare i disastri causati dalla guerra chimica USA. Ti sei sempre definito “commoneriano”.

La tua è stata una vita di studio, ricerca e attivismo.

Dal 1971 al 2012 hai insegnato all’Università di Architettura di Venezia (IUAV), ecologia, analisi e valutazione ambientale ed ecologia del paesaggio. Autore di libri, ricerche e articoli che hanno dato un contributo essenziale all’ambientalismo critico nel nostro paese. E hai messo il tuo sapere al servizio dei movimenti e delle comunità, da Seveso, alla mobilitazione antinucleare, al no tav.

Sei stato anche parlamentare europeo verde nel 1989. Più tardi ti sei avvicinato a Rifondazione Comunista e come candidato nel 2001 e hai partecipato al Forum Ambientalista condividendo la necessità di un approccio rossoverde anticapitalista…

Quando ripensiamo all’ultimo giorno trascorso assieme alla panetteria occupata di Milano per discutere e organizzare azioni future contro il nucleare civile e militare, ci si stringe il cuore.

Ma noi andiamo avanti, non ci arrestiamo, continuiamo a fare tutto quello che ci hai insegnato, cioè lottiamo per un mondo migliore anche scrivendo e presentando i nostri libri scritti con la tua collaborazione.

Durante il primo lockdown, abbiamo avuto modo e piacere nell’aiutarti a scrivere il tuo ultimo libro di ecologia, ecologia alla tua maniera e cioè militante. Perchè tu sei un militante dell’esistenza.

L’ultima cosa che ci hai chiesto è stata di pubblicare assolutamente questo libro è ci hai chiesto di portarlo ovunque venga richiesta testimonianza e in particolare di diffonderlo tra i giovani.

Eccoci caro Virginio, il libro è in dirittura d’arrivo.

È occorso parecchio tempo per preparare il libro perché come tu ci hai chiesto, necessitava dei contributi di due tuoi cari compagni, che sono in seguito arrivati.

Il primo contributo di Maurizio Acerbo e il secondo di Paolo Ferrero.

Con Fabrizio Cracolici, ho scritto la prefazione che tanto ti è piaciuta e Alfonso Navarra, storico ecopacifista, la postfazione.

Anche a Venezia e in Sardegna hanno organizzato iniziative per ricordarti e per commemorare tutto il tuo portato culturale e valoriale sull’ideale assoluto della tutela dell’ambiente e per salvare questo nostro pianeta al collasso e la nostra umanità al tracollo dalle insidie del nucleare civile e quindi anche militare.

La tua, una costante voce fuori dal coro per la salvaguardia ecosistemica e quindi per la Pace di questa nostra martoriata madre terra.

Arrivederci caro Virginio. Ti ritroveremo sempre in quell’immenso patrimonio culturale e ideale che ci hai lasciato e lo porteremo avanti come giusta causa di lotta e militanza ecopacifista.

I tuoi amici e compagni

Laura e Fabrizio

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La comune e futura umanità

Noi, figli di Madre Terra

La comune e futura umanità

Proposta di collaborare a una sezione televisiva di formazione dei formatori per la rete ICAN, connessa alla Carta della Terra

Pace per l'umanità

Proposta di collaborare a una sezione televisiva di formazione dei formatori per la rete ICAN, connessa alla Carta della Terra  

Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN

https://www.youtube.com/channel/UCFWikKgRr7k21bXHX3GzE9A

 

Come prima cosa dobbiamo fare chiarezza su un concetto fondamentale.

Facciamo parte, noi esseri umani, di un ecosistema terrestre come frutti di una evoluzione naturale, rami e foglie di un albero che costituiamo e che ci ha costituito, o ne siamo i dominatori in quanto abitanti estranei di un edificio che stiamo occupando?

Il concetto secondo cui siamo figli di Madre Terra evidenzia il fatto che è l’essere umano organizzato in società a trovarsi inserito in un organismo vivente più esteso e complesso e non relegabile alla sua unica, autonoma e separata presenza decisionale.

L’uomo, l’essere umano, fa parte di un complesso sistema mondo, una comunità di viventi ma anche di non viventi, e da tempi molto lontani si arroga però il diritto di dominarlo e decidere come attore unico e indipendente.

Questo è il punto di partenza per un ragionamento molto ampio su come agire partendo da alcuni principi cardine scritti in trattati e convenzioni mondiali.

L’essere umano “terrestre”, membro della comunità della vita, si deve fare artefice di un processo di riequilibrio del pianeta.

Forme viventi come piante e animali, che stanno in delicato equilibrio evolutivo, si trovano sempre più in pericolo a causa della società umana accumulatoria e predatoria, che le sfrutta per trarne un profitto.

Ma questo processo, di cui una ristretta élite dell’1% è più responsabile della massa passiva ad essa assoggettata, porta a segare il ramo su cui siamo seduti dall’albero della vita, essendo noi stessi foglie di quel ramo e di quell’albero!

Ragionare con in mente il concetto di essere figli di Madre Terra significa proiettare azioni concrete come tasselli in un mosaico che raccoglie le istanze globali, azioni rivoluzionarie che guardino a un’ecologia nuova, base di un’economia nuova, di una società che fa pace con la Natura, la società del nuovo millennio che porterà anche vera libertà e vera giustizia.

Da quando l’essere umano, organizzato gerarchicamente nell’esaltazione degli antagonismi sociali, si è reso attore unico e decisionale del pianeta si sono avviati processi che hanno portato ad uno sconvolgimento inesorabile dell’equilibrio naturale.

Di questo sconvolgimento ne è prova il fatto che da molti secoli l’élite al potere promuove guerre e è pronta a distruggere l’intera umanità per detenere il controllo del pianeta.

Quale strada allora percorrere?

Dopo momenti che hanno visto seriamente il rischio della morte dell’umanità (due guerre mondiali), abbiamo avuto un afflato di dignità che ci ha permesso di scrivere carte del diritto internazionale, ma anche costituzioni nazionali, che contengono principi imprescindibili in grado di ricondurci su strade di Pace: la pace tra noi esseri umani e con il pianeta tutto che ha diritto di vivere a prescindere dalla nostra stessa esistenza.

Altri processi si sono avviati nella storia e, anche se in modalità ridotta, hanno stabilito presupposti praticabili, strade da percorrere per arrivare a un cambiamento vero e duraturo nel rapporto tra l’uomo e la Natura all’insegna della cultura di Madre Terra.

Spesso vengono messe in discussione le agenzie mondiali (ONU, UNESCO) perché non incisive, ma questo è un limite che va superato con passi in avanti nella governance globale, sicuramente non facendo il passo del gambero.

Lo troviamo già scritto in “Antifascismo e nonviolenza”, che vede tra gli autori alcuni di noi, tra cui Alfonso Navarra e Laura Tussi: una cattiva legge è meglio di nessuna legge, a maggior ragione a livello giuridico internazionale, perché lavoriamo alla forza del diritto che deve subentrare al diritto della forza armata.

Questa è la nonviolenza efficace.

Stabilire a livello globale l’illegalità e l’immoralità di un agire, ad esempio la proibizione giuridica delle armi nucleari, oggi sul punto di essere incardinata può e deve essere un passo che può condurci ad un cambiamento rivoluzionario: spetta ai grandi movimenti globali lottare per la sua attuazione.

Se nel mondo esistono ancora ingiustizie, guerre e sfruttamento, se una oligarchia di 10.000 persone riesce a schiacciarne oltre 7 miliardi, se il nostro modo di produrre e consumare sta erodendo le basi stesse della vita, questo non vuole dire che la carta internazionale dei diritti umani, da estendere ai diritti dell’umanità e ai diritti della Natura, debba essere stracciata perché non rispettata.

Il nuovo trattato TPAN per la proibizione giuridica delle armi nucleari rappresenta un passo in avanti del pacifismo mondiale, della pace tra umanità e natura, anche se non sarà una soluzione definitiva al problema della deterrenza nucleare, che costituisce una emergenza mortale al pari di quella climatica ad essa intrecciata.

L’essere umano organizzato nel sistema gerarchico e patriarcale deve smettere di essere antropocentrico e deve stabilire un “patto biocentrico del Nuovo Millennio”: cessare la guerra contro il pianeta, quindi contro sé stesso.

Vi proponiamo, con la educazione alla cultura di Madre Terra un cammino di formazione e interazione tra associazioni, attivisti e cittadini al fine di condurre percorsi condivisi che abbiano come comune denominatore la vita da difendere, rispettare e valorizzare. Questo percorso prevede, con la collaborazione di soggetti impegnati in progetti analoghi, la realizzazione, nell’immediato, di un canale televisivo specializzato su YouTube; e nel medio e lungo periodo, la collaborazione con la scuola di Pace a livello globale già promossa dall’Iniziativa della Carta della Terra, che ha il suo segretariato nell’Università della Pace in Costa Rica.

Noi vorremmo essere l’aggiunta che indirizza con più decisione il lavoro dei già formatori ed educatori interessati ad approfondire la ricerca culturale della terrestrità nei suoi vari aspetti, e su come tradurla nei percorsi formativi delle scuole e del mondo culturale e sociale.

Testimonianze, contributi e dibattiti, provenienti da varie fonti, verranno messi su YouTube in una cornice adeguatamente predisposta come materiale fruibile liberamente dalla rete per una condivisione e una riflessione globale.

Intendiamo, ripetiamolo ancora, collaborare con analoghe iniziative in corso focalizzandoci, da parte nostra su questo problema, più consono al tipo di attività che stiamo svolgendo: come costruire le categorie giuridiche e culturali che esprimano l’appartenenza dell’essere umano alla Terra, e non della Terra all’uomo?

 

Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN

https://www.youtube.com/channel/UCFWikKgRr7k21bXHX3GzE9A

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Rivista.eco: un ponte Tokyo-Milano per l’impegno antinuclearista

Un ponte Italia-Giappone sulla proibizione delle armi nucleari

Rivista.eco: un ponte Tokyo-Milano per l’impegno antinuclearista

Nessun continente è indenne da conflitti gestiti direttamente o indirettamente da potenze nucleari. Il disarmo e la proibizione della bomba atomica sono insomma sempre attuali e urgenti. Un ponte Tokyo-Milano per portare avanti l’impegno antinuclearista

Un ponte Tokyo - Milano per il disarmo nucleare

Un ponte Italia-Giappone sulla proibizione delle armi nucleari

 

Rivista.eco: un ponte Tokyo-Milano per l’impegno antinuclearista

 

Il giornalista Minetaka Shimada di Akahata, settimanale di Tokyo, con 1 milione di copie di tiratura, ha intervistato gli attivisti di ICAN, Disarmisti esigenti, Alfonso Navarra, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici, sull’entrata in vigore del TPAN/TPNW – Trattato Proibizione Armi Nucleari.

 

Sono molte le linee di faglia geopolitiche che mantengono alta la tensione a livello internazionale. Le armi vengono esibite muscolarmente nelle grandi manovre militari di mare e di terra e crepitano lungo molti confini, direttamente o per interposte milizie: tra Israele e Palestina e in tutto il Medio Oriente, in molti paesi africani, tra Ucraina e Russia, tra Cina e India, in Libia, in Myanmar, in America Latina. Nessun continente è indenne e le potenze militari che direttamente o indirettamente si confrontano sono potenze nucleari.

Le fabbriche e i cantieri sfornano e vendono aerei sempre più sofisticati, missili, sottomarini, navi per lanciare o sganciare bombe atomiche.

Il Trattato di proibizione delle armi nucleari è entrato in vigore dal 22 gennaio 2021. Prima di questo evento storico, Minetaka Shimada di Akahata ne ha parlato – via Zoom – con i membri di ‘Disarmisti Esigenti’ sul significato di questo trattato e la loro attività. Pubblichiamo la traduzione italiana dell’intervista di Laura Tussi, Fabrizio Cracolici e Alfonso Navarra, quest’ultimo portavoce dei Disarmisti esigenti, impegnati di una rete di di educazione alla terrestrità come rete di attivismo pacifista.

Allora che cosa è la “terrestrità”?

È un pensiero o parola nuova creata da Disarmisti Esigenti. Noi pensiamo che è dovere del popolo tutelare la Terra, da dove deriva l’evoluzione della specie umana. Gli umani hanno il dovere di tutelare la Terra con la coscienza ecologica e planetaria: queste istanze devono essere riconosciute nel diritto internazionale. Le varie attività per tutelare il clima e promuovere il TPAN fanno parte di questo progetto. Per questo noi ci dedichiamo al progetto Rete di educazione alla Terrestrità e il libro “Memoria e futuro” servirà a promuoverlo.

L’entrata in vigore di TPAN è una buona notizia che incoraggia tutto l’umanità…

Il bando delle armi nucleari che ripugnano alla coscienza umana viene a seguire i bandi di altre armi di distruzione di massa: quelle chimiche e quelle batteriologiche.

Ai sensi dello sviluppo di ragionamenti contenuti in una sentenza della Corte di Giustizia dell’Aja del 1996 potremmo considerare la “deterrenza” in sé un “genocidio programmato”.

Adesso abbiamo questo trattato importante, la comunità internazionale deve fare tutto lo sforzo per attuarlo e deve essere tenuto in considerazione. Non basta aumentare solo il numero dei paesi firmatari, occorre una strategia complessa e articolata.

L’Italia è un membro della NATO. Con il nuclear sharing, qui in Italia ci sono le bombe nucleari, arsenali nucleari americani nelle basi. Anche i sommergibili con armi nucleari usano i nostri porti. Il nostro governo ci spiega, in ossequio al concetto strategico NATO, che la deterrenza nucleare è la suprema garanzia di sicurezza.

Però la maggioranza del popolo non vuole avere o mantenere gli arsenali nucleari nel territorio italiano. Poi nel parlamento, la Camera (630 seggi), più o meno 40 % dei parlamentari della scorsa legislatura, ha promesso di sostenere il TPAN?

La cosa importante adesso è far loro esprimere chiaramente la loro contrarietà alle armi nucleari e far loro promuovere la loro abolizione giuridica come primo passo. Perchè quando noi chiediamo la loro posizione sull’abolizione delle armi nucleari, ci dicono sempre “Si, Si, certo… noi siamo contro le armi nucleari”. Ma alle parole non seguono poi azioni concrete!

Allora parliamo della situazione del mondo attuale?

È un mondo in via di cambiamento, per esempio, in Germania il leader della SPD (la socialdemocrazia) chiede agli Stati Uniti di togliere le armi nucleari americane dal territorio tedesco. Il presidente francese Macron parla di difesa indipendente europea che non deve essere subordinata agli Stati Uniti.

Che significa questa situazione?

Una crepa nella Alleanza NATO. L’unità dei paesi atlantici è debole, dobbiamo usare questa contraddizione e farla crescere.

Adesso il mondo sta facendo una battaglia difficile contro il Covid19 e dobbiamo uscire dalla crisi. Abbiamo bisogno di un cambiamento grande. Il punto importante di questo cambiamento è creare una nuova società dove mettiamo più peso al welfare sociale, sanità, ecologia, e diciamo no al militarismo.

L’ottobre dell’anno scorso, quando è diventata chiara l’entrata in vigore di TPAN, abbiamo chiesto al nostro governo di fare alcune cose, per esempio, la firma e la ratifica del TPAN, farla finita con il nuclear sharing, smettere di comprare i costosi e pericolosi F35, volgere le risorse alla Sanità riducendo le risorse militari, e così via. Noi non possiamo tornare alla società pre-Covid19, perché la crisi della società prima del Covid ha creato la crisi attuale. Dobbiamo pensarci bene: continuare il modo di sviluppo attuale che dà priorità alla “avidità” di grande aziende multinazionali o cominciare una nuova strada?

su Rivista.eco, organo ufficiale della rete mondiale di educazione all’ambiente, diretta dal Professor Mario Salomone

https://rivistaeco.it/un-ponte-italia-giappone-sulla-proibizione-delle-armi-nucleari/

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Rivista.eco: il Premio Nobel per la Pace

Costruire una coscienza planetaria, condividere l’impegno di ICAN, Premio Nobel per la pace

Rivista.eco: il Premio Nobel per la Pace

Assicurarsi un mondo giusto e sicuro, fondato sulla forza del diritto e non sul diritto della forza. ICAN è stata insignita del Premio Nobel per la pace 2017 per il suo contributo alla causa della proibizione delle armi nucleari

Costruire una coscienza ecologica planetaria, condividere l’impegno di ICAN, il Premio Nobel per la pace che guarda al futuro dell’umanità.

Educare alla “terrestrità” e condividere l’impegno di ICAN – International campaign to abolish nuclear weapons, una rete mondiale per rafforzare l’impegno antinucleare, oggi sottovalutato e tralasciato.

Il Premio Nobel per la Pace per la rinascita dell'umanità

Foto Archivio ICAN

La proibizione giuridica delle armi nucleari, votata da una Conferenza ONU il 7 luglio 2017, è una importante conquista, da considerare quasi “storica, dal punto di vista del movimento pacifista mondiale. Ma è solo una tappa verso la eliminazione di tali mostruosi ordigni, che richiede un ulteriore e non facile cammino, da orientare con una strategia intelligente e complessa.

Una ricaduta immediata del risultato già ottenuto è la possibilità di nuovi progressi per tutta l’architettura del diritto internazionale (incluso il diritto alla libera circolazione delle persone sulla Terra che è casa di tutti): un percorso che possiamo far coincidere con la nonviolenza efficace.

L’assegnazione all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN) del Nobel per la Pace è stato un riconoscimento a coloro che, in tutto il mondo, si sono impegnati da lungo tempo, e in particolare dalla nascita dell’Iniziativa Umanitaria (Oslo 2013), per l’eliminazione delle armi nucleari, e chiama tutti noi a unificare i nostri sforzi, al di là delle legittime e anche importanti differenze tra le organizzazioni della società civile, che rimangono una ricchezza, non un limite.

Condividere l’impegno dell’ICAN

Noi lanciamo la proposta concreta a tutti i disarmisti e gli antinuclearisti di condividere le speranze che la campagna ICAN ha aperto alla possibilità di liberare l’umanità dal rischio dell’olocausto nucleare: non è cosa da poco che si certifichi da parte del Comitato per il Nobel l’importanza del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPAN).

Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di ICAN, che è andata a ritirare il premio a Oslo il 10 dicembre 2017, ha dichiarato: «Every single partner organisation owns this prize and we all need to use it to maximize the impact of our organisations work on the ban treaty» (“Ogni singola organizzazione partner possiede questo premio e tutti dobbiamo usarlo per massimizzare l’impatto del lavoro delle nostre organizzazioni sul trattato di divieto”).

Bombe atomiche USA in Italia

Nel nostro Paese abbiamo l’urgenza di sollecitare un cambiamento di rotta da parte del governo: l’Italia dovrebbe ratificare al più presto il TPAN, in coerenza con l’art. 11 della nostra Costituzione, anche per dare impulso all’alternativa di un’economia di pace.

Per essere coerenti e credibili con quanto sopra richiesto, dovremmo anche liberarci con decisione autonoma, unilaterale, delle bombe atomiche USA ospitate nelle basi o fatte transitare (in “momenti eccezionali”?) nei porti “nuclearizzati”, in incostituzionale – e ormai del tutto anacronistica – ottemperanza della “condivisione nucleare NATO” da parte dell’Italia.

Tutti i gruppi possono aderire a ICAN (in Italia contiamo nove soggetti membri) – e invitiamo caldamente a farlo – compilando il seguente form: http://www.icanw.org/become-partner.

Abbiamo aperto – su iniziativa dei Disarmisti Esigenti, un canale YouTube, in cui raccogliamo i brevi video-appelli di personalità dell’attivismo nonviolento che invitano i movimenti di base a fare parte costruttiva, creativa e attiva della rete internazionale ICAN.

Un canale YouTube

Hessel e Jacquard, Esigete, Edizioni Ediesse

I Disarmisti Esigenti, progetto promosso dalla Lega per il disarmo unilaterale fondata da Carlo Cassola (www.disarmistiesigenti.org), sono un coordinamento di associazioni basate sui grandi moniti e appelli all’umanità del partigiano francese Stéphane Hessel con il suo libro postumo con Albert Jacquard, pubblicato in Italia da Ediesse, Esigete! Un disarmo nucleare totale. Una associazione con cui collaborano strettamente alle lotte per la denuclearizzazione è WILPF Italia.

Per collegarsi ai video bisogna andare sul canale YouTube “Siamo tutti premi Nobel per la pace con ICAN”.

Il trattato ONU è stato varato a New York nel Palazzo di Vetro da 122 nazioni dietro la spinta determinante della società civile internazionale organizzata in ICAN. A questa stesura erano presenti di persona Alfonso Navarra, storico ecopacifista, attivista nonviolento storico compagno di lotte insieme a Peppino Impastato e importante protagonista delle battaglie per il disarmo nucleare da Comiso ai porti con rischio nucleare, Giovanna Pagani, dirigente di WILPF Italia, e lo scienziato italo-francese Luigi Mosca, stretto collaboratore di Stéphane Hessel.

Il Trattato è entrato in vigore il 22 gennaio 2021 dopo la 50esima ratifica da parte dello Stato dell’Honduras.

Due libri

  1. Navarra e L. Tussi, “Antifascismo e nonviolenza”

Con Alfonso Navarra e in particolare i redattori del presente articolo hanno scritto il libro “Antifascismo e nonviolenza”: esso traccia, tra l’altro, il percorso che ha condotto l’ONU e la società civile internazionale al trattato del 7 luglio 2017. Lo slogan positivo della cultura di pace che sta alla base di questi trattati si riassume nel motto “Prima l’umanità, prima le persone”. Questo adagio, nella nostra interpretazione, applicata specialmente all’Italia, ma con un’ottica globale, contrappone la nuova cultura della pace del XXI secolo al rischio di una subcultura parafascista e sovranista e autoritaria e suprematista.

È quanto ancora esprimiamo con maggior approfondimento e rigore in “Memoria e Futuro”, il libro appena pubblicato da Mimesis con cui i Disarmisti esigenti propongono la “Rete di educazione alla terrestrità”: la coscienza planetaria ecologica riconosciuta dal diritto internazionale, come afferma una fondamentale carta dell’UNESCO.

Tagliare e convertire le spese militari

“Memoria e futuro”, edizioni Mimesis

La prima sezione di questo libro, che curiamo sempre con Alfonso Navarra, contiene commenti all’entrata in vigore del Trattato di proibizione delle armi nucleari (in sigla: TPAN), manifestati dagli interventi di Moni Ovadia, Mario Agostinelli, Vittorio Agnoletto, Alex Zanotelli: in particolare lancia appelli per tagliare e convertire le spese militari e per costituire i “comitati Petrov”, in memoria dell’uomo che ha salvato il mondo da un olocausto nucleare.

Ecco cosa significa per noi il Premio Nobel a ICAN e il nostro appello, da membri italiani, a condividerlo come impegno antinucleare: spronare e rafforzare il nostro lavoro di nonviolenti perché l’abolizione giuridica delle armi nucleari abbia peso geopolitico e si traduca, prima che sia troppo tardi, in decisioni conseguenti da parte dei governi, incluse le potenze nucleari!

su Rivista.eco, organo ufficiale della rete mondiale di educazione all’ambiente, diretta dal Professor Mario Salomone 

https://rivistaeco.it/costruire-una-coscienza-ecologica-planetaria-condividere-limpegno-di-ican-il-premio-nobel-per-la-pace-che-guarda-al-futuro-dellumanita/

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